Uno dei problemi dell’informazione online moderna è che spesso certe “news”, intese come “novità”, siano effettivamente delle “non news” e diffondano informazioni scorrette ai lettori. Capita spesso che certi siti diffondano deliberatamente delle “news” datate di anni con il solo scopo di sfruttare l’indignazione popolare e lucrare denaro attraverso le visite. Ecco, l’articolo pubblicato da “Mafia Capitale” e “Gazzetta della Sera” che parla dei tagli delle pensioni d’oro e dei 94 senatori è un copia incolla di un articolo del 2012 del sito Infiltrato.it.
La fonte dei due articoli dei siti bufalari è in realtà Informazionelibera.eu, il cui articolo ha superato nella sola giornata del 30 marzo 2016 le oltre 6 mila condivisioni Facebook. Ne riporto una parte:
Qualche tempo fa Gianni Vattimo disse: “non è un caso che il Pd non è più Pds. Non c’è più la ‘s’. In effetti lì c’è sempre meno sinistra”. Come dargli torto. Quanto accaduto il 2 maggio ne è la riprova.
In Senato, infatti, si è votato un emendamento – presentato dai senatori Idv Belisario, Lannutti, Pardi e Bugnano – con il quale si chiedeva di sopprimere il comma 2 dell’articolo 1 del decreto-legge del 24 marzo 2012, n. 29. Nel decreto in questione si stabilisce che le pensioni di tutti i dipendenti pubblici avranno, d’ora in poi, un termine di paragone, un parametro di riferimento: quello del primo Presidente della Corte di Cassazione. “In nessun caso – infatti – l’ammontare complessivo delle somme loro erogate da pubbliche amministrazioni potrà superare questo limite”.
Mi sono fermato qua per un semplice motivo, ossia i nomi citati: Belisario, Lannutti, Pardi e Bugnano sono tutti ex senatori che hanno concluso la loro ultima esperienza parlamentare nel 2013. Inoltre, la foto utilizzata dal sito e ripresa dai noti siti bufalari è quella del Governo Berlusconi IV conclusosi nel 2011.
Purtroppo la disinformazione, come le bufale, circolano parecchio e gli utenti tendono a credere a priori a cosa diffondono siti come “Mafia Capitale” e “Gazzetta della Sera”. Pensate che c’è ancora gente che crede nell’esistenza del Senatore Cirenga.
In merito al contenuto dell’articolo del 2012, è vero che ci fu un voto contrario all’emendamento da parte dei senatori del PD. Tuttavia ci fu una motivazione tecnica che venne illustrata dal senatore Ichino:
3. in un decreto-legge adottato ultimamente (n. 29/2012), il Governo ha quindi inserito una disposizione che stabilisce che il taglio operato con il decreto “Salva-Italia” non possa incidere sul trattamento pensionistico già maturato da quei dirigenti alla fine del 2011 nel vecchio regime, bensì – come per tutti gli altri lavoratori passati dal regime pensionistico retributivo a quello contributivo – incida soltanto sul trattamento che maturerà a loro favore dal 1° gennaio 2012 in poi, decidendo essi di restare in servizio;
4. quest’ultima disposizione corrisponde a un orientamento giurisprudenziale costante della Cassazione e della Corte costituzionale (sent. n. 264/1994), secondo il quale il trattamento pensionistico per il quale una persona ha già maturato i requisiti, ma che non viene attivato poiché essa decide di continuare a lavorare, costituisce un diritto acquisito che non può essere inciso da nuove disposizioni e non può subire decurtazioni per effetto di eventuali successive riduzioni della retribuzione: regola, questa, che vale per le pensioni di tutti i lavoratori;
5. la disposizione inserita dal Governo nel nuovo decreto-legge mira(va) dunque anche a evitare una pioggia di ricorsi dei dirigenti interessati, che avrebbero avuto, oltre a costi certi per l’Erario, soprattutto una probabilità di successo molto elevata.
Il problema posto dal PD aveva un suo ragionamento logico relativo alla possibilità di ricorso (con elevate possibilità di vittoria) da parte di chi aveva di fatto “acquisito il diritto” del trattamento.
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