Ho appena letto un articolo a dir poco fantastico del sito Lantidiplomatico.it dal titolo “La bufala di Umberto Eco contro i grillini. Il PD e’ davvero ridotto cosi’ male?“:
Una falsa bufala pianificata dal PD, verosimilmente, per far dimenticare il flop della manifestazione di Renzi a Roma? Parrebbe proprio di si a giudicare dal risalto che tutti i media di regime – da Repubblica al Corriere a La Stampa … – stanno dando al “falso Umberto Eco” che, inveendo contro i “grillini” avrebbe scatenato sul web le ire di questi ultimi.
Ire che, tra l’altro, quasi non ci sono state. Ma andiamo per ordine.
Il 29 ottobre (giorno della manifestazione PD a piazza San Giovanni) sul sito di tale Ermes Maiolica creatore di bufale ad uso PD (celebre la sua foto nella quale, come malato in ospedale, protestava contro Renzi per i tagli alla Sanità – foto subito da lui svelata come “bufala”, come se la denuncia nella foto fosse una assurdità – e un altra su Putin) viene pubblicato un articolo nel quale “Umberto Eco” seduto in treno accanto a Beppe Sala sindaco PD di Milano in viaggio verso Roma (la foto che correda l’articolo era prima questa, poi, questa) dichiara il suo SI al referendum di Renzi e il suo disprezzo per i “grillini” (“sono una legione di imbecilli”). Di questa foto (in entrambe le versioni) non se ne trova traccia su Twitter nè in altri siti prima della pubblicazione sul sito del “bufalaro” per cui appare ovvio che sia stata inviata a Maiolica direttamente da qualcuno del PD che stava sul treno.
Si, andiamo per ordine. Secondo l’autore dell’articolo:
- il PD voleva far dimenticare il flop della manifestazione di Renzi a Roma (di cui avevo parlato in un mio precedente articolo);
- avrebbero contattato Ermes per ideare la bufala e distrarre le masse inviandogli quella foto;
- tale foto non sarebbe mai apparsa prima della pubblicazione della bufala stessa, neppure su Twitter!
L’autore de l’AntiDiplomatico non ha cercato bene: l’articolo di Ermes Maiolica sul suo sito fake è stato pubblicato il 29 ottobre alle ore 21:24, mentre sul profilo Twitter di PdMilano la foto venne pubblicata il 29 ottobre alle 8:31 del mattino. Ecco il tweet:
Poi continua:
L’articolo di Maiolica – nonostante l’amo delle offese ai “grillini” non riscuote affatto quella straordinaria attenzione che oggi ci raccontano i media mainstream: i 10.000 mi piace in calce non si riferiscono affatto all’articolo ma a tutti i like presi dal sito nella sua storia mentre i 94 “commenti” (alcuni dei quali che evidenziano come Umberto Eco fosse morto il 19 febbraio 2016) potrebbero essere stati inviati, in gran parte, da strutture del PD come questa.
Questa è un’altra fantastica bufala, ma del resto bisogna conoscere i meccanismi di Facebook nel conteggiare le condivisioni (sono condivisioni, non “mi piace”). Perché l’autore dell’articolo non ha cliccato su quel tasto per vedere cosa condivideva?
Inoltre, l’autore dell’articolo dovrebbe conoscere il tool di Facebook che consente di creare i pulsanti “condividi”, grazie al quale è possibile vedere il numero di condivisioni effettuate. Ecco quante volte è stato condiviso il sito Tg24.live alle ore 01:14 3 novembre 2016:
Ecco invece cosa ci risponde Facebook se inseriamo nel tool l’url dell’articolo:
La bufala di Umberto Eco non è l’unica diffusa dal sito di Ermes, altri li ha cancellati ma rimangono in memoria. Ecco cosa ci risponde Facebook alla vecchia bufala dal titolo “Muore a 29 anni sulla E45 per salvare un cane abbandonato“:
A dir poco epico ciò che l’autore dell’articolo riporta di seguito:
Forse è per questo sostanziale insuccesso che Maiolica il 30 settembre piazza sul suo account Facebook questo post (poi misteriosamente cancellato) nel quale invita i suoi seguaci a piazzare il suo articolo su Facebook, a fare lo screenshoot dei commenti in calce a questo e a spedirglielo.
Questa è una bufala! Il post c’è ancora, non è stato affatto cancellato, e l’url è recuperabile dal mio articolo su questa bufala creata da Ermes:
Commenti ironici? Troll che si divertono a prendere per i fondelli gli utenti? L’esperimento sociale di Ermes Maiolica è evidente, lui stesso invitava a pubblicare l’articolo in gruppi specifici:
A dimostrazione che il post di Ermes Maiolica sia ancora presente sul suo profilo Facebook ho usato il servizio Archive.is inserendo il seguente link:
https://www.facebook.com/ermes.maiolica/posts/1161690830588833#antidiplomaticobufalaro
Provate a copiarlo e incollarlo nel form “Cercare nell’archivio” e guardate il risultato:
Il post di Ermes è completamente pubblico e chiunque può commentarci, tanto che voglio confermare ulteriormente la sua esistenza con uno fatto da me alle ore 0:59 del 3 novembre 2016:
L’autore dell’articolo, infine, parla di “trolls stipendiati per diffondere le bufale”:
Per concludere una domanda. Ma vale la pena di occuparsi di cose così frivole come “il falso Umberto Eco” nella rubrica “I media alla guerra”? Crediamo di si. Anche perché l’utilizzo di trolls stipendiati per diffondere bufale e quindi neutralizzare – tramite debunker, anch’essi stipendiati – quel poco che si riesce a denunciare su Internet, coinvolge sempre più aziende, partiti, stati, sopratutto per vanificare iniziative contro le guerre.
Quindi Ermes è un troll stipendiato per diffondere bufale? Prendo atto che lo stesso autore dell’articolo, nei commenti, risponde ad un utente in questo modo:
Ovviamente, non ho mai scritto che Maiolica sia stipendiato dal PD per le sue “bufale”. Ma spero mi darà atto che realizzare un post come quello del paziente (tra l’altro, presentato come affetto da un gravissimo male) nel letto di ospedale che inveisce contro i tagli alla sanità e dichiarare dopo che si tratta di una “bufala” rischia di far passare come tali tutti gli analoghi e sacrosanti post contro Renzi e il PD.
Chissà, magari dopo il mio articolo diranno che son stipendiato da qualcuno, magari dal PD. Ho un mutuo da pagare, se mi dicessero (e mi rivolgo all’autore de l’AntiDiplomatico e al commentatore “VivaGiovanniParisi”) anche in quale conto (del quale non sono a conoscenza) mi farebbe un favore.
Per il resto c’è poco da fare, che siano convinti che sia una cosa architettata dal Piddì o meno, il risultato ottenuto è evidente di cui bisogna prendere atto: una massa di utonti hanno abboccato manifestando rabbia, odio e comportamenti tutt’altro che civili. Su questo fatto aveva ragione Umberto Eco.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.