DISINFORMAZIONE Il Messaggero e la truffa del link di Whatsapp che potrebbe bruciare la scheda madre

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Il 29 luglio 2016 Il Messaggero pubblica un articolo dal titolo “WhatsApp, attenti alla truffa. La polizia: «Non aprite quel link»” che riporto di seguito:

articolo-whatsapp-truffa-scheda-madre-messaggero

Ancora una volta la pagina Facebook della Polizia di Stato ‘Una vita da social’ segnala una truffa che viene effettuata attraverso WhatsApp. Sullo schermo dello smartphone compare un messaggio, inviato tramite il diffuso servizio di messaggistica online. Nel testo si annuncia che in seguito a problemi, per ripristinare il proprio account, bisogna cliccare su un link sottostante.

La Polizia raccomanda di non aprire assolutamente il link perché può creare seri danni al telefono, anche bruciare la scheda madre e causare l’irrecuperabilità dei dati. Ecco il post della Polizia:

Nel sito de Il Messaggero l’articolo è stato pubblicato il 29 Luglio 2016 e l’ultimo aggiornamento risale al 30 luglio alle ore 14:22.

C’è un problema, ossia che nel post di Una Vita da Social non viene riportata alcuna informazione riguardo alle conseguenze della truffa, neppure tra le modifiche dello stesso:

post-truffa-whatsapp

Prima: “#OCCHIOALLATRUFFA: Un sms avvisa che si stanno violando le condizioni d’uso di #whatsapp,per evetare che venga disattivato l’account l’utente viene invitato tramite un link allegato a verificare il proprio account.Il messaggio va cestinato senza aprire il link.”

Dopo: “#OCCHIOALLATRUFFA: Un sms avvisa che si stanno violando le condizioni d’uso di #whatsapp,per evitare che venga disattivato l’account l’utente viene invitato tramite un link allegato a verificare il proprio account.Il messaggio va cestinato senza aprire il link.”

L’informazione riguardante il rischio che possa “bruciare la scheda madre” viene prelevata dal commento di un utente:

commento-scheda-madre

Mia cognata l ha aperto e il cellulare è morto… Bruciata la scheda madre… Nn apritelo

Un link non può creare un danno del genere, neanche fosse la famosa storia della fantomatica usb killer, inoltre non è l’obiettivo dei truffatori che sono più interessati ad acquisire i vostri dati personali piuttosto che “bruciarvi la scheda madre”. Se pensate che lo facciano perché c’è un “gomblotto” dei centri di assistenza o dei produttori di cellulari vi segnalo a Perle Complottare che ci faccio due risate.

State attenti alla truffa, la riconoscete sempre da un singolo elemento: il link fornito nel messaggio truffa (verify-whatsapp.com, dal whois oscurato) non è quello del sito ufficiale di Whatsapp, già questo basta per farvi cancellare il messaggio e stare sereni.

Nota

Un utente commenta così l’articolo in pagina:

commento-fabio

Dato che la notizia viene dichiarata come disinformazione, un link può effettivamente fare molti danni simili, anche rendere inutilizzabile e irrecuperabile la scheda madre, tramite l’uso di codici segreti dei produttori, molti telefoni ne sono purtroppo ancora affetti da questa falla. http://www.tomshw.it/…/smartphone-android-a-rischio… purtroppo la disinformazione oggi ha un nuovo alfiere

L’articolo di Tom’s Hardware, intitolato “Smartphone Android a rischio formattazione dal Web“, parla di una falla che tuttavia non riguarda un eventuale danno alla scheda madre, bensì tratta di “formatazione” e solo per i cellulari Android:

Android ha un bug che permette di formattare il telefono tramite codice HTML. Si tratta di una delle più grandi vulnerabilità che sono state scoperte dal 2007 a oggi nel sistema operativo di Google per smartphone e tablet.

A parte questa estrema lontananza con il “bruciare la scheda madre”, l’articolo è del 26 settembre 2012 e nello stesso si sostiene che la falla sia stata già trattata dagli sviluppatori Android.

Capita spesso questo tipo di errore, molti condividono link di articoli senza considerarne la data.

David Puente

Nato a Merida (Venezuela), vive in Italia dall'età di 7 anni. Laureato presso l'Università degli Studi di Udine, opera nel campo della comunicazione e della programmazione web.
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