La deriva intollerante della Rete

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Quando lavoravo negli uffici di Via Morone mi occupavo principalmente dell’Italia dei Valori e del Blog di Antonio Di Pietro. Mi ricordo la particolare attenzione alla verifica, al controllo delle informazioni da pubblicare per evitare ritorsioni mediatiche. Per quanto riguarda il cliente Antonio Di Pietro dovevo stare particolarmente attento, verificare le fonti e le fonti delle fonti, non potevo pubblicare un articolo o un video infondato o impreciso, ne andava della credibilità del cliente stesso. Credibilità che dovevo difendere nel caso i media strumentalizzassero Di Pietro stesso o i membri del suo partito. Dovevo informare i cittadini, non disinformarli.

I recenti post sul blog di Beppe Grillo, riguardo al tema tubercolosi e a quell’indecente hashtag #tbcnograzie, mi hanno profondamente deluso. Rispetto Gianroberto Casaleggio, ho lavorato per anni nella sua società e non posso negare che con me si è sempre comportato molto bene, in più di un’occasione. Tuttavia sento il dovere di criticare questo modo di comunicare che considero sbagliato, ma soprattutto dannoso per il Movimento 5 Stelle e per coloro che stanno assumendo una deriva intollerante ed indiscriminata verso gli immigrati, grazie anche alla continua disinformazione e alle bufale che circolano in Rete.

Di recente, nel sito Bufale.net, ho messo in dubbio l’intervista riportata sul blog di Grillo al segretario CONSAPIgor Gelarda. Sono molto sorpreso nel vedere che la Casaleggio Associati si sia lasciata andare e abbia riportato sul Blog frasi che sostengono la tesi che la tubercolosi sia scomparsa dal territorio italiano e che sia stata reimportata dall’immigrazione clandestina. Tesi fortemente smontate dai semplici fatti, rintracciabili in maniera estremamente semplice da quella Rete tanto elogiata da Casaleggio e Beppe Grillo. Anche Medici Senza Frontiere è intervenuta denunciando gli inutili allarmismi.

Igor Gelarda riporta, nella sua intervista, la tesi riguardante l’Ebola e della sua “possibile” diffusione attraverso l’immigrazione clandestina via mare. Tesi smentita più volte e in precedenza sia dell’epidemiologo Saverio Bellizzi, di Medici senza frontiere, e dal Prof. Ippolito, Direttore scientifico dell’Ist. Spallanzani di Roma.

Tra i più recenti post di Beppe Grillo su Facebook possiamo vedere una foto che riporta un presunto morto a causa dell’Ebola. Falsità! Non ha nulla a che vedere con nessuna malattia, si tratta di una foto scattata in Rhodesia negli anni ’70 durante il periodo del terrorismo. Cercando “Ebola” su Google Images troviamo la stessa foto, è stata riportata erroneamente da siti internet di poco conto facendola diventare “vera”, “originale”, e come tanti altri ci sono cascati. Verifiche? Zero! L’importante è pubblicare e fare sensazionalismo?

Dov’era Google quando hanno trascritto l’intervista di Igor Gelarda? Non si sono posti dei dubbi sulle sue dichiarazioni? Perché hanno calcato la mano con l’hashtag #tbcnograzie? Sono perfettamente d’accordo che le nostre forze di polizia debbano essere equipaggiate a dovere per ogni evenienza, hanno il sacrosanto diritto ad essere sicuri, ma una comunicazione di questo genere non è la soluzione corretta. Un’intervista del genere non doveva essere pubblicata, o per lo meno doveva essere corretta. È un errore tipico di molti utenti della Rete, i quali credono alla parola data da una persona ritenuta attendibile ed informata dei fatti senza verificare la correttezza dell’informazione fornita.

Per fare un paragone posso citare Matteo Salvini che in un post sulla sua pagina Facebook se la prende con il Comune di Roma per i 24 milioni di euro “donati” ai Rom. Salvini accusa il Sindaco di Roma e la “Sinistra razzista verso gli italiani”, ma evita di informare i suoi fan che ad avviare l’emergenza Rom, e le rispettive folli spese, furono l’allora Sindaco di Roma Gianni Alemanno in collaborazione con l’allora Ministro dell’Interno Roberto Maroni. L’importante è tirare acqua al proprio mulino.

Un altro paragone lo possiamo fare con Magdi Cristiano Allam. Nella sua pagina Facebook ha pubblicato alcune fotografie collegandole al presunto mercato di schiave di Mosul, in Iraq. Fotografie che son passate per vere, in precedenza diffuse anche da siti come Imolaoggi. Passate per vere perché diffuse da persone conosciute e riconosciute da molti come “attendibili”, peccato che le foto ritraevano una rievocazione storica in Libano.

Infine, possiamo paragonare questi articoli al Tweet diffuso da Brigitte Gabriel, scrittrice e attivista araba libanese naturalizzata statunitense, che riporta una foto con delle donne vestite di  bianco mentre vengono portate, rinchiuse in una gabbia, al famoso “mercato di schiave di Mosul”. I media di tutto il mondo ci credono, la notizia viene riportata persino su quotidiani ritenuti attendibili come Il Messaggero e il Gazzettino. Nessuno, purtroppo, si è degnato di verificare la veridicità della fotografia, che in realtà era stata scattata nel 2013 in Egitto. Si trattava di una protesta contro la condanna delle sostenitrici dell’ex Presidente Mohammed Morsi, protesta organizzata dai Fratelli Mussulmani.

La Rete è piena di notizie di questo genere, prese per vere soltanto perché riportate da Vip, politici, testate giornalistiche o siti web ritenuti attendibili. Beppe Grillo non è da meno in questo caso, molti dei suoi fan avranno preso per oro colato i post pubblicati dal suo Blog in merito al fantomatico ritorno della tubercolosi in Italia e la diffusione della malattia attraverso gli immigrati clandestini. Di sicuro ha avvicinato a lui, almeno in parte, quell’area di elettorato intollerante presente nel nostro Paese, un’area che cresce sempre di più anche a causa della disinformazione e delle bufale diffuse nella Rete sugli immigrati.

Beppe Grillo e la Casaleggio Associati possono anche criticare i giornalisti per la disinformazione che attuano nei confronti del Movimento 5 Stelle, disinformazione di cui ammetto l’esistenza e con la quale ho avuto a che fare quando lavoravo nella sede di Via Morone già dai tempi del cliente Italia dei Valori, ma con questi articoli firmati #tbcnograzie e le immagini pubblicate sull’Ebola non si dimostrano tanto diversi da loro.

David Puente

Nato a Merida (Venezuela), vive in Italia dall'età di 7 anni. Laureato presso l'Università degli Studi di Udine, opera nel campo della comunicazione e della programmazione web.
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