Sono ormai tristemente noti i delinquenti del gruppo Shitstorm, tanto che la Polizia Postale ne parlò in un articolo del 2015:
Shitstorm=”montagna di letame”;
Si tratta di un insieme di persone che hanno come obiettivo comune “ripulire” la piattaforma Facebook da gruppi reputati dannosi e inutili.
La procedura messa in atto per raggiungere lo scopo prefissato è la seguente:Viene clonato un account di uno degli amministratori del gruppo e viene richiesto, con una scusa banale, ad un altro degli amministratori di aggiungerlo nuovamente.
Una volta entrato nell’account, il “finto amministratore” procede alle eliminazioni aggiungendo i propri complici per avere, quindi, il totale controllo del gruppo in questione.CONSIGLI PER DIFENDERSI:
Porre attenzione alle richieste di amicizia e di iscrizione evitando di accettare chi nelle immagini fa riferimento a SHITSTORM, diffidare di nuovi profili magari con nomi particolarmente “strani”.
Non si tratta di hacker (anche se è meglio dire cracker), ma persone che truffando (“reato commesso da chi, inducendo taluno in errore con artifizî o raggiri, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno“) gli admin dei gruppi per poi rubarglieli.
Questa volta è toccato al gruppo Facebook “Bologna Sotterranea“, come possiamo vedere sia via Facebook che nello screen sotto riportato con i nomi degli “admin”:
La stessa truffa è avvenuta anche in un altro gruppo Facebook chiamato “Sei di Trento se…” dal gruppo “Nameless“:
Tramite falsi profili questi hacker arrivano a farsi nominare amministratori del gruppo per poi estromettere i veri amministratori e lanciarsi, come sta accadendo in questo momento, in sberleffi ed insulti (niente di drammatico) agli abitanti della città di volta in volta presa di mira. Scopo di tutto ciò? “Scaturire odio, rabbia, malcontento dando la possibilità a tutti di esprimersi come meglio crede” spiega uno degli alias del gruppo che si definisce “despota ma anche democratico”
Mi tocca dire che i consigli della Polizia Postale non sono sufficienti, anche perché i truffatori in questione potrebbero benissimo considerare questo consiglio e attivarsi diversamente. Di seguito riporterò due semplici consigli:
- gli admin di un gruppo Facebook dovrebbero scambiarsi le loro email private, affinché possiate darvi tutti conferma delle richieste fatte via Facebook da account dubbiosi;
- oltre alle email è buona cosa scambiarsi il numero di cellulare ed eventualmente creare una chat Whatsapp per comunicare immediatamente nel caso si presentino certe situazioni.
Mi capita spesso, anche troppo, che mi giunge una richiesta di amicizia o un messaggio da un account identico a quello di un mio conoscente che mi dice “ciao, aggiungimi che mi han bloccato l’account“, ma prima di farlo me ne accerto, ponendo anche domande specifiche che soltanto io e il contatto ne conosciamo le risposte, ovviamente la prova definitiva è quella del cellulare (una chiamata e via).
Rendetevi conto che a questo punto certi personaggi dovrebbero avere addirittura accesso al vostro smartphone e al vostro account Whatsapp. Non sono “hacker”, ripeto, sono solo abili a farvi cadere nella loro trappola.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.