A molti sarà sembrato che il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, durante l’intervento di ieri alla Camera dei Deputati, avesse detto che Marco Polo e Matteo Ricci sarebbero nati in Cina.
Impazza la Rete, alimentata anche da Il Giornale con tanto di video, ma soprattutto Twitter. Vediamo di fare chiarezza, e anticipo che questo articolo cerca di spiegare come funziona il complicato sistema di trascrizione del Parlamento italiano e che non è un attacco a Matteo Renzi.
Vittorio Zucconi pubblica un Tweet alle 9:32 di ieri, proprio durante l’intervento di Renzi che, 29 minuti dopo, gli risponde così:
@vittoriozucconi mai detto, caro Direttore. Controlli le fonti…
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 24 Giugno 2014
Verifichiamo, come chiede Renzi, le fonti. La prima da vedere è sicuramente quella del resoconto stenografico della Camera dei Deputati, il quale riporta il seguente testo:
Leggendo il resoconto stenografico della Camera dei Deputati, potremmo dire che Matteo Renzi si riferisse all’Italia come la terra che ha dato i natali a Marco Polo e a Matteo Ricci, e non la Cina.
Ora guardiamo la fonte principale, il video, siccome si possono udire le dichiarazioni rese in diretta senza interpretazioni da parte degli addetti ai lavori della Camera (non è la prima volta che mi capita di vedere interpretazioni da parte loro, del resto sono tenuti a farlo anche in presenza di deputati come Antonio Razzi).
Ecco cosa ha detto Matteo Renzi:
Se ascoltiamo e leggiamo il testo del discorso fatto da Renzi si percepisce subito la gaffe. Il video pubblicato su Youtube è a cura di Alexander Jakhnagiev, che conosco e con il quale ho lavorato insieme. Oggi, come allora, ha interpretato ciò che chiunque avrebbe interpretato ascoltando il discorso del Presidente del Consiglio: “Marco Polo sarebbe nato in Cina“.
Contesto il titolo del sito Blastingnews.com, il quale ritiene che la gaffe sia una bufala, ed il titolo scritto dal The Huffingtonpost nella sua versione italiana, il quale titola “Matteo Renzi, falsa gaffe su Marco Polo e Matteo Ricci“, che nell’articolo affonda sulla gaffe del grano saraceno dei cinque stelle. La gaffe c’è stata, dovuta sicuramente alla fretta e alla voglia di strafare durante il discorso, tuttavia il senso era sicuramente quello poi riportato nel resoconto stenografico. Quella del grano saraceno, invece, è una totale mancanza di informazione da parte del firmatario della proposta di legge contestata.
Vi parlo per esperienza. E’ assolutamente normale vedere certi stravolgimenti. Quando lavoravo presso Casaleggio Associati dovevo occuparmi della trascrizione dei video fatti ad Antonio Di Pietro, fatti da me o da altri colleghi. Non era facile capirlo al volo, Di Pietro è una persona che si lasciava trasportare dalla foga e spesso si mangiava parole, cercava di fare un discorso e passava ad un altro, ma alla fine c’era un senso in quello che diceva: era compito mio trasformare il discorso del video in un testo capibile affinché il suo messaggio potesse essere trasmesso correttamente.
Lo stesso lavoro è stato fatto dagli addetti della Camera dei Deputati, che hanno interpretato, o “tradotto”, il discorso di Matteo Renzi. Tuttavia c’è da dire che la contestazione è partita dal momento in cui il Presidente del Consiglio ha detto quelle frasi e non era stato ancora pubblicato il resoconto stenografico. Lo sbaglio successivo di Matteo Renzi è quello di aver risposto su Twitter a Zucconi sostenendo che non aveva mai detto quelle frasi, mentre doveva rispondergli “purtroppo mi sono espresso male“.
E sempre per esperienza vi dico che, ad un video fatto ad Antonio Razzi (allora deputato per l’Italia dei Valori) ho alzato le mani e mi sono arreso. Mi dispiace per gli addetti ai resoconti stenografici del Senato che se lo devono subire.