SESSO SESSO SESSO SESSO!
È “il degrado totale”, questo è il “titolo” che ho messo nell’immagine. Il motivo? Dover scrivere un articolo dove riporto ancora una volta il maledetto degrado di utenti dediti al “fappening” e dei “cyberbulli” che continuano ad infestare i social, pronti a criticare il “perbenismo” in difesa di “una sega di troppo“.
La pagina Facebook “L’arrestato PD del giorno” pubblica il 2 ottobre 2016 il seguente post:
“Amministra pagina Fb con materiale #pedopornografico”. Davide #Miele #Segretario #Pd #Martellago #sospeso
(Siamo già al secondo #pedofilo #pd in un mese…. )
#arrestanovoi #fateschifo #estinguetevi
goo.gl/AsM6kW
La fonte della pagina Facebook è un articolo de La Nuova Venezia del 30 settembre 2016:
MARTELLAGO. Davide Miele, segretario del Pd di Martellago, è stato sospeso dal partito. Lo ha fatto Gigliola Scattolin, alla guida del Partito Democratico metropolitano, dopo che in mattinata il 35enne era finito nel mirino della giornalista e blogger Selvaggia Lucarelli sulla sua pagina Facebook. L’accusa: amministrare una pagina del social network (“Acazzoduro”) con collegamenti a dei siti pedopornografici.
«Vorrei scrivere un pezzo lungo e approfondito» si legge «sulla questione Bibbia 3.0 e sto cercando le ragazze coinvolte. Quelle che hanno voglia di parlare, raccontare, denunciare anche (e immagino soprattutto) in forma anonima. Sono stata già contattata da un paio di voi che stanno vivendo un faticoso ma abbastanza rapido iter giudiziario e mi piacerebbe mettervi in contatto, se qualcuna di voi lo desidera. Nel frattempo mi domandavo come mai uno degli amministratori della pagina Acazzoduro che a suo tempo è stata (ed è) tra le pagine sospettate di aver diffuso i contenuti pedopornografici della Bibbia mi minacci pubblicamente. Mi domando anche come si concili la sua attività di segretario del Pd di Martellago con l’amministrazione di una pagina simile, con le minacce (la cui origine mi è sconosciuta) alla sottoscritta (che vuol dire ogni cosa a suo tempo?) e soprattutto coi contenuti del gruppo chiuso che per esempio incitano a stuprare ragazzine di 13 anni. Qui sotto un esempio di contenuto estratto dal gruppo chiuso “Acazzoduro” postato da un utente della pagina. Cose di cui gli amministratori non si accorgono purtroppo. Magari Miele era a una riunione del Pd, chissà».
Miele, interpellato sulla vicenda, si è detto estraneo ai fatti, facendo presente come le foto siano state subito cancellate. L’avvocato difensore, Gabriele Nordio, ha parlato di «ripercussioni legali per la giornalista e chiederemo una rettifica per quanto avvenuto».
A parlarne è stato anche il Corriere della Sera il 30 settembre 2016:
MARTELLAGO (Venezia) Il nome del gruppo Facebook lascia ben poco spazio all’immaginazione o all’interpretazione: «Acazzoduro». Il primo problema è che tra i quattro amministratori della pagina c’è anche il segretario del Partito democratico di Martellago, Davide Miele, 34 anni. La seconda questione è che per la nota blogger e giornalista Selvaggia Lucarelli quella pagina aveva contribuito a diffondere le immagini pedopornografiche della Bibbia 3.0, un immenso file di foto e video caricato in dropbox e google drive che da giorni intasa gruppi whatsapp e siti internet vari. Apriti cielo. Ieri il ciclone delle polemiche si è scatenato con tutta la sua forza, tanto che la segretaria del Pd Metropolitano di Venezia, Gigliola Scattolin, ha deciso di sospendere dal partito Miele in attesa di ulteriori sviluppi.
Il tutto è partito da un post Facebook del 27 settembre della blogger:
La pagina fb Sesso droga e pastorizia su cui girano indisturbati tutti i link porno che denunciano i giornali e le TV da mesi con commenti che sono oltre il bullismo rimane lì indisturbata e aperta senza che nessuno intervenga. Loro ovviamente non mettono il link, mettono una foto o un commento sulla Leotta di turno sapendo che sotto si scatenerà la pioggia dei link ai video ad opera dei commentatori. L’amministratore, siccome ho denunciato questa cosa, mi ha scritto in privato un messaggio della serie “Ora ti faccio vedere io cosa ti scateno contro”. Se entrate lì dentro c’è da sentirsi male. Al momento stanno cercando di far chiudere la mia pagina a suon di cagna e “l’unica cosa che puoi fare è infilarti un membro in bocca”. Aspetto che si muova fb e magari la polizia postale. È veramente ora di finirla.
P.s.
Ah. L’amministratore Fulvio Treppiedi mi racconta che non può monitorare i commenti e i link che la gente posta. Capito? Noi li vediamo e lui no, perché ovviamente gli fa comodo averli lì per tutelarsi legalmente. Io come amministratore non posto nulla, sono i miei commentatori a farlo. Peccato che ora sia informato. E che siano informate anche le protagoniste dei video e chi sta indagando. A proposito. Mi segnalano che questo Treppiedi e un’altra delle sue pagine amministrare ha dei precedenti gravi in questo senso. (http://m.ilgiornale.it/…/non-abbiamo-creato-noi-la…/1256798/)
Mentre La Nuova Venezia parla di “pagina”, il Corriere parla di “gruppo” Facebook. C’è differenza? Si, perché lo scandalo riguardava proprio un “gruppo” di circa 100 mila iscritti che creò scandalo per delle condivisioni da parte di alcuni utenti di un archivio pedopornografico.
Chi ha parlato? Il fatto risale a diversi mesi fa
A scovarlo fu Il Giornale e raccontando il tutto in un articolo del 5 maggio 2016:
Così si presenta “La bibbia 3.0”: un enorme dossier di scatti pedo-pornografici (e non solo). Non si tratta di un archivio trovato in un computer di chissà quale pedofilo. Ma di un raccoglitore telematico consultabile online con un semplice clic: una lista infinita di documenti privati, intimi, ora alla portata di tutti. Spesso all’insaputa delle protagoniste.
Per ottenere l’archivio bisogna navigare per qualche ora. IlGiornale.it lo ha scovato sul gruppo Facebook “#acazzoduro” che conta più di 100mila iscritti. L’opera è mastodontica ed è figlia di tre aggiornamenti. “La bibbia – si legge nell’introduzione scritta dagli autori – raccoglie innumerevoli contributi dal web e da tutti i suoi meandri”. All’origine c’è un dropbox, aggiornato periodicamente, in cui sono memorizzati i file. A questo si aggiunge un link ad uno spazio di archiviazione online su Google Drive, creato (da un’altra persona) per facilitarne la consultazione.
I tre responsabili del dossier in dropbox (che si fanno chiamare Gesù, Pietro e Paolo) spiegano che le foto e i video sono stati “selezionati e posti nelle cartelle” denominate con etichette che vanno da “il canile” a “bagasce senza nome e cognome”, passando per “non sapevo fosse minorenne” (guarda qui). Molti documenti sono anonimi, difficile risalire all’identità delle ragazze coinvolte. Anche se non impossibile: la “bibbia”, infatti, vive dei “centinaia e centinaia di contributi” degli utenti della Rete. E così, quando una di queste viene riconosciuta, finisce schedata nella categoria “bagasce con nome e cognome”: 211 cartelle con scatti hot e generalità di tante giovani che vanno a comporre il puzzle di questo enorme archivio pornografico.
In un articolo successivo del 10 maggio 2016 viene intervistato uno degli amministratori del gruppo Facebook, Fulvio Treppiedi, che spiega come lui e gli altri suoi colleghi hanno cercato di fermare la diffusione dell’archivio:
Fulvio Treppiedi, uno degli amministratori del gruppo dove abbiamo trovato il link al dossier, precisa: “Quell’archivio è totalmente distante dal nostro indirizzo. È uno dei ‘figli’ più squallidi del web”
Perché e come è nato #acazzoduro?
“#acazzoduro è il gruppo ufficiale della nostra pagina ‘Senza futuro ma a cazzo duro’. È nato come semplice luogo d’incontro per gli utenti e come ‘fornace’ per stati ed immagini da mettere in pagina”.Parliamo di quanto abbiamo scritto noi de ilGiornale. Il link alla “bibbia 3.0” lo abbiamo trovato nel vostro gruppo. Veniva pubblicato spesso nei commenti. Voi come contrastate questa diffusione?
“Con l’unico sistema possibile purtroppo: il ban immediato. Sia per chi pubblica il link, sia per chi lo richiede. Come amministratori siamo abbastanza tolleranti, ma quell’archivio è totalmente distante dall’indirizzo del nostro gruppo e, peggio ancora, è uno dei ‘figli’ più squallidi del web”.Eppure tra le cartelle nella “bibbia” ce n’è una che si intitola proprio #acazzoduro
“Ti sembrerà paradossale ma non avendo mai visto la bibbia non so cosa ci sia dentro. Tuttavia, amministrando ormai da mesi, posso immaginare come sia nata quella cartella, però posso garantirti che noi non abbiamo contribuito minimamente a crearla”.E come è nata?
“Le cause principali che possono venirmi in mente sono due: il salvataggio delle immagini totalmente anonime da noi pubblicate in forma di link per il raggiungimento di determinati obbiettivi (300k likes, 400k likes e cosí via) e quelle fornite privatamente agli utenti stessi da qualche ragazza del gruppo”.Quindi le immagini su #acazzoduro girano…ma non è vostra responsabilità?
“Noi possiamo proteggere i membri del gruppo esclusivamente in base alla volontà dell’utenza stessa, purtroppo. Oltre alla semplice regola del ‘no nudo/porno’ in bacheca abbiamo bannato tantissime persone per un approccio troppo spinto in chat: la tipica richiesta di ‘uscirle’ è anch’essa da ban immediato e se vediamo una ragazza presa di mira da qualcuno in modo troppo aggressivo interveniamo immediatamente. Ma se sono le stesse ragazze a mandare immagini in chat private noi non possiamo fare nulla, lì sta alla moralità di chi le ottiene ed all’accortezza di chi manda. Non esito a definire ‘la bibbia’ più che deprecabile, la verità è che l’abitudine di mandare determinate immagini in giro è nata molto prima di #acazzoduro ed è oramai molto in voga. Sembra surreale ma come amministratore ho ricevuto immagini di nudo anche da ragazze con cui non avevo mai parlato prima, semplicemente per una questione (credo) di captatio benevolentiae. Immagini che, ci tengo a precisare, ho cancellato immediatamente anche perchè detto sinceramente non saprei cosa farne E, ovviamente, si tratta sempre di immagini che non avevo mai chiesto”.Una delle ragazze che si è ritrovata le sue foto nella “bibbia”, in una intervista ailGiornale ha detto che “secondo me la bibbia è nata dai gruppi come #acazzoduro”. Come rispondete?
“Ho letto quell’intervista, sì. Non posso parlare per tutti i gruppi del web ovviamente, ma#acazzoduro è nato a novembre/dicembre dell’anno scorso, mentre da quanto so io la bibbia gira da circa un anno e qualche mese. Come potremmo aver creato qualcosa che è nato ben prima di noi? “.Pensate in qualche modo, anche senza volontà, di averla aiutata a diffondersi?
“Semmai l’esatto contrario. Gran parte dell’utenza, sia al maschile che al femminile, ci tagga immediatamente ovunque si parli della bibbia, aiutandoci a tenere pulito il gruppo. Dal mio lato ho visto una presa di coscienza molto forte, tanto da averci fatto ricevere un aiuto fondamentale. Non è un risultato che avremmo ottenuto facilmente se avessimo in qualche modo favorito, anche senza volontà, la diffusione di quell’archivio. Infine…”.Infine?
“Vorrei aggiungere un rigraziamento al vostro giornale. Amministro gruppi grossi ormai da qualche mese e ho una visione se non altro accurata di come funzionino determinati meccanismi nel web. Ci sono persone che riversano tutta la loro smania di attenzioni in foto di nudo che girano fin troppo facilmente, ed altri che, invece, basandosi su una parlantina appena più sciolta, usano le debolezze di quelle persone per il loro effettivo vantaggio. Oltre ad essere qualcosa di estremamente degradante si parla di una pratica che, un domani, potrebbe effettivamente rovinare delle vite, ed è qualcosa che dico da molto prima di questo scandalo. Quindi, per quanto il mio gruppo sia finito nell’occhio del ciclone, grazie davvero per le indagini svolte e per aver contribuito a portare tutto ciò alla luce. Spero solo che serva a chiudere definitivamente questo traffico d’immagini fin troppo diffuso”.
Diversi gruppi Facebook coinvolti e le responsabilità
Ad approfondire l’argomento è stato il buon Drogo su NextQuotidiano in un articolo del 5 maggio 2016, il quale spiega che l’archivio è stato diffuso in diversi gruppi Facebook, che i gestori non ne sono gli autori ma tra di loro c’è chi ha tollerato la sua diffusione:
A rendere noto quello che in molti sull’Internet sapevano è stato un articolo di oggi del Giornale firmato da Giuseppe De Lorenzo e Marco Vassallo dove si parla della “Bibbia” come di un porno dossier. E visto che negli archivi ci sono nomi e cognomi di molte di quelle sconosciute (che spesso non si vedono nemmeno faccia) è giusto sputtanare anche coloro che a quella diffusione hanno partecipato. Sono i gruppi Facebook “ignoranti”, la versione per bimbiminkia dei chan di 4chan e affini con l’aggravante che invece che produrre meme producono instant-cancer. Il tormentone “escile”? È venuto fuori da lì. Sono per lo più gruppi chiusi o segreti: Pastorizia Never Dies, il gruppo della pagina Facebook Sesso Droga e Pastorizia, #IlCanile, #Acazzoduro, Brigata Togliatti e i vari Welcome to Favelas(con relativa pagina), Welcome to Degrado, Degradoland, Fabbrica del Degrado. Infinite variazioni su un tema. Significa che gli admin di questi gruppi sono gli autori dell’archivio? Assolutamente no, ma ne hanno tollerato la diffusione, così come è stata tollerata – ed anzi incoraggiata – la ricerca e la pubblicazione di immagini e video.
La conclusione dell’articolo di Drogo va letta perché descrive il degrado degli utenti presenti nei social:
È innegabile che su certi gruppi gli utenti vengano spronati a cercare e a condividere foto, video e informazioni delle “troie” (ma anche di tutta una serie di sottocategorie di “imperfetti” da esporre al pubblico ludibrio). Una sorta di gara dove chi porta più materiale viene riconosciuto il suo status di insider e conquista il diritto a non essere definito bimbominkia o risvoltinato. Prendersela con i giornalisti de Il Giornale per aver rivelato l’ovvio e tentare di negare l’evidenza è ridicolo. Così come è ridicola (su gruppi da 100 mila utenti) la caccia alle spie. I giornalisti e probabilmente anche le forze dell’ordine sono sempre stati all’interno di quei gruppi così come c’erano su 4chan o su Diochan. Benvenuti su Internet ragazzi, siete gli ultimi arrivati.
Leggetevi l’articolo su NextQuotidiano, capireste molto dagli screenshot dei commenti degli utenti.
La difesa di Miele
Tornando al caso di Davide Miele, la blogger Selvaggia Lucarelli basa la sua accusa ritenendo che sia colpevole di aver contribuito alla diffusione dell’archivio (“uno degli amministratori della pagina Acazzoduro che a suo tempo è stata (ed è) tra le pagine sospettate di aver diffuso i contenuti pedopornografici della Bibbia mi minacci pubblicamente“), nel frattempo l’avvocato del segretario del Pd di Martellago sospeso ha dichiarato quanto segue:
«Miele non ha mai diffuso nulla di quello che dice la Lucarelli – dice l’ avvocato di Miele, Giacomo Nordio – e ha sempre cancellato tutto quello che veniva postato dagli utenti della pagina. Chiederemo alla giornalista di rettificare le sue accuse, altrimenti procederemo per vie legali».
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.