Il 6 ottobre 2016 il sito Web-news24.com pubblica un articolo dal titolo “Nella nuova costituzione spunta il vitalizio d’oro per gli ex presidenti di 580mila euro“, di cui vi riporto il testo (compreso di errori di scrittura):
La notizia è stata riportata dal fatto quotidiano e mette in guardia gli italiani rispetto agli effetti della nova costituzione. Tra questi un vitalizio d’oro per gli ex presidenti. *.*
Il comma Napolitano, così è stato definito, si riferisce al budget intoccabile per tutti gli ex presidenti della Repubblica italiana pari a 579 mila euro annui. Siamo alle solite insomma, mentre tutti gli italiani vivono tempi di crisi profonda e devono stringere la cinghia per arrivare a fine mese, i politici riservano per loro stipendi e pensioni d’oro.
Tutto questo sembra anche agli occhi dei meno scettici, davvero una roba ingiusta.
Solo un avviso prima di continuare: non cliccate nell’immagine o nelle vicinanze della stessa riportante Napolitano, vi è celato un link che rimanda ad un sito di pubblicità (in pratica, cliccandovi fate guadagnare soldini al proprietario del sito Web-news24.com).
Ne parlò Il Fatto Quotidiano in un articolo del 16 ottobre 2015 dal titolo “Comma Napolitano: quei costosi privilegi degli ex presidenti blindati nella nuova Costituzione” (e nel dettaglio nell’articolo “Riforma costituzionale: così gli ex presidenti della Repubblica conservano i loro privilegi“):
La ragione è presto detta: il famoso “Comma Napolitano”, come in Senato hanno già denominato il comma 5 dell’articolo 40 contenuto nelle «Disposizioni finali» del ddl di riforma Boschi-Renzi. Si tratta di pochissime righe che in pratica costituzionalizzano una serie di singolari privilegi (“Lo stato e le prerogative…”) riconosciuti agli ex presidenti della Repubblica. Per capire di cosa esattamente si tratta rimandiamo all’articolo di Anna Morgantini.
Qui interessa dire come quando si tratta di tagliare pensioni, prestazioni sanitarie e assistenziali dei comuni cittadini si procede a colpi di mannaia. Quando invece si dovrebbero sforbiciare i trattamenti di Lorsignori non solo si taglia poco o niente, ma addirittura si blindano questi trattamenti costosissimi.
Nel caso in questione parliamo di 579 mila 643 euro l’anno riservati agli ex presidenti della Repubblica. Con uno staff invidiabile composto “di un capo ufficio, tre funzionari, due addetti ai lavori esecutivi e altri due addetti ai lavori ausiliari. Oltre un consigliere diplomatico o militare”. Per non parlare di altri benefit.
Trattamenti da sogno, appunto, per i pur illustrissimi ex. Ma almeno sinora sottoposti a semplici regolamenti del Quirinale e di Palazzo Madama (gli emeriti sono infatti anche senatori a vita di diritto). Che, in quanto tali potevano, volendo, essere facilmente modificati con interventi interni alle due amministrazioni. Tagliando il superfluo, magari.
Ebbene, in futuro tutto questo non si potrà più fare così facilmente. Perché quei privilegi saranno garantiti addirittura dalla legge suprema della Repubblica. Sono stati costituzionalizzati, appunto. Blindati.
Con tanti saluti ai cittadini che tirano la cinghia per i tagli e che non riescono più neanche a campare.
Stiamo parlando del 2015, ma la riforma approvata nel 2016 e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 88 del 15 aprile 2016 riporta ancora le parole citate nell’articolo 40 (quindi mantenuta nonostante le polemiche). Vediamo il comma 5 del suddetto articolo:
Art. 40.
(Disposizioni finali)
[…]
5. Fermo restando quanto stabilito dall’articolo 59, primo comma, della Costituzione, i senatori di cui al medesimo articolo 59, secondo comma, come sostituito dall’articolo 3 della presente legge costituzionale, non possono eccedere, in ogni caso, il numero complessivo di cinque, tenuto conto della permanenza in carica dei senatori a vita gia’ nominati alla data di entrata in vigore della presente legge costituzionale. Lo stato e le prerogative dei senatori di diritto e a vita restano regolati secondo le disposizioni gia’ vigenti alla data di entrata in vigore della presente legge costituzionale.
[…]
Articolo 59? Mi domando quanti abbiano letto le modifiche della Costituzione e cosa riportava prima tale articolo. È bene sapere di cosa parliamo:
VECCHIO ARTICOLO 59
E` senatore di diritto e a vita, salvo rinunzia, chi è stato Presidente della Repubblica.
Il Presidente della Repubblica può nominare senatori a vita cinque cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario.
NUOVO ARTICOLO 59
E` senatore di diritto e a vita, salvo rinunzia, chi è stato Presidente della Repubblica.
Il Presidente della Repubblica può nominare senatori cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario. Tali senatori durano in carica sette anni e non possono essere nuovamente nominati.
In pratica, la riforma vuole cancellare i senatori a vita nominati dal Presidente della Repubblica, ponendo loro un limite di mandato di 7 anni, mantenendo il numero massimo di 5 da lui scelti (questo limite è stato spostato dall’articolo 59 all’articolo 57 della Costituzione) e mantenendo il diritto degli ex Presidenti di diventare senatori a vita. La disposizione finale nell’articolo 40 riporta che gli attuali senatori a vita lo rimangono di fatto, quindi i vari Mario Monti, Elena Cattaneo, Renzo Piano e Carlo Rubbia non avranno un limite di 7 anni di mandato, infatti resteranno “fino a quando morte non ci separi” (qualcuno si starà “grattando”) nelle loro poltrone. Inoltre, qualunque cosa andiamo a votare il 4 dicembre questi incasseranno ugualmente e rimarranno seduti al loro posto con tutti gli attuali privilegi che posseggono! Questo non vi viene spiegato da entrambi i siti citati in precedenza, ossia da Il Fatto e da Web-news24.com.
Si parla di “Comma Napolitano”, ma è un nome di convenienza siccome risulta essere uno dei presidenti più odiati, mentre tale disposizione sarebbe stata a favore anche di Carlo Azeglio Ciampi (deceduto di recente) e, seppur con diversi altri privilegi, di tutti gli attuali senatori a vita (tra i quali Mario Monti, Elena Cattaneo, Renzo Piano e Carlo Rubbia).
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