Inizialmente le critiche riguardavano la mancata informazione e al fatto che “nessuno ne parlava”. Ora questo Referendum “Trivelle” del 17 aprile sta sfuggendo di mano e i politici di entrambi gli schieramenti stanno facendo del loro peggio per disinformare i cittadini portandoli ad un voto o ad un non voto da “tifoso” piuttosto che consapevole.
In ordine cronologico, riporto il post della pagina Facebook del Partito Democratico del 17 marzo 2016:
Questo referendum è inutile. Non riguarda le energie rinnovabili, non blocca le trivelle (che in Italia sono già bloccate entro le 12 miglia, normativa più dura di tutta Europa), non tocca il nostro patrimonio culturale e ambientale.
Come hanno spiegato i promotori (alcune regioni) si tratta solo di dare un segnale politico. Perché nel merito il quesito riguarda la durata delle concessioni delle trivelle già in essere.Nient’altro.Non c’è nessuna nuova trivella, ma solo tante bugie – http://goo.gl/CRQHF7
Il link presente a fine post rimanda all’articolo intitolato “Trivelle, Guerini e Serracchiani: Referendum inutile, in Italia sono già bloccate“, il quale pretende di dare risposta alle critiche in merito al mancato accorpamento del Referendum alle prossime elezioni e al relativo prezzo da pagare:
Il referendum voluto dalle regioni costerà 300 milioni agli italiani. La legge prevede che non possa essere accorpato ad altre elezioni.
Attenzione, la legge non vieta affatto l’accorpamento! C’è di più, ossia che vi è già un precedente da cui trarre esempio, e perfettamente legale, che avrebbe fatto risparmiare le casse dello Stato. Infatti, nel 2009 venne fatta una legge ad hoc per accorpare il Referendum con le elezioni.
Qualcuno si potrebbe chiedere: “beh, allora facciamo una legge ad hoc ogni volta che si vuole”. Parliamoci chiaro: non è nulla di illegale, il nostro ordinamento lo prevede e non ha nulla a che vedere con “leggi ad personam” o loschi intenti, all’epoca venne fatto apposta per lo stesso motivo per la quale si poteva fare anche questa volta: non sperperare troppo denaro pubblico.
L’altra questione relativa al post è l’aver ritenuto questo Referendum “inutile”, tanto da invitare addirittura all’astensionismo. Non sarebbe la prima volta per il centrosinistra, questo invito venne fatto già in passato dai Democratici di Sinistra (DS) sostenendo il “diritto all’astensione”. Da questo mi ricollego ora all’altro schieramento, quello del “si” targato Beppe Grillo.
In un’intervista a La Gabbia (La7) il leader del Movimento 5 Stelle si lascia andare al minuto 2:49 e dichiara apertamente quanto segue:
Beppe Grillo: Bisogna dire “si”, basta, non cercate neanche di capirlo un Referendum che per votare “si” devi dire “no”, per dire “si” devi votare… la gente non lo capirà sicuramente.
La Gabbia: Quindi il suo invito è andate a votare “si”?
Beppe Grillo: Andate a votare “si” senza capire! Subito! Subito! Perfetto!
Mi trovo di fronte a due pensieri e due correnti diverse (“non votate” e “andate a votare ‘si'”) e allo stesso tempo identiche che comunicano quanto segue: “fate quello che vi diciamo, credete a noi e andrà tutto bene“.
A parte la questione economica, i 300 milioni di euro che lo Stato andrà a spendere per il Referendum, non bisogna trattare i cittadini come un “branco di pecoroni” da portare al pascolo. I cittadini devono essere informati correttamente, sia in merito al quesito referendario sia a tutto ciò che lo riguarda.
Il video che ho pubblicato nella mia pagina Facebook serve apposta per spiegare il quesito referendario, ma vorrei approfittare di questo articolo per rispondere agli utenti in merito all’ultimo mio intervento:
Meglio le energie rinnovabili?
Certo, sono il nostro futuro!
Certo, però le energie fossili sono attualmente il nostro presente, che piaccia oppure no.
Ovviamente il passaggio dal fossile al rinnovabile è un processo molto lungo e complicato. Non si può fare da un giorno all’altro.
Chi vi dice che sia possibile passare “facilmente” dal fossile al rinnovabile mente!
Sono pienamente consapevole che qualcuno potrà criticare questo passaggio, in particolare coloro che sostengono il “si”. Ricordo però quanto detto da colui che invita a votare “si” senza capire il Referendum (al minuto 1:10 dell’intervista rilasciata a La Gabbia):
Abbiamo bisogno di un piano di 30 anni per dire arriviamo fra 30 anni partendo da adesso per sostituire il fossile con il rinnovabile.
[…]
Un piano di 30 anni, non di 15 giorni.
Vi consiglio di seguire la diretta video di lunedì 11 aprile dal titolo “Live Hangout: come ti pesco l’idrocarburo” per approfondire l’argomento: clicca qui e segui l’evento.
Ecco il mio video pubblicato in pagina: link.
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