La pagina Facebook “Catena Umana” pubblica il 30 settembre 2016 la seguente foto con la seguente descrizione:
Queste sono le persone che dovremmo aiutare e dare ospitalità in alberghi secondo Renzi. Io penso che sti politici dovrebbero farsi un esame di coscienza visto che in Italia fanno entrare cannibali.
FATE GIRARE
Non è la prima volta che la pagina fogna pubblica questa foto, infatti la troviamo in un articolo del 22 dicembre 2014 dal titolo “Ragusa: L’hanno messo in croce, semplicemente per inscenare una protesta anticristiana“, ma questa bufala ha origine nel 2013 in un post Facebook di Mario Bocchio (politico all’epoca PDL):
L’hanno messo in croce, semplicemente per inscenare una protesta anticristiana. E’ successo in Italia, a casa nostra, nel Ragusano. A farlo sono stati alcuni “coloureds”, limitiamoci a chiamarli così, di fede musulmana.
La bufala venne trattata su Giornalettismo e da Butac nel 2014, i quali spiegano che la foto venne scattata in Ghana (ne parlava l’articolo “Society for animal protection decries crucifixion of a cat” del 2011 pubblicato nel sito Modernghana.com). Tuttavia, analizzando la foto (salvata anche nel mio sito) pubblicata da Seresysimios.wordpress.com, sarebbe stata scattata nel 2010 e in Angola.
La foto sarebbe stata scattata con un iPhone a Luanda, in Angola (paese a maggioranza cristiana), il 9 ottobre 2010. Ecco i dati forniti da Regex.info:
Catena Umana l’ha condivisa nuovamente in seguito al successo virale (con oltre 13 mila condivisioni) del post di tal Entony del 12 settembre 2016 (infatti riporta lo stesso testo):
Queste sono le persone che dovremmo aiutare e dare ospitalità in alberghi secondo Renzi. Io penso che sti politici dovrebbero farsi un esame di coscienza visto che in Italia” fanno entrare cannibali.
Ora, prendere una foto a caso dal web per fare campagna anti-immigrazione ha ben poco senso, facendo di tutta l’erba un fascio senza considerare che in Ghana, dove si sostiene provenga la foto, l’atto venne fortemente criticato. Che ci siano persone poco raccomandabili all’estero non significa che tutti i suoi connazionali sarebbero come loro.
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