Il 9 ottobre 2016 il sito SocialBuzz, che avevo trattato in due precedenti articoli, avrebbe pubblico un articolo dal titolo “Torino, Appendino: Perquisizioni e Manette per l’ex giunta Fassino!” superando le 7 mila condivisioni Facebook (leggere nota [1] a fine articolo):
Sono state arrestate quattro persone dai carabinieri della procura di Torino nell’ambito dell’inchiesta sul Salone del libro. Tra gli indagati sono spuntati fuari i nomi di Maurizio Braccialarghe, ex assessore alla Cultura della giunta Fassino e Maurizio Braccialarghe, che ha subito una perquisizione. L’indagine è stata coordinata dal procuratore Gianfranco Colace ed è incentrata su come la multinazionale francese Gl Events, che gestisce Lingotto Fiere, sia riuscita ad ottenere la possibilità di organizzare tra il 2016 e il 2018 il Salone, uno dei principali eventi dell’editoria italiana, con un bando i cui requisiti erano molto simili a quelli offerti dalla società francese.
Tra gli arrestati ci sono anche: Regis Faure, direttore generale di Lingotto Fiere, Roberto Fantino, direttore marketing di Gl Events, e Valentino Macri[1], segretario della Fondazione per il Libro. Ai domiciliari è finito Antonio Bruzzone, dirigente diBologna Eventi.
Quello che è emerso dall’inchiesta è che un funzionario della Fondazione del Libro, veicolava informazioni segrete a un dirigente di Lingotto Fiere.
Tali informazioni riguardavano la presentazione di manifestazioni di interesse, l’identità degli interessati e la presentazione delle offerte, in modo da agevolare la multinazionale Francese così da consentirgli di poter modulare la propria partecipazione alle varie fasi della procedura di gara a seconda delle informazioni ricevute e di contattare uno degli altri partecipanti per concordare la sua uscita di scena.
L’indagine, partita inizialmente dall’ipotesi di peculato nei confronti dell’ex presidente della Fondazione del Libro Rolando Picchioni, che negli ultimi giorni è al centro di una polemica per quanto riguarda l’Associazione italiana editori, la quale vorrebbe lanciare una nuova fiera dell’editoria a Milano.
in merito alla vicenda è intervenuta la neo Sindaca di Torino Chiara Appendino che ha affermato: “Attendiamo di conoscere i dettagli dell’inchiesta in corso, auspicando che la magistratura, nei confronti della quale ribadiamo la nostra piena fiducia, faccia chiarezza nel più breve tempo possibile” – continua – “La notizia dei quattro arresti…
non fa che rafforzare l’esigenza di un totale rinnovamento della governance del Salone, senza però mettere in discussione le ragioni culturali e storiche che hanno decretato il successo di pubblico ed economico delle 30 edizioni che si sono succedute”- prosegue Appendino –” L’obiettivo principale resta quello di garantire lo svolgimento della prossima edizione del Salone, attraverso il pieno supporto di tutti gli attori istituzionali, economici e imprenditoriali coinvolti”.
In realtà il gestore del sito ha spudoratamente cambiato la data dell’articolo (che risale a 3 mesi fa), facendo pensare ai più che si trattasse di un articolo recente. A rivelarcelo è la cache di Google:
Bisogna dire, inoltre, che il testo dell’articolo è un copia incolla modificato da quello pubblicato il 12 luglio 2016 da Il Fatto Quotidiano, nel quale viene riportato soltanto il comunicato della Appendino e togliendo quello di Chiamparino:
“Attendiamo di conoscere i dettagli dell’inchiesta in corso, auspicando che la magistratura, nei confronti della quale ribadiamo la nostra piena fiducia, faccia chiarezza nel più breve tempo possibile”, è la dichiarazione congiunta della neosindaca 5 Stelle di Torino, Chiara Appendino e del presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino (Pd). La notizia dei quattro arresti “non fa che rafforzare l’esigenza di un totale rinnovamento della governance del Salone, senza però mettere in discussione le ragioni culturali e storiche che hanno decretato il successo di pubblico ed economico delle 30 edizioni che si sono succedute”. L’obiettivo principale – rimarcano Appendino e Chiamparino – “resta quello di garantire lo svolgimento della prossima edizione del Salone, attraverso il pieno supporto di tutti gli attori istituzionali, economici e imprenditoriali coinvolti”.
Ecco le modifiche dell’articolo (in alto SocialBuzz, in basso quello del Fatto):
Perché omettere Chiamparino dall’articolo? Attirare l’indignazione dei votanti del Movimento 5 Stelle (se poi l’articolo è diviso in pagine e in poche righe il click è moltiplicato).
AGGIORNAMENTO 21 luglio 2017
Nota [1]: Riporto per completezza d’informazione l’articolo del 29 luglio 2016 de La Stampa dal titolo “Salone del libro, 3 degli arrestati in libertà: hanno chiesto di patteggiare“:
Chiedono di patteggiare e tornano in libertà 3 dei 4 indagati per turbativa d’asta nell’ambito dell’inchiesta sul Salone del Libro che erano stati arrestati nelle settimane scorse su disposizione del gip di Torino. Si tratta di Valentino Macri, segretario della Fondazione per il libro, Regis Faure, dirigente di Gl Events e Roberto Fantino, direttore marketing del Lingotto. Il pm Gianfranco Colace ha chiuso la parte d’indagine relativa alla gara del bando triennale per la gestione della parte commerciale delle edizioni 2016-2018 del Salone di Torino, in cui, secondo l’accusa, sarebbero stati indebitamente favoriti i francesi di Gl proprietari del Lingotto Fiere. I tre, che nei giorni scorsi avevano ottenuto gli arresti domiciliari, hanno chiesto di patteggiare la pena di un anno e 300 euro di multa: la procura ha dato parere favorevole al patteggiamento e alla revoca della misura cautelare. L’udienza davanti al gup si terrà probabilmente a settembre. Non ha invece chiesto il patteggiamento il quarto indagato, Antonio Bruzzone, dirigente di Bologna Fiere, ente che si ritirò dalla gara.
In seguito sono a conoscenza, documenti alla mano, che il signor Valentino Macri ha ottenuto il patteggiamento e pagato il suo debito con la società.
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