Ritengo che la stretta di mano tra il sudcoreano Ryu Seungmin e il suo avversario, il nordcoreano Kim Hyok Bong, sia il simbolo di queste olimpiadi (nella foto sotto, mentre in quella sopra stringe la mano all’allenatore nordcoreano).
Lo sport supera le barriere, razziali e politiche. Possiamo fare l’esempio di Sarah Attari, la prima donna dell’Arabia Saudita a partecipare alle Olimpiadi. Mezzafondista, nella sesta e ultima batteria degli 800 metri migliaia di persone si sono alzate per applaudirla: standing ovation! Non importa il risultato ottenuto in gara, lei ha già vinto!
Un’altro episodio degno di nota è il festeggiamento dei 3000 siepi: il keniano Kemboi, medaglia d’oro, e il francese Mekhissi, medaglia d’argento, si sono scambiati la canottiera e hanno effettuato il giro d’onore abbracciati.
Non posso non citare Oscar Pistorius (campione paralimpico nel 2004 sui 200 metri piani e nel 2008 sui 100, 200 e 400 metri piani), la prova che tutto è possibile se si ha davvero voglia di andare avanti!
Le emozioni che provo guardando queste scene sono molto intense. E’ bellissimo vedere come lo sport riesca ad abbattere certi blocchi politici e culturali. A volte penso che sia troppo aspettare 4 anni per rivedere scene del genere: la gente dimentica abbastanza facilmente col passare del tempo. Vediamo di ricordarci di loro e del loro gesto, sono un esempio da imitare.
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