La verifica e la storia dei due carabinieri accerchiati da 15 immigrati in stazione a Roma

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Parto da una premessa. Mi capita spesso, purtroppo, di dover rispondere ad utenti e amici in merito al sito Bufale.net informandoli della mia uscita da quel progetto il 21 marzo 2016, sito da cui ho preso anche le dovute distanze lo scorso 19 aprile in seguito ad un brutto episodio legato appunto alle bufale e alla presunta “satira”. Qualunque cosa sia stata fatta in quel sito e nella pagina Facebook successivamente alla mia uscita non hanno nulla a che fare con il sottoscritto.

Quando gestivo Bufale.net cercavo sempre di stare molto attento ad ogni articolo pubblicato, perdendoci molto tempo. Qualcuno si era lamentato del fatto che pretendevo di controllare gli articoli degli altri autori prima di pubblicarli, riconosco di essere abbastanza pignolo e non nego il fatto che qualche errore di battitura o di grammatica possa capitare, ma se si tratta di uno “sbufalamento” pretendevo che fosse fatto come si deve. Insomma, della serie “io verifico”.

In mattinata Bufale.net ha pubblicato un articolo dal titolo “BUFALA Roma: Orrore alla stazione, due carabinieri circondati da 15 immigrati inferociti“, il quale tratta quello pubblicato dal sito bufalaro “Il Messagero” (con una “g”) o “Ilmessaggio.it” (e condiviso nella propria pagina Facebook il 12 aprile 2016), che per fortuna non ebbe tanto successo (appena 24 condivisioni Facebook).

Il post Facebook di Bufale.net
Il post Facebook di Bufale.net

Quando si pecca di presunzione e ci si affida troppo al “ah, ma è pubblicato da un sito bufalaro allora è una bufala“, cosa che leggo spesso nelle segnalazioni che mi arrivano da utenti e amici, ecco che viene a mancare l’effettiva verifica dei fatti. Ecco quanto riportato nell’articolo di “sbufalamento”:

L’unica cosa incredibile è come si faccia ancora a credere alla veridicità di “notizie” come questa, ovviamente composte in fotocopia, bufale sempre uguali dove, come in una “moderna fiaba”, il cattivo (raffigurato invariabilmente dallo straniero, dal migrante, dal politico o altre figure oggetto di odio del Popolo della Rete) opprime il buono (invariabilmente un soggetto debole, oppure un Italiano intento a svolgere il proprio lavoro) e poi patisce punizione.
Le stesse immagini a corredo della notizia sono in realtà strappate da altre fonti: la prima raffigura Via Padova a Milano, in un periodo in cui il quartiere era incline a tensioni e degrado, la seconda invece è tratta da una pagina che descrive la Strage di Castel Volturno, evento del 2008 in cui un gruppo di immigrati coinvolti in programmi di inserimento, trovatisi dinanzi ad una sartoria etnica, furono coinvolti in una sparatoria e uccisi dalla criminalità locale.
Come al solito, siamo di fronte ad un evento immaginario “ricostruito” a partire da fotografie scollegate nel tempo e nello spazio.

Oltre all’errore di presunzione, la “sbufalata” si era soffermata sulle fotografie pubblicate nell’articolo de “Il Messagero” (per carità, analisi corretta del loro uso improprio) ma non completamente sul testo che, devo ammetterlo, è stato un vero e proprio trabocchetto da parte del sito bufalaro: la citazione della fonte!

La fonte dell'articolo dopo gli inviti social
La fonte dell’articolo dopo gli inviti social

L’unica cosa incredibile è come si faccia ancora a credere alla veridicità di “notizie” come questa? Normalmente, per verificare, controllo se qualche testata o sito internet ne abbia parlato in precedenza anche perché poteva trattarsi di una “bufala riciclata” e diffusa con una nuova versione.

Una semplice verifica
Una semplice verifica

La fonte sarebbe Il Giornale, dal quale riscontro effettivamente un articolo del 23 gennaio 2016 intitolato “Due carabinieri accerchiati da 15 immigrati dopo una maxirissa“:

L'articolo de Il Giornale
L’articolo de Il Giornale

Non solo, la notizia venne riportata anche da Il Messaggero, quello vero, lo stesso giorno:

Articolo del vero "Il Messaggero"
Articolo del vero “Il Messaggero”

Come dicevo, il semplice ritenere “bufala” a priori un articolo pubblicato da un sito bufalaro non è da debunker, più di una volta avevo messo in guardia sul rischio di trovare anche storie riportare correttamente dai siti bufalari anche per un semplice motivo: generare una sorta di attendibilità.

In seguito alla mia uscita da Bufale.net noto che i post in pagina riportano spesso l’hashtag “#ioverifico” con messaggi come quello sotto riportato:

Verifica?
Verifica?

Il Messagero con una “g” non sarà un giornale, ma non per questo bisogna abbassare la guardia. Questo è un problema per un sito e una pagina, che gestivo fino a marzo con attenzione, che ora pretende di fare “corsi anti-bufala“:

Corso anti-bufala?
Corso anti-bufala?

Mi dispiace per la nuova gestione di un progetto nel quale ho speso il mio tempo e i miei sforzi per renderlo attendibile.

Mi dispiace anche per l’autore dell’articolo che non è stato evidentemente supportato dall’attuale gestore con un secondo controllo, cosa che facevo prima di ogni pubblicazione.

Mi dispiace per gli utenti che hanno creduto alla “sbufalata” che, in questo caso, non hanno ricevuto un servizio corretto.

Commenti
Commenti

Ecco l’articolo pubblicato da Il Messaggero, quello vero:

Assediati nella “gazzella” da 15 immigrati inferociti: se la sono vista brutta, l’altra notte, i due carabinieri del Nucleo Scalo Termini, in servizio di pattuglia alla stazione. I militari erano intervenuti per sedare una megarissa, scoppiata di fronte a un bar di via Giolitti a cui stavano prendendo parte almeno 15 uomini, tutti cittadini stranieri. Alla vista dell’auto, i contendenti, invece di calmarsi, si sono scaldati ulteriormente al punto che i Carabinieri, per difendersi dall’aggressione nei loro confronti, si sono dovuti barricare nella vettura, vista la sproporzione numerica tra loro e gli immigrati. I due hanno immediatamente chiesto rinforzi, ma gli stranieri hanno accerchiato l’auto colpendola più volte sui finestrini e sul parabrezza. L’arrivo di altre pattuglie dell’Arma – inviate dalla Centrale Operativa del Comando Provinciale – ha consentito di far disperdere il «branco» e di bloccare 5 dei partecipanti alla rissa. Si tratta di un cittadino nigeriano di 33 anni, un cittadino romeno di 41 anni, un cittadino egiziano di 28 anni, un cittadino marocchino di 26 anni e un cittadino tunisino di 27 anni – gli ultimi tre senza fissa dimora e con precedenti – che sono stati ammanettati con le accuse di rissa, danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale. Gli arrestati sono stati portati in caserma a disposizione dell’Autorità Giudiziaria e in attesa del rito direttissimo.

AGGIORNAMENTO 5 maggio 2016 ore 13:41

Niente da fare, non ce la fanno e sbagliano ancora.

La parte in chiaro è l'aggiunta che hanno fatto all'articolo
La parte in chiaro è l’aggiunta che hanno fatto all’articolo

Dopo aver cancellato articolo e post Facebook, eccoli che pubblicano nuovamente l’articolo categorizzandolo “Precisazioni” e aggiungendo una parte al testo precedente:

Nonché, in questo caso, da una vera e propria polpetta avvelenata: la narrazione è presa infatti da Il Messaggero, la testata “sottoposta a parodia”, privata della sua collocazione storica e “reambientata” in unpresente eterno dove quello ieri notte può diventare un giorno qualsiasi tra il momento della nuova pubblicazione ed il momento della condivisione.

Ennesimo errore. Non hanno ripreso affatto da Il Messaggero! Lo avevo pure spiegato in questo mio articolo che venne linkato dai lettori nel post Facebook cancellato (commenti critici, evidentemente scomodi).

Bastava prendere la parte del testo pubblicato dal sito bufalaro (come “È successo ieri notte: i militari erano intervenuti per dividere una rissa tra immigrati scoppiata davanti ad un bar in via Giolitti, a pochi passi dalla stazione“) e cercarlo con Google per scoprire da dove era stato copiato e incollato:

La facilissima ricerca Google
La facilissima ricerca Google

Questo è un metodo di ricerca che sta alle basi della verifica. Neanche le basi…

Ripeto: hanno copiato e incollato da Il Giornale (nell’articolo del sito bufalaro c’era anche scritto “fonte Il Giornale“)! Meno male che #ioverifico.

David Puente

Nato a Merida (Venezuela), vive in Italia dall'età di 7 anni. Laureato presso l'Università degli Studi di Udine, opera nel campo della comunicazione e della programmazione web.
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