Il 19 settembre 2016 un utente di nome Nando pubblica la seguente foto accompagnata da una lunga descrizione:
E’ SOLTANTO UNA FOTOGRAFIA, MA MI OFFENDE!
La foto mostra una giovane êzida venduta all’asta in un mercato dell’ Arabia Saudita.
L’Arabia Saudita è un alleato dell’Occidente.
L’Italia intrattiene rapporti amichevoli con la monarchia saudita e le fornisce le armi che utilizza per la repressione interna e per massacrare altre popolazioni come nello Yemen.
Non posso riconoscermi nel mondo occidentale e rifiuto di considerarmi cittadino dello stato italiano: per l’uno e per l’altro provo ormai soltanto disgusto.
Appartengo a un mondo che non esiste perché deve essere ancora inventato.
Nell’ attesa i miei fratelli e le mie sorelle sono gli oppressi e gli offesi di tutto il Mondo.
Riporto quella che potrebbe essere la fonte della storia poi giunta al signor Nando:
La foto, in realtà, circola da diversi mesi e la sua vera storia è tutt’altra. La troviamo in un articolo del 12 aprile 2016 del sito Inlightpress.com che parla di uno spettacolo teatrale inscenato da studenti e artisti del Kurdistan iracheno per denunciare i maltrattamenti ad opera dell’Isis contro le donne, in particolare di una.
Lo spettacolo racconta la storia (a quanto affermano vera) di una ragazza di nome Gilan sequestrata dallo Stato Islamico, alla quale sono stati uccisi padre e fratelli, mentre la sorella si suicidò durante la prigionia.
A parlarne sono anche altri siti, come quello del canale televisivo Alghad.tv e il sito Theaterars.blogspot.it che riportando molte altre foto dello spettacolo teatrale:
Quindi abbiamo una foto decontestualizzata per accusare un presunto acquisto di una ragazza in Arabia Saudita, mentre invece era uno spettacolo teatrale inscenato nel nord dell’Iraq per raccontare la storia di una vera vittima dell’Isis.
Immagino che Gilan, la ragazza a cui è stato dedicata l’opera artistica di denuncia, non sarebbe molto felice di vedersi sfruttata una seconda volta.
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