Curioso l’articolo segnalatomi via messaggio privato in pagina, pubblicato il 7 ottobre 2016 dal sito Quifinanza.it e dal titolo “Paga 100mila euro di Iva per errore. L’Agenzia delle Entrate non glieli restituisce“:
07 Ottobre 2016 – E’ bastato mettere per errore un punto al posto di una virgola nell’auto-compilazione on-line dell’F24 per pagare l’Iva trimestrale, ed un agente di commercio di Pordenone ha finito per versare quasi 100 mila euro all’Agenzia delle Entrate. La quale non intende restituirli, ma gli ha annunciato che andranno a compensazione di futuri debiti. E dato che il libero professionista genera Iva per circa 4 mila euro l’anno, gli servirà un quarto di secolo per riavere quanto saldato per errore.
LA SVISTA – La vicenda, come detto, nasce da un piccolissimo errore “di punteggiatura” nell’auto-compilazione dell’F24 in cui inserire 967,30 euro, importo nella norma per un agente di commercio che opera nel settore delle forniture di caffè. Ma scambiando la virgola per un punto, l’importo è divenuto 96.730. Luca Schiavon, 52 anni, di Spilimbergo (Pordenone), ha pensato che sarebbe stata sufficiente un’istanza, ma dall’Agenzia è arrivata una doccia gelata: nessun rimborso immediato, ma un iter che impone comunque una fideiussione bancaria o assicurativa di almeno tre anni, ma col finale affatto scontato.
IL PROTAGONISTA – “Rivoglio indietro, immediatamente, i risparmi di una vita. Quanto accaduto ha dell’incredibile – racconta Schiavon a La Stampa -: nella mia intera carriera professionale non ho mai avuto così tanto denaro disponibile nel conto corrente. È accaduto che di recente avessi venduto un immobile e mi stessi guardando attorno per decidere come investire il ricavato. Senza quei soldi, il sistema automatico avrebbe rifiutato il pagamento, per mancanza di liquidità, e mi sarei accorto di quel maledetto punto al posto della virgola”.
LA RISPOSTA – “Nessuno si terrà i suoi soldi – la risposta del dirigente locale dell’ufficio del Fisco all’esterrefatto agente di commercio -: mal che le vada, compenserà debiti e crediti futuri”. Fatti due calcoli, al ritmo attuale, finirà di intascare il suo denaro alla soglia degli 80 anni. “Mi sento come un criminale che ha commesso un delitto terribile per il quale deve pagare una sorta di ergastolo economico – ha concluso Schiavon -: un secondo di distrazione e sono finito in un tunnel di cui non scorgo la fine”.
La storia venne raccontata dal Messaggero Veneto il 2 ottobre 2016, notizia poi rimbalzata qualche giorno dopo nei siti delle altre testate giornalistiche come Il Giornale, Il Fatto Quotidiano e La Stampa.
Proprio da La Stampa, nell’articolo del 6 ottobre dal titolo “Per errore paga quasi 100mila euro di Iva. L’Agenzia delle Entrate non glieli restituisce” (aggiornato il 9 ottobre), si apprende una buona notizia:
Gentile Direttore,
in merito all’articolo dal titolo “Per errore paga quasi 100mila euro di Iva. L’Agenzia delle Entrate non glieli restituisce”, desideriamo precisare che l’ufficio di Pordenone ha già contattato il contribuente ed effettuato i controlli sulla sua posizione fiscale. L’Agenzia restituirà al signor Schiavon quanto ha versato erroneamente in più del dovuto, non appena ricevuto l’impegno del contribuente a non utilizzare il credito. Il rimborso dovrebbe avvenire nel giro di circa 45 giorni.Ufficio Comunicazione
Agenzia delle Entrate
Bisognerà soltanto attendere, ma di fatto l’Agenzia delle Entrate provvederà a risolvere il problema rimborsando lo sfortunato agente di commercio.