Mi segnalano un video pubblicato il 9 agosto 2016 dalla pagina Facebook di AJ+ dove viene riportata la notizia secondo cui la Palestina sarebbe stata rimossa da Google Maps. Questa riprende le proteste diffuse da un comunicato stampa da parte del Forum dei giornalisti palestinesi. Ecco quanto riportato da Middleeastmonitor.com il 4 agosto 2016:
The Palestinian Journalists’ Forum has denounced Google for deleting the name of Palestine from its maps and replacing it with Israel.
In a statement released yesterday, the forum said Google’s decision to remove Palestine from its maps on 25 July “is part of the Israeli scheme to establish its name as a legitimate state for generations to come and abolish Palestine once and for all.”
“The move is also designed to falsify history, geography as well as the Palestinian people’s right to their homeland, and a failed attempt to tamper with the memory of Palestinians and Arabs as well as the world.”
The forum said the move was “contrary to all international norms and conventions”, stressing that Google should back track on its actions.
C’è un problema che non viene considerato dai giornalisti palestinesi. Secondo loro la Palestina sarebbe stata rimossa il 25 luglio, ma esiste una petizione pubblicata sul solito sito Change.org che risale a qualche mese prima (marzo 2016) che critica il fatto della mancanza della Palestina all’interno di Google Maps:
The country of Palestine does not appear on Google maps. Why not? Israel, established on Palestinian land, is clearly designated. But there is no mention of Palestine. According to Google, Palestine does not exist.
The omission of Palestine is a grievous insult to the people of Palestine and undermines the efforts of the millions of people who are involved in the campaign to secure Palestinian independence and freedom from Israeli occupation and oppression.
This is an important issue, as Google Maps are now regarded as definitive by people around the world, including journalists, students and others carrying out research into the Israel-Palestine situation.
Whether intentionally or otherwise, Google is making itself complicit in the Israeli government’s ethnic cleansing of Palestine.
Please join us in calling on Google to recognize Palestine in Google Maps, and to clearly designate and identify the Palestinian territories illegally occupied by Israel.
Please remember to share this petition with your social media contacts.
Thank you.
Zak Martin
Ecco uno dei tweet dell’otto marzo 2016 che pubblicizzava la petizione:
Dopo questo passo falso da parte dei giornalisti palestinesi, passiamo alle questioni tecniche.
Google Maps cambia da paese a paese
Avete presente la Crimea? Ecco come viene visualizzata da Google Maps direttamente dall’Italia:
Ecco come viene visto dalla Russia (per provare collegatevi a https://www.google.ru/maps/):
A spiegare queste situazioni è il sito Qz.com con un articolo del 23 giugno 2014 dal titolo “DASHED See how borders change on Google Maps depending on where you view them” dove viene mostrato l’esempio dei confini del Tibet visti dall’India, dalla Cina e dagli Stati Uniti:
In un articolo precedente del 10 giugno 2014 lo stesso sito riporta l’elenco dei Paesi che si ritrovano in situazioni simili, tra cui anche la Palestina e Israele:
Here is the complete list of countries that are not highlighted on Google Maps, according to an analysis by Quartz:
- Albania
- Bhutan
- China
- Cyprus
- North Korea
- Egypt
- Georgia
- India
- Israel
- Japan
- Kenya
- Malawi
- Mauritania
- Mauritius
- Montenegro
- Morocco
- Nauru
- Pakistan
- Palestine
- Philippines
- South Korea
- Russia
- Serbia
- South Sudan
- Sudan
- Syria
- Macedonia
- Ukraine
- Tanzania
- Vanuatu
- Venezuela
- Vietnam
Correction (June 11): An earlier version of this article omitted Venezuela from the map, list, and count of non geo-highlighted countries.
Insomma, si trattava di una cosa già nota che i giornalisti palestinesi non hanno verificato.
Google riconosce in qualche modo la Palestina?
Nel 2013, per la precisione a partire dal primo maggio, il motore di ricerca di Google cambiò la denominazione della propria Home Page per coloro che si collegavano proprio dalla Palestina (con tanto di dominio Google.ps):
Nota di fine articolo
Chi sosterrà la tesi che io sia “pro Israele” e che sia contro i palestinesi rispondo subito che si sbaglia di grosso e gli suggerisco di fare una ricerca nel mio blog, magari cercando “Welcome Palestine“. Riporto inoltre la seguente immagine usata come immagine di copertina del mio profilo Facebook privato per capire la mia posizione a riguardo:
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.