Non bastava Red Ronnie con i vaccini! Il 6 settembre 2016, durante la trasmissione radiofonica “La Zanzara”, Vittorio Sgarbi parla di AIDS e omosessuali:
Non ho mai pensato di comprare il preservativo, infatti, pur avendo sperimentato molto il campo, non mi è capitato nulla. [Cruciani: “Hai avuto culo!”] Se tu hai una moglie e scopi sempre lei puoi prendere l’AIDS. Altrimenti, se tu ne fai una e poi scappi sei più veloce tu dell’AIDS: bisogna toccare e scappare, toccare e scappare, toccata e figa, toccata e figa… […] Se tu approfondisci con un corpo malato, alla prima non capita niente, capita una su un miliardo, alla terza o la quarta insistendo può capitare. Quindi, l’unica arma intelligente è toccare e figare, toccare e figare, toccare e fuga, è una cosa che ho studiato benissimo [Cruciani: “Questo è il rischio massimo”] E’ il rischio minimo. [Cruciani: “Quello è l’opposto di quello che dicono”] Ti dicono solo delle balle. [Cruciani: “Rischi di più delle malattie scopando sempre solo la moglie o una sola persona”] Pericolosissimo! […] La possibilità che tu tragga un danno è nell’insistenza sulla stessa area, se invece non insisti su nessuna e su tutte sorvoli… si chiama volo d’uccello per questo! […] Esiste l’AIDS, ma si è visto poi che è diventato diverso da quello che era stato annunciato. […] Non ho mai avuto paura, la figa non ha i denti per quello: se non ha i denti non è pericolosa. […] Tutti quelli che l’hanno presa, secondo te, hanno scopato delle donne oppure hanno fatto qualcos’altro? Tu hai mai visto un morto di AIDS totalmente eterosessuale che non abbia mai avuto una declinazione omosessuale prevalente? […] Dimmi un nome di chi è morto di figa! […] Io non conosco un solo eterosessuale morto di figa, la figa non fa danno! Poi il culo è pieno di merda quindi farà sicuramente danno. L’AIDS è un passaggio di merda e sangue! […] Fidel Castro ha scopato 35 mila donne appestate, non è morto di AIDS. […] Se uno scopa solo donne non muore, perché la figa non avendo i denti non è dannosa.
Come se non bastassero i negazionisti! Per fortuna Cruciani lo ha contraddetto più volte, falsità del genere non si possono sentire in alcun modo. Lui, però, ha “sperimentato molto il campo” e a quanto pare questo gli permette di parlare da “virologo” (gli altri, quelli veri, “dicono solo delle balle“).
Tenendo pure conto del concetto di Sgarbi, se Cruciani avesse detto il nome di un noto personaggio eterosessuale morto di AIDS (come il tennista americano Arthur Ashe) mister “Capra!Capra!Capra!” poteva mettere in dubbio l’eterosessualità dell’individuo (potrebbe rispondere “Tu che ne sai che fosse del tutto eterosessuale?“).
Un po’ di storia:
Il 1982 si chiude con due eventi significativi: la prima morte, a seguito di una trasfusione infetta, di un bimbo emofiliaco e il primo caso di trasmissione materno-fetale dell’Aids. Si fa dunque sempre più strada la consapevolezza di essere al cospetto di una nuova malattia in diffusione, che riguarda tutti e non più solo piccole categorie, anche al di fuori del confine degli Stati Uniti.
Nel 1983, in un incontro dei Cdc si comincia a discutere su come prevenire la trasmissione dell’Aids, considerando anche i rischi legati alle procedure di trasfusione, soprattutto nel caso di pazienti emofiliaci. È ormai chiaro che la malattia si può trasmettere anche fra eterosessuali e non soltanto fra omosessuali come si riteneva all’inizio.
Sgarbi diceva “Esiste l’AIDS, ma si è visto poi che è diventato diverso da quello che era stato annunciato” (inizialmente si ipotizzava che fosse “la malattia degli omosessuali”).
Un po’ di medicina (il testo è semplicissimo):
Esistono tre diverse modalità di trasmissione dell’Hiv: via ematica, via materno-fetale e via sessuale.
La trasmissione per via ematica avviene attraverso trasfusioni di sangue infetto o attraverso lo scambio di siringhe infette. Durante le prime fasi dell’epidemia, quando c’erano meno conoscenze sulle modalità di diffusione del virus, diverse persone sono state contagiate dall’Hiv in seguito a trasfusioni di sangue infetto o alla somministrazione di suoi derivati. A partire dal 1990 questo tipo di trasmissione è stata praticamente eliminata grazie a un controllo scrupoloso delle unità di sangue, al trattamento con calore degli emoderivati e alla selezione dei donatori, ma anche grazie a un minor ricorso a trasfusioni inutili e ad un maggiore utilizzo dell’autotrasfusione.
La trasmissione attraverso il sangue rappresenta la principale modalità di diffusione dell’infezione nelle persone dedite all’uso di sostanze per via iniettiva. L’infezione avviene attraverso la pratica, diffusa tra i consumatori di sostanze, di scambiarsi la siringa o altro materiale utilizzato per iniettare la droga; questo materiale può contenere piccole quantità di sangue che può essere infetto se uno dei partecipanti è Hiv positivo. Possono essere veicolo di trasmissione dell’Hiv anche gli aghi usati, e per questo motivo è indispensabile l’utilizzo di aghi sterili monouso anche per le pratiche di agopuntura, mesoterapia, tatuaggi e piercing. Non va dimenticato che questa modalità di trasmissione è comune anche ad altri virus quali quelli responsabili dell’epatite B e C, infezioni anch’esse molto diffuse tra i consumatori di sostanze.
La trasmissione da madre a figlio, detta trasmissione verticale, può avvenire durante la gravidanza, durante il parto, o con l’allattamento. Il rischio per una donna sieropositiva di trasmettere l’infezione al feto è circa del 20%. Tuttavia è possibile ridurre tale rischio al di sotto del 2% somministrando la zidovudina (Azt, il primo farmaco usato contro l’Hiv) alla madre durante la gravidanza e al neonato nelle prime sei settimane di vita. Per stabilire se è avvenuto il contagio il bambino deve essere sottoposto a controlli ripetuti in strutture specializzate entro i primi sei mesi di vita.
Per la sicurezza del neonato, tutte le coppie che intendono avere un bambino dovrebbero valutare l’opportunità di sottoporsi al test per l’Hiv.
La trasmissione per via sessuale è nel mondo la modalità di trasmissione più diffusa dell’infezione da Hiv. I rapporti sessuali, sia di tipo eterosessuale che omosessuale, non protetti dal preservativo, possono essere causa di trasmissione dell’infezione. La trasmissione avviene attraverso il contatto tra liquidi biologici infetti (secrezioni vaginali, liquido pre-eiaculatorio, sperma, sangue) e le mucose. La trasmissione è possibile anche se le mucose sono integre.
Ovviamente, tutte le pratiche sessuali che favoriscono lesioni delle mucose genitali possono provocare un aumento del rischio di trasmissione. Per questo motivo i rapporti anali sono a maggior rischio, perché la mucosa dell’ano è più fragile e meno protetta di quella vaginale. È opportuno sottolineare che i rapporti sessuali non protetti possono veicolare non solo l’HIV, ma anche oltre 30 tipi di infezioni sessualmente trasmesse (Ist). La presenza di ulcerazioni e lesioni a livello genitale (anche se non visibili a occhio nudo) causate dalle Ist possono far aumentare il rischio di contagio con l’Hiv.
Da quanto specificato sopra, appare chiaro che non esistono categorie a rischio ma solamente comportamenti (ad esempio, i rapporti sessuali non protetti o lo scambio di materiale per sostanze di abuso) che sono a rischio per acquisire l’infezione da Hiv.
Il coito interrotto non protegge dall’Hiv, così come l’uso della pillola anticoncezionale, del diaframma e della spirale. Le lavande vaginali, dopo un rapporto sessuale, non eliminano la possibilità di contagio.
Anche l’assunzione di droghe o sostanze di abuso non iniettabili (cocaina, ecstasy, alcol) sono pericolose, in quanto riducono il livello di attenzione ed è pertanto più probabile esporsi a comportamenti a rischio (per esempio, rapporti sessuali non protetti).
Come non si trasmette il virus
Il virus non si trasmette attraverso:
- strette di mano, abbracci, vestiti
- baci, saliva, morsi, graffi, tosse, lacrime, sudore, muco, urina e feci
- bicchieri, posate, piatti, sanitari, asciugamani e lenzuola
- punture di insetti.
Il virus non si trasmette frequentando:
- palestre, piscine, docce, saune e gabinetti
- scuole, asili e luoghi di lavoro
- ristoranti, bar, cinema e locali pubblici
- mezzi di trasporto.
Sgarbi saprà di Arte e di storia dell’Arte, ma di medicina e storia della Medicina non credo proprio, ma in fondo lui sostiene che tutti mentono perché a quanto afferma avrebbe studiato per esperienza personale (“Non ho mai pensato di comprare il preservativo, infatti, pur avendo sperimentato molto il campo, non mi è capitato nulla“). Insomma, l’esperienza personale contro la scienza, ha detto tutto. Chissà se un giorno questo suo modo di fare non lo porti ad incontrare veramente l’AIDS, potrebbe diffonderlo ulteriormente “toccando e figando“.
Era meglio se commentava un film del genere: