Venerdì 22 aprile 2016 la pagina Facebook “Iene maremmane” pubblicano un video “denuncia” per un presunto “sversamento di petrolio” in mare, video rilanciato dalla pagina Facebook “Zerogas” e dalla pagina Facebook del deputato del M5S Mirko Busto (anche dal sito “La Cosa“). A parlarne è stato anche Leone del sito Pallequadre.com.
Il video è stato largamente condiviso e ha scatenato numerose reazioni. Tuttavia i due realizzatori, Lorenzo Mancineschi e David Rossi, rischiano seriamente di vedersela con la Pro Loco di Marina che ha già annunciato possibili azioni legali:
“In caso ci fossero gli estremi, saremo pronti a denunciare chi ha pubblicato i video in rete – dichiarano dalla Pro Loco –, causando danni enormi al nostro turismo“.
Danni al turismo? Certo, assolutamente! Il video non mostra affatto un riversamento di petrolio in mare. Rendetevi conto, chi accidenti è così “intelligente” a diffondere petrolio in mare in quella maniera? A che pro? E le autorità non fanno niente? È tutto un complotto?
Ecco la spiegazione della Pro Loco di Marina:
Nelle immagini, si vede un’idrovora in azione nel porto di Marina di Grosseto che getta in aria una poltiglia nera, scambiata dagli emuli grossetani della più famosa trasmissione di Mediaset per petrolio.
In realtà, come capita ogni anno, l’idrovora non fa altro che risucchiare la sabbia e riversarla dall’altra parte del canale. Una semplice e consueta operazione di pulizia, quindi.
Di cosa stiamo parlando? Operazione di pulizia di cosa? A spiegarlo è il presidente della Marina di San Rocco, la società proprietaria dell’approdo grossetano, Luciano Serra, a Il Tirreno:
“Siamo obbligati a fare questi lavori da un accordo di programma – spiega -. Se non li facessimo, la sabbia si accumulerebbe sugli scogli e finirebbe per ostruire il canale. Sicuramente agiremo giudizialmente contro queste persone”.
Quell’idrovora non sta affatto inquinando il mare, al contrario sta ripulendo dalla sabbia una zona che potrebbe creare problemi nella zona interessata.
Si parla di “ripascimento“, un’operazione necessaria per il ripristino artificiale di tratti sabbiosi marini. La domanda ora è la seguente: come mai è nera e puzza? Siccome questa sabbia viene presa dai fondali essi possono contenere materiale vegetale in putrefazione.
Già in passato vi furono episodi di ripascimento che vennero contestati per il loro odore, come a Genova nel 2015 e a San Benedetto del Tronto:
Quanto ai fenomeni che si stanno riscontrando in queste ore, non si può che ribadire quanto già detto nei giorni scorsi, ovvero che il colore scuro della sabbia è dovuto alla carenza di ossigenazione e luce e che, come avvenuto in precedenti operazioni di ripascimento, presto il materiale tornerà al suo colore naturale. Va aggiunto che l’odore che si riscontra, quando non imputabile agli scarichi dei mezzi che stanno lavorando al trasferimento della sabbia, è il tipico sentore di salmastro dovuto alla lunga permanenza di quella sabbia sui fondali marini.
Ecco un video dove vengono ripresi altri casi simili, in cui vengono mostrate le immagini del “prima” e del “dopo” le operazioni di ripascimento che di fatto aiutano il mantenimento anche delle spiagge e quindi del turismo locale:
Sono fanghi analizzati e autorizzati, come dichiarano le autorità. Nel sito de “La Nazione” c’è un video servizio che spiega il tutto.
P.s. Se le “iene” in questione evitassero di leggere i messaggi degli utenti durante la guida sarebbe meglio, non sarebbe bello venire a conoscenza di eventuali incidenti causa distrazione.