Il caso del bambino di 18 mesi morto dopo il vaccino anti-meningite e l’ignoranza di chi non legge

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Il 16 settembre 2016 diverse testate giornalistiche hanno diffuso la notizia di un bambino di 18 mesi deceduto a tre giorni di distanza dal vaccino anti-meningite:

Tanto sensazionalismo, come purtroppo contraddistingue buona parte del giornalismo 2.0. Molti utenti si son soffermati ai titoli, come al solito, diffondendo a loro volta inutile allarmismo sul quale ora fanno leva i soliti antivaccinisti. Se poi leggiamo gli articoli (purtroppo non tutti tra quelli citati) troviamo qualche informazione utile a comprendere di più su questa triste storia.

Dall’articolo del Fatto leggiamo:

Subito dopo la diffusione della notizia, l’Asp (Azienda sanitaria provinciale) etnea ha avviato delle verifiche, ed “in via assolutamente prudenziale” ha sospeso l’utilizzo del lotto del vaccino in tutta la provincia. Ha inoltre avviato una segnalazione all’Agenzia italiana del farmaco per ulteriori verifiche ed accertamenti. Scettico sull’ipotesi di un nesso causale è il direttore del dipartimento Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità, Gianni Rezza. “È molto improbabile – ha spiegato Rezza – che la morte del bimbo sia attribuibile alla vaccinazione”, che non presenta “effetti avversi talmente gravi da portare alla morte”. Quello contro il meningococco del tipo C, precisa l’esperto, è infatti tra tutti i tipi di vaccini uno dei “maggiormente innocui, dal momento che è derivato semplicemente da una proteina purificata e non da cellule batteriche”.

Dall’articolo di Repubblica:

Un’ipotesi che, a parere degli esperti, appare comunque al momento remota, visto che in genere le reazioni avverse al vaccino si verificano in un arco temporale più ravvicinato. In ogni caso l’Asp di Catania, in via cautelativa, ha sospeso la somministrazione di quel lotto di vaccino. “In generale – spiega il manager Giuseppe Giammanco – si tratta di uno dei vaccini più sicuri secondo Aifa e Istituto Superiore di sanità. In via assolutamente prudenziale durante le verifiche avviate è stato sospeso utilizzo lotto e avviata segnalazione all’Agenzia del farmaco”.

Il manager ha disposto una indagine interna e trasmetterà gli esiti alla procura e ai Nas: “Dalle prime informazioni – spiega – si tratta di una prima dose di vaccino. È altamente improbabile una reazione così eclatante ad un antigene dopo la prima dose e dopo tre giorni, in assenza di memoria immunitaria. Anche studi internazionali sulle riviste British Medical Journal e Pubmed confermano i dati nazionali sulla sicurezza dei vaccini antimeningococcico in uso in Italia che vanta una grande esperienza campo prevenzione vaccinale”.

Dall’articolo de La Nuova Sardegna:

E’ “molto improbabile che la morte del bimbo di 18 mesi di Catania sia attribuibile alla vaccinazione antimeningococco del tipo C, che aveva effettuato tre giorni prima”. Ad affermarlo è il direttore del dipartimento Malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), Gianni Rezza, sottolineando come questo sia una dei vaccini “più innocui”.

“Ad oggi, non si registrano, che mi risulti – rileva l’esperto – effetti avversi talmente gravi da portare alla morte a seguito di questa vaccinazione. Si tratta anzi – precisa – di uno dei vaccini maggiormente innocui, dal momento che è derivato semplicemente da una proteina purificata e non da cellule batteriche”. Di solito, prosegue Rezza, “ciò che si può registrare sono blande reazioni cutanee”.

 

Come fanno notare i colleghi di Butac, il sito Livesicilia.it riporta un’altra informazione riguardo al caso:

L’attenzione degli investigatori è concentrata su quelle lunghissime 72 ore che separano il vaccino dal decesso e su quella terribile notte, quando, secondo la ricostruzione del responsabile Igiene Pubblica dell’Asp, al bambino sarebbe salita la febbre. “Sappiamo che è stata somministrata la tachipirina, un farmaco – ricostruisce Cuccia – molto sicuro, non so però quando, esattamente, sia avvenuta l’assunzione, né quale fosse il livello della febbre”.

La correlazione tra il decesso, il vaccino e la possibile assunzione di tachipirina è, al momento, esclusivamente temporale. Tutto dipende dall’autopsia, attualmente in corso. Ma il responso del medico legale potrebbe non essere sufficiente per comprendere cosa abbia ucciso il piccolo di Caltagirone. Di certo, il vaccino era conservato correttamente, lo hanno accertato i carabinieri del Nas. Ma l’Asp, per precauzione, ha sospeso la somministrazione del lotto che conteneva la fiala iniettata: contemporaneamente è scattata la segnalazione al ministero, è stata aggiornata la scheda sulle eventuali reazioni avverse ed è stato attivato il sistema di farmacovigilanza. Ma il giallo, che avvolge questa terribile morte, è ancora tutto da chiarire.

Bisogna stare attenti con l’informazione data ai lettori, il caso di Torino e della piccola Steffy dovrebbe avercelo ampiamente spiegato, purtroppo non tutti l’avevano seguito.

Leggeteli gli articoli! Sappiamo benissimo che ci sono titoli clickbait e totalmente errati, che distorcono una corretta informazione, ma prima di diffondere ulteriormente inutili allarmismi.. non fermatevi alla lettura dei soli titoli, cercate di approfondire e in caso attendete notizie più certe!

AGGIORNAMENTO 13 giugno 2017

In seguito ad un controllo ho notato un articolo del 6 gennaio 2017 pubblicato sul sito Newsicilia.it:

CATANIA – Subito la notizia. Da lunedì l’Asp di Catania ripristinerà il vaccino singolo contro il meningococco C, la forma più aggressiva di meningite. La distribuzione del vaccino era stata sospesa lo scorso settembre, quando, 3 giorni dopo la somministrazione del rimedio per proteggersi dalla malattia, un bimbo di appena 18 mesi è morto in una abitazione di Palagonia, centro della provincia etnea. Sulla vicenda ancora sono in corso le indagini dei carabinieri coordinati dalla Procura di Caltagirone, che potrebbero essere ad una svolta, visto che l’Asp di Catania ha deciso di interrompere la sospensione del vaccino finito sotto accusa d’accordo col magistrato titolare dell’inchiesta.

[…]

Mario Cuccia, responsabile del servizio di Epidemiologia e Prevenzione dell’Asp di Catania col quale parliamo per vederci chiaro, esordisce proprio con la notizia della fine del blocco della sospensione dell’antimeningococco C: “Guardi, mi chiama proprio nel giorno in cui abbiamo diramato una nota per i presidii ed i medici con la quale annunciamo che da lunedì sarà nuovamente disponibile il vaccino singolo. Abbiamo deciso così perché, per via dell’allarme provocato da certa maniera di fare giornalismo, è aumentata la richiesta di vaccinazioni e, soprattutto, perché abbiamo avuto il parere positivo della Procura che sta occupandosi delle indagini sulla morte del bambino”.

E, a proposito delle indagini, ci fornisce dettagli inediti: “Non ho mai creduto che la causa della morte del bimbo fosse il vaccino. La mia esperienza di epidemiologo me lo ha fatto escludere subito. Dopo appena 3 giorni dalla somministrazione un vaccino non può rivelarsi letale, provocando soffocamento”. Quindi, il piccolo di appena 18 mesi è morto per un soffocamento. Che, secondo Cuccia, non sarebbe stato causato da effetti micidiali dell’antimeningococco C. “Non parla soltanto la mia esperienza. Anche l’Aifa (l’Agenzia Italiana del Farmaco, alla quale è stato inviato un campione del lotto utilizzato dall’Asp etnea, ndr) ha confermato che il vaccino è sicuro. Saranno le indagini a stabilire cosa sia successo, cosa abbia provocato il decesso del bambino. Ancora non c’è stato un pronunciamento ufficiale della magistratura, ma da quanto, giocoforza, si apprende negli ambienti coinvolti nella vicenda, è da escludere che la causa sia stata l’inoculazione del farmaco contro la meningite”.

“Per quanto riguarda – conclude Cuccia – quanto detto dal medico al quale si rivolge la mamma che vi ha scritto non corrisponde a verità. Il vaccino tetravalente lo somministriamo serenamente ai bambini che hanno compiuto il secondo anno di età; non è assolutamente vero, quindi, che è sconsigliabile ai bambini al di sotto degli 8 anni. Anzi, vi dirò di più, faremo in modo che in futuro si adotti esclusivamente il tipo tetravalente (in Sicilia distribuito gratuitamente, al contrario di quel che avviene altrove, ndr), perché più completo, fornisce una maggiore copertura, visto che, oltre che dal C, protegge pure da atri ceppi”.

David Puente

Nato a Merida (Venezuela), vive in Italia dall'età di 7 anni. Laureato presso l'Università degli Studi di Udine, opera nel campo della comunicazione e della programmazione web.
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