Il 29 settembre 2016 nel “Blog delle Stelle” viene pubblicato un articolo dal titolo “Il vero quesito del Referendum costituzionale #iodicono“:
di Nicola Morra
Il quesito proposto da Renzi per il referendum dice: “Approvate il testo della legge costituzionale concernente “disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione”, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta ufficiale n. 88 del 15 aprile 2016?”
Una scheda vergognosamente faziosa, mistificatoria e incompleta.
Quindi l’ho riscritta io. Una scheda ONESTA che mette i cittadini davanti alla verità, nella condizione migliore di poter scegliere dovrebbe recitare: “Approvate il testo della legge costituzionale concernente “l’elezione dei senatori ad opera dei segretari dei partiti anziché dei cittadini, la concessione dell’immunità per consiglieri regionali e sindaci che faranno un doppio lavoro, il mantenimento dei costi sostanziali del senato, l’accentramento di competenze regionali, ma solo per le 15 regioni ordinarie, la triplicazione (da 50mila a 150mila) del numero di firme per le leggi di iniziativa popolare”, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta ufficiale n.88 del 15 aprile 2016?”
Condividiamola, facciamola girare. Servirà a contrastare la propaganda che Renzi vuole fare perfino nella cabina elettorale!
È notizia degli ultimi giorni che il Movimento 5 Stelle e Sinistra italiana abbiano fatto ricorso al TAR contro la scheda del Referendum del 4 dicembre, ritenendo che il testo riportatovi sia uno “spot pubblicitario ingannevole e non conforme ai requisiti di legge“.
Che cosa dice la legge italiana
Il testo dei quesiti referendari non vengono scritti con pura fantasia, ma sono regolati dalla Legge 25 maggio 1970, n. 352 (“Norme sui referendum previsti dalla Costituzione e sulla iniziativa legislativa del popolo“) che all’articolo 16 riporta quanto segue:
Art. 16
Il quesito da sottoporre a referendum consiste nella formula seguente: «Approvato il testo della legge di revisione dell’articolo… (o degli articoli …) della Costituzione, concernente … (o concernenti …), approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero … del … ?»; ovvero: «Approvate il testo della legge costituzionale … concernente … approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero … del … ?».
In pratica, o si elencano gli articoli che si andranno a modificare, oppure si riporta il titolo della legge. Ecco il testo del quesito contestato:
Approvate il testo della legge costituzionale concernente “disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione”, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 88 del 15 aprile 2016?
Il titolo della legge è infatti il seguente:
Come potete ben vedere con i vostri occhi, il quesito rispetta l’articolo 16 della Legge 25 maggio 1970, n. 352.
Legittimo secondo la Corte di Cassazione dal 6 maggio 2016
Quello che il Movimento 5 Stelle e Sinistra italiana dovrebbero ben sapere è che il testo del quesito referendario era già stato approvato e dichiarato legittimo il 6 maggio 2016 dalla Suprema Corte di Cassazione:
Ecco quanto riportato nell’Ordinanza 6.5.2016 Art.138 Cost. (consultabile dal sito Cortedicassazione.it in formato PDF e scaricabile anche da questo sito):
dichiara, in particolare, la legittimità del seguente quesito referendario: «Approvate il testo della legge costituzionale concernente “Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione” approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 88 del 15 aprile 2016?»;
Conclusioni
Invece di intasare il TAR con ricorsi del genere, invece di fare propaganda politica, usiamo tutti il nostro tempo e le nostre risorse per spiegare cosa si andrà veramente a votare. Come al solito, in Italia, queste occasioni in cui il popolo decide il destino di una legge diventano una sorta di “referendum revocatorio” alla venezuelana dove il quesito diventa improvvisamente il seguente:
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.