Il sito fogna “Voxnews” pubblica il 20 luglio 2016 un articolo dal titolo “Islamici moderati decapitano bambino – video choc“:
Un gruppo dei cosiddetti ribelli “moderati” islamici ha decapitato un ragazzino tra i 10 e i 13 anni in Siria, accusandolo di essere uno dei «cani di Assad». Quindi un ‘infedele’ alawita. La notizia è stata diffusa da media locali e poi confermata dalla BBC.
Si tratta dei ‘moderati’ di FSA, finanziati da USA e US (governo italiano compreso) qui ripresi a Lesbo con Bergoglio:
Credete che non lo faranno presto in Europa? In Italia? Ai vostri figli, nipoti e fratelli? E’ tempo di bloccare l’invasione. Fermare Renzi, con ogni mezzo. Politico.
Il gestore del sito Voxnews continua a diffondere informazioni scorrette in merito a quella bandiera, la cui origine e significato è stato largamente spiegato in un precedente articolo (dove si parla anche della foto a destra). A parte questo, veniamo alla storia narrata.
Si, c’è stata la decapitazione, il video è originale, ma ci sono due aspetti di questa storia che vanno raccontati (l’analisi completa su Debunking.it):
- non si trattava di un bambino soldato, siccome aveva 19 anni;
- i “ribelli” sono stati accusati dagli stessi gruppi di cui farebbero parte e sono stati arrestati per il loro gesto.
Online è stato pubblicato, dalla famiglia del ragazzo, un documento che attesta la sua età, oltre che al suo nome e la sua origine: non era un palestinese, come hanno affermato vari media, ma siriano di Homs.
Era un soldato e faceva parte delle milizie a sostegno del governo di Assad:
La domanda sorge spontanea: come poteva avere 19 anni se dimostra un fisico e un volto da bambino? Secondo quanto riportato dai suoi parenti era affetto da Talassemia, la quale presenta un rallentamento della crescita e un ritardo della pubertà.
L’analisi completa la trovate su Debunking.it.
RIPETO PER CHI IGNORA PER CONVENIENZA (come un personaggio che non sa trovare una foto su Twitter scrivendo articoli da complottari): l’analisi completa la trovate su Debunking.it (è linkato due volte, adesso quattro, nell’articolo).
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