Lo dico e lo ripeto ancora: certe bufale non sono affatto innocenti, non sono affatto “satira” e nascondersi dietro il “prendere in giro i creduloni” non aiuta.
Due sono gli episodi che hanno scatenato l’ira dei cittadini tanto da farli uscire di casa (in un caso addirittura armati).
Il caso della manifestazione a Seveso contro il centro di accoglienza profughi
Riporta il sito Quibrianza.it il 9 settembre 2016 in un articolo dal titolo “Duecento persone in strada per dire no ai profughi“:
SEVESO – Dopo il tam tam su Facebook, dopo le polemiche “virtuali”, ieri la preoccupazione e la rabbia del mondo reale: erano circa 200 i cittadini che hanno partecipato alla manifestazione davanti alla Sadas per dire il loro no nei confronti dei profughi e per chiedere al sindaco risposte certe sull’utilizzo del magazzino.
Altri dicono che erano 300:
Insomma, dubbi in merito al destino di un fabbricato, come si vede nella foto sopra riportata (ripresa da Quibrianza.it) dove i cittadino mostrano un cartello con scritto “I nostri timori… perché questi lavori?”. Nell’articolo di Quibrianza.it si legge:
Sarà un centro commerciale? Sarà un cento logistico? In questo caso, con centinaia di mezzi pesanti che andranno avanti e indietro, sarà finita per i nostri bambini giocare da queste parti nella totale sicurezza”.
In realtà proprio quella del centro logistico sembra l’ipotesi più probabile. Voci danno per certo il fatto che qui saranno stoccati prodotti dell’Ikea. I cittadini, però, se lo vogliono sentire dire dal sindaco. Quelli della prima ora, i trenta scarsi che avevano manifestato la prima volta, ora sono diventati 200. Non è un fenomeno da sottovalutare.
Il 13 settembre il sito Mbnews.it scrive:
A Seveso una voce mai confermata sull’arrivo di un gruppo di profughi ha provocato una manifestazione spontanea: giovedì 8 settembre circa 200 persone si sono riunire nel piazzale della Sadas a Baruccana, in via Socrate, per protestare contro la costruzione di un hub nell’ex deposito Despar (nella foto di apertura, ndr). Peccato che non ci fosse nulla di vero: lo stesso sindaco, Paolo Butti, aveva smentito la veridicità della notizia, come già accaduto in altre occasioni. Alcuni cittadini, però, hanno voluto manifestare ugualmente: se non altro a scopo preventivo.
Anche la prefettura era intervenuta, inutilmente, come riportato da Fanpage:
A nulla è servita la voce e le rassicurazioni delle istituzioni, in primis la prefettura e poi con lo stesso sindaco Paolo Butti che ha inviato una lettera allo stesso comitato smentendo la circostanza.
Il gruppo Facebook che aveva organizzato il tutto si chiama “BARUCCANA E SEVESO UNITI PER DIRE NO AD ALTRI IMMIGRATI” ed è tutt’ora attivo: per qualcuno l’importante è che la gente sia scesa in piazza, bufala o meno. Se han creduto a questa bufala potrebbero credere ad altre e scendere in piazza per nulla.
Un falso rapimento a Camairone (Toscana)
Riporta TGregione.it il 13 settembre nell’articolo dal titolo “Armati di mazze e spranghe danno la caccia a due stranieri: falso rapimento, la notizia non era vera“:
Armati di mazze e spranghe, casco in testa, hanno passato la notte a dare la caccia a due stranieri.La notizia, risultata poi essere una bufala, era che due magrebini avessero rapito una bimba, e che qualcuno li avesse visti portarla via in un sacco nero. Un tam tam su Facebook che ha provocato allarme, tanto che persino le Forze dell’Ordine, vigili urbani, polizia e carabinieri, si sono mossi. Circa 10 i ragazzini, tutti minorenni, a giro per le strade di Camaiore in una sorta di squadrone a mò di ronda. Da cosa è nata la “notizia”? Cosa hanno visto i ragazzi? Non è dato saperlo, almeno per il momento. Intolleranza? Razzismo? Paura dello straniero?
Il Sindaco Alessandro del Dotto ha sentito il Comandante della Stazione dei Carabinieri, maresciallo Mei. Lo svolgimento della vicenda è assai lineare. Sono state avvertite le Forze dell’Ordine da alcuni cittadini in quanto alcuni adolescenti si trovavano Via Vittorio Emanuele e riferivano del presunto rapimento di un bambino/bambina. Le pattuglie di Carabinieri e Polizia municipale hanno pattugliato il centro fino alle ore 2:00 ma non hanno riscontrato niente di quanto riferito. Non sono giunte denunce né di scomparsa né di rapimento da parte di alcun genitore: è plausibile ritenere che, se un genitore non avesse visto il bimbo/a a casa avrebbe sicuramente chiamato le forze dell’ordine per denunciarne la scomparsa. La situazione reale si è quindi rivelata essere diversa da quanto riferito dai ragazzini, tutti sui 15 anni.
Immaginate se i ragazzi avessero incontrato un qualche “sospetto” e l’avessero aggredito ingiustamente. Per fortuna non è successo niente.
CONCLUSIONI
Non esagero quando dico che prima o poi le bufale possono (oltre ad incentivare insicurezza, rabbia e odio) generare disordini sociali tali da poter creare un danno tangibile. Questi sono solo due casi recenti che ci devono far pensare che le bufale non vanno per niente sottovalutate, anche perché si rischia anche un altro pericoloso effetto collaterale:
La diffusione di queste bufale, oltre a creare falsi allarmismi, renderanno non credibili i casi veri arrivando a dire “ah ma è una bufala che circola da anni“. Ricordate mai la storia di “al lupo al lupo”? Ecco, ci siete già dentro fino al collo (se non contrastiamo la diffusione di certe falsità anche oltre).
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