Quale governo per l’economia?

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Oggi mi sono imbattuto in questo grafico, che spiega l’andamento dello Spread dal 1994 ad oggi. La prima impressione, a guardarlo, è l’aumento spropositato durante il primo e l’ultimo governo Berlusconi.

Mi è stato richiesto di trovare un grafico sull’incremento delle tasse nello stesso periodo. Farò di meglio.

Teniamo in considerazione, prima di tutto, il debito pubblico italiano. Nel seguente grafico rileviamo che il nostro debito pubblico, ancor prima dell’entrata dell’euro, è stato di gran lunga superiore a quello della media europea ( la linea verde è l’Italia).

 

Come si diminuisce il debito pubblico? Attraverso l’avanzo primario, ossia la differenza tra il guadagno dello Stato durante l’anno e quello che ha speso. Più è alto questo “risparmio” e prima riusciremo a ridurre il debito. Ho trovato un grafico che mostra l’andamento di questo dato dal 1994 al 2007:

Possiamo facilmente dedurre che durante il primo governo Berlusconi (1994-1995) c’è stato un aumento considerevole, altrettanto durante il governo Dini e il primo governo Prodi (poi D’Alema e Amato), seppur in leggero calo dal 1997 al 2001. Tuttavia, dal 2001 al 2006, ossia durante il secondo governo Berlusconi, è diminuito drasticamente, toccando il fondo nel 2005, per poi rialzarsi vertiginosamente con il ritorno di Prodi al governo nel 2006.

Successivamente al secondo governo Prodi, caduto nel 2008 a favore dell’ultimo governo Berlusconi, abbiamo un calo vertiginoso che ha portato l’avanzo primario in negativo nel 2009 ( -0,7% ), poi risalito di poco nel 2010 ( -0,1% ) – fonte.

Passiamo ora alla domanda dell’interessato. Parliamo di un dato effettivo, ossia la pressione fiscale, ossia l’indicatore percentuale che misura il livello di tassazione medio di uno stato. Possiamo facilmente verificare che i governo di centrosinistra sono stati, senza dubbio, quelli con la pressione fiscale più alta:


(Fonte del grafico)

Nel 2010 la pressione fiscale si era fermata al 42,6%, contro il 43,1% del 2009 e del 43,3% del 2008. (fonte)

Una maggiore pressione fiscale non significa, però, più tasse. Dobbiamo considerare che il dato reale da tenere in considerazione non è il numero di tasse da pagare, ma quanti sono i cittadini che le pagano realmente.

Teniamo in considerazione gli anni 2006 e 2007, periodo in cui il governo di centrosinistra aveva annunciato una dura lotta all’evasione fiscale e dove sono stati recuperati ben 23 miliardi di euro ( possiamo notare che il periodo è lo stesso in cui l’avanzo primario era risalito da un penoso 0,5 ad un buon 3,1) – fonte.

L’aumento della pressione fiscale avuto durante il secondo governo Berlusconi (un timido 41,3% rispetto al 40,7 dell’anno precedente) è dovuto senz’altro alla serie di condoni fiscali messi in atto  tra il 2002 e il 2003. Un aumento molto debole, sebbene fossero stati recuperati 26 miliardi. Tuttavia, come ben sapiamo, i condoni fiscali incentivano la stessa evasione, tanto che ai condoni del 2002 e del 2003 mancano circa 5 miliardi di euro: lo evidenzia la Corte dei Conti, valutando il numero degli evasori autodenunciati che hanno chiesto prima il condono, ma che hanno poi ritenuto di evadere pure quello (fonte).

La lotta all’evasione fiscale è fondamentale per aumentare l’avanzo primario e ridurre il debito. Tuttavia, l’attuazione di condoni fiscali sono solo dannosi all’economia di un Paese: un governo che non perdona l’evasione incita la popolazione a pagare le tasse, al contrario un governo che perdona l’evasione porta a fare il contrario. Basti pensare a chi dovrebbe dare per primo l’esempio, ossia il Premier. Infatti, Berlusconi è stato fra i primi beneficiari dei condoni fiscali attuati durante i suoi governi, basti pensare che Mediaset aderì al condono pagando 35 milioni di euro anziché 197 milioni che doveva versare (fonte). Sempre attraverso i suoi condoni, Berlusconi avrebbe versato 1800 euro, andando così in contro ad un procedimento in corso a Milano (in fase di udienza preliminare) sulle presunte irregolarità Mediaset sulla compravendita dei diritti televisivi (fonte).

Ci sono poi tasse e tasse. Di fatti, bisognerebbe valutare a chi conviene veramente la riduzione:

Facendo un esempio, se una persona guadagna 100 mila l’anno risparmia ben 3000 euro, al contrario di chi guadagna 15 mila e ne risparmia 200 (altri esempi qui).

Il centrodestra ha sicuramente abbassato le tasse (a chi poi “non importa”, lo ha fatto) e mantenuto una pressione fiscale stabile negli anni, ma non è stata sicuramente capace di contenere la spesa pubblica:

E’ inutile annunciare “meno tasse per tutti” per poi spendere di più.

 

Personalmente preferisco un governo che non effettua condoni, che fa pagare le tasse invece che legalizzare l’evasione, che spende meno e ci permette di aumentare l’avanzo primario diminuendo di conseguenza il debito, invece di un governo che fa gli interessi di pochi e lascia il Paese allo sbaraglio.

David Puente

Nato a Merida (Venezuela), vive in Italia dall'età di 7 anni. Laureato presso l'Università degli Studi di Udine, opera nel campo della comunicazione e della programmazione web.
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