Il caso della lettera del Sì inviata agli italiani all’estero. È illegale?

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Sul Blog delle Stelle il deputato Toninelli pubblica (l’undici novembre alle ore 18:21) un articolo dal titolo “Distruggere la lettera di #SpamPd agli italiani all’estero“:

Il Pd e Renzi hanno pestato una merda enorme. La lettera di propaganda per il Sì inviata dal presidente del consiglio agli italiani residenti all’estero contemporaneamente alle schede elettorali per il voto è un fatto di gravità inaudita. Fuori da qualsiasi responsabilità morale e istituzionale.
Cosa ancora più grave, nonchè forse illegale, è che il Pd abbia confessato che la lettera è un’iniziativa elettorale del partito, sostenuta interamente dal punto di vista economico dal partito stesso. Lo hanno detto per difendere Renzi, ma potrebbe essere un boomerang enorme. Come hanno fatto ad avere il registro? Hanno rispettatto tutte le procedure per poterlo fare? E’ una violazione della privacy e dei dati identificativi dei nostri connazionali residenti all’estero? Non è che Renzi ha utilizzato impropriamente la propria carica per ottenere tutti insieme gli oltre 4 milioni di dati degli italiani all’estero che ha poi passato al suo partito per fare propaganda al governo? Denunceremo lui e il Pd nelle sedi opportune e dovranno rendere conto della loro attività. Sicuramente è uno strupro del legittimo svolgimento della campagna elettorale.
Hanno talmente paura di perdere e andarsene a casa che ricorrono a qualsiasi mezzo subdolo, legale o forse illegale per accaparrarsi qualche voto in più. Ma questa volta l’hanno fatta veramente grossa e andremo fino in fondo per vederci chiaro. Vi terrò aggiornati!
Mi appello ai consolati, al ministero e a chi deve spedire la lettera, se ancora non fosse stata spedita, fermate immediatamente le spedizioni e provvedete a distruggere il materiale propagandistico. Se non fosse sufficiente avvisate gli uffici postali di non recapitare ai destinatari le lettere inviate dal Pd. Questa non è solo una faccenda politica, ma anche di legalità e regolarità dell’esito del voto referendario. Bisogna fare tutto il possibile affinchè il referendum non sia falsato.
Ladri di democrazia e spammer di professione: che brutta fine che ha fatto il Pd.
Il 4 dicembre votiamo NO e ricordiamo a Renzi della sua promessa: SE PERDI VAI A CASA!

Di questa lettera ne aveva parlato anche Il Giornale, pubblicandone alcune fotografie:

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Come riporta Toninelli, il PD sostiene che sia un’iniziativa del partito, quindi non del Governo, inoltre bisogna precisare (per sicurezza, perché qualcuno lo sta già pensando) che non vengono inviate assieme (inteso come “nella stessa busta”) alla scheda elettorale del Referendum, altrimenti il caso sarebbe veramente grave. Anche Mentana aveva criticato l’iniziativa, sostenendo che dovevano essere mandate due lettere (una per il Sì e una per il No), ma poi ha precisato durante l’introduzione del TG serale di venerdì 11 novembre che si trattata di un’iniziativa del comitato per il Sì e non del Governo (a spese del PD).

 

E’ una violazione della privacy e dei dati identificativi dei nostri connazionali residenti all’estero?

Nel sito del Garante della Privacy all’interno del “Provvedimento in materia di trattamento di dati presso i partiti politici e di esonero dall’informativa per fini di propaganda elettorale – 6 marzo 2014” troviamo la risposta:

5. Trattamenti particolari: propaganda elettorale e connessa comunicazione politica

Partiti, movimenti politici, comitati di promotori e sostenitori, nonché singoli candidati, possono lecitamente trattare dati personali per finalità di propaganda elettorale e connessa comunicazione politica in occasione di consultazioni politiche, amministrative o referendarie, di iniziative per selezione di candidati (cd. “primarie”).

I dati personali estratti da fonti “pubbliche” -vale a dire le informazioni contenute in registri, elenchi, atti o documenti detenuti da un soggetto pubblico, e al tempo stesso accessibili in base ad un’espressa disposizione di legge o di regolamento- possono essere utilizzati per finalità di propaganda elettorale e connessa comunicazione politica, senza richiedere il consenso degli interessati (art. 24, comma 1, lett. c, del Codice).

 

Come hanno fatto ad avere il registro?

Come constatato in precedenza, si parla di fonti pubbliche, ma quali sono? Esistono? Ecco cosa riporta successivamente il provvedimento sopra citato:

In particolare, possono essere utilizzati, per il perseguimento delle predette finalità di propaganda elettorale e connessa comunicazione politica, i dati personali estratti dai seguenti elenchi pubblici:

  • liste elettorali detenute presso i comuni, che “possono essere rilasciate in copia per finalità di applicazione della disciplina in materia di elettorato attivo e passivo … o per il perseguimento di un interesse collettivo o diffuso” (art. 51 d.P.R. 20 marzo 1967, n. 223, come modificato dall’art. 177, comma 5, del Codice);
  • elenco degli elettori italiani che votano all’estero per le elezioni del Parlamento europeo (art. 4 d.l. 24 giugno 1994, n. 408, convertito con l. 3 agosto 1994, n. 483);
  • liste aggiunte dei cittadini elettori di uno Stato membro dell’Unione europea residenti in Italia e che intendano ivi esercitare il diritto di voto alle elezioni del Parlamento europeo (artt. 1 e ss. d.lg. 12 aprile 1996, n. 197);
  • elenco provvisorio dei cittadini italiani residenti all’estero aventi diritto al voto (art. 5, comma 8, d.P.R. 2 aprile 2003, n. 104);
  • elenco provvisorio dei cittadini italiani residenti all’estero aventi diritto al voto per l’elezione del Comitato degli italiani all’estero (Comites, art. 13 l. 23 ottobre 2003, n. 286; art. 5 l. 27 dicembre 2001, n. 459; art. 5, comma 1, d.P.R. 2 aprile 2003, n. 104).

 

Cosa c’è scritto nella lettera?

Il testo lo riporta NextQuotidiano:

“Cara italiana, caro italiano, nessuno meglio di voi, che vivete all’estero, sa quanto sia importante che il nostro Paese sia rispettato fuori dai confini nazionali. Nessuno meglio di voi sa quanto sia importante che si parli di noi per la nostra capacità di lavorare, per la nostra creatività, per la nostra intelligenza. Ma nello stesso tempo, nessuno meglio di voi ha provato sulla propria pelle il fastidio, o addirittura la mortificazione di sentire, sull’Italia, risolini di scherno, accompagnati sai soliti, umilianti luoghi comuni.
Tra tutti, uno, durissimo a morire. Quello per cui siamo un Paese dalla politica debole, che si perde in un mare di polemiche. Un Paese instabile, che cambia il presidente del Consiglio più spesso di un allenatore della Nazionale. E tra noi, ahimè, possiamo dircelo: questo luogo comune non è così distante dalla realtà.
In questi due anni e mezzo di Governo ho visitato moltissimi Stati e ho provato ogni volta, con tutte le mie forze, a dare dell’Italia un’immagine diversa. A raccontare dei successi degli italiani del mondo, a promuovere le nostre bellezze, a sponsorizzare la capacità di innovazione dei nostri giovani.
Ma soprattutto, in ogni viaggio all’estero, ogni volta che ho sentito risuonare l’Inno di Mameli con voi, ogni volta che ho incrociato i vostri sguardi orgogliosi, ogni volta che sono riuscito a stringervi le mani, ho sentito fortissimi l’onore e l’emozione di rappresentare il Paese che noi tutti amiamo.
Dalla prima volta, a Tunisi, nel marzo di due anni fa, fino all’ultima, alla Casa Bianca, dove il Presidente Obama, scegliendo di dedicare all’Italia la sua ultima cena di stato, ha compiuto un gesto di straordinaria attenzione. E lo ha rivolto non al nostro governo, ma al nostro Paese.
L’Italia, dicevamo, ha un enorme bisogno di essere rispettata all’estero. E in questi anni qualcosa è finalmente cambiato. Ne sono fiero e felice. Ma non sono soddisfatto. Dobbiamo fare di più, tutti insieme. È vero, l’Italia non è più considerata il problema dell’Europa e il prossimo appuntamento del G7 nella magnifica Taormina, ci darà un’occasione per condividere i nostri valori umani, civili e sociali. Ma dobbiamo continuare a migliorarci, come le vostre storie ci insegnano.
E allora la riforma costituzionale su cui siete chiamati a votare, è un altro tassello per rendere più forte l’Italia.
Qualcuno dice che si tratta di tecnicismi, che non incidono realmente sulla vita del Paese. Tutt’altro. Con questa riforma superiamo finalmente il bicameralismo paritario, un sistema legislativo che esiste solo in Italia e costringe ogni legge ad un estenuante ping pong tra Camera e Senato. Anni per approvare una legge, quando il mondo, fuori, corre veloce. Con questa riforma superiamo il doppio voto di fiducia al governo, da parte di Camera e Senato, che ha dato al nostro Paese il record mondiale di instabilità (62 governi in 70 anni)
Questa riforma, definendo le competenze tra Stato e Regioni, mette fine all’assurda guerra tra enti pubblici che ogni anno si consuma in centinaia di ricorsi alla Corte Costituzionale.
Questa riforma riduce finalmente poltrone e costi della politica (315 stipendi in meno in Parlamento, stipendi abbassati ai consiglieri regionali, abolizione dei rimborsi pubblici per i gruppi regionali), elimina enti inutili come il Cnel (1 miliardo di spesa per zero leggi approvate), aumenta la maggioranza necessaria per eleggere il Presidente della Repubblica, garantisce più potere alle opposizioni. E questo senza toccare i poteri del presidente del consiglio, né alcuno dei “pesi e contrappesi” che garantiscono l’equilibrio tra i poteri dello Stato.
Per decenni tutti hanno promesso questa riforma, ne hanno discusso in tv e sui banchi del Parlamento, hanno riempito i giornali e più recentemente i social network. Ma si sono dimenticati di realizzarla.
Adesso la riforma c’è, ha superato sei letture parlamentari e ora dipende dal voto dei cittadini. Sì, anche dal vostro.
Sarete voi a decidere se questa Italia deve continuare ad andare avanti oppure deve tornare indietro. Sarete voi a decidere se dire sì al futuro oppure se rifugiarsi nell’attuale sistema, talmente burocratico da non avere nessun paragone in Europa.
Oggi possiamo dimostrare all’Italia e al mondo che noi ci crediamo davvero. Che la storia dell’Italia è meravigliosa e noi possiamo rendere migliore anche il suo futuro.
Oggi siamo a un bivio. Possiamo tornare ad essere quelli di cui all’estero si sghignazza, quelli che non cambiano mai, quelli famosi per l’attaccamento alle poltrone e le azzuffate in Parlamento. Oppure possiamo dimostrare con i fatti che finalmente qualcosa cambia e che stiamo diventando un Paese credibile e prestigioso.
Ci date una mano? Basta un sì”.

Propaganda, ovviamente.

 

L’errore nel volantino e la curiosa conclusione

Un fatto va certamente evidenziato, ossia l’errore di stampa evidenziato da Il Giornale:

Il dominio del comitato è sbagliato: "Bastausi.it" anziché "Bastaunsi.it"
Il dominio del comitato è sbagliato: “Bastausi.it” anziché “Bastaunsi.it”

Un errore non da poco, ma risulta curioso che il dominio Bastausi.it esista e sia stato registrato proprio l’undici novembre 2016 da Ruggero Barbetti:

bastausi-whois
Il Whois del sito Bastausi.it

Chi è Ruggero Barbetti? È il sindaco di Capoliveri e sostenitore del No al Referendum (è coordinatore del comitato “Costituzione Bene Comune – Comitato per la Ragioni del NO”):

Il profilo Facebook di Ruggero
Il profilo Facebook di Ruggero

Lui stesso ammette l’acquisto dal suo profilo Facebook:

ruggero-barbetti
Il post di Ruggero dove annuncia l’acquisto del dominio Bastausi.it

Niente da dire, personalmente mi congratulo per essersi reso conto della disponibilità del dominio, staremo a vedere come pensa di usarlo.

 

Conclusioni

Renzi, in questo caso, non ha utilizzato la sua carica per ricavare l’elenco dei votanti all’estero. Anche la lettera non riporterebbe riferimenti istituzionali, lo stesso Presidente del Consiglio non si firma come tale ma soltanto come “Matteo Renzi”. Di sicuro vengono utilizzate fotografie che lo ritraggono in momenti istituzionali con la relativa carica, questo si è criticabile, così come possono essere criticabili i contenuti della lettera stessa.

Questa attività di recupero dei dati e dell’invio non risulta illegale, a meno che il PD abbia ricavato qualche indirizzo illegalmente e al di fuori degli elenchi pubblici precedentemente citati. Questo lo si potrebbe scoprire soltanto se Toninelli manterrà la parola, ossia di voler denunciare Renzi e il PD per questa lettera, almeno la magistratura darà risposta definitiva in merito.

Risulta alquanto assurdo l’invito a distruggere il materiale e a bloccarne la diffusione, visto che è un’iniziativa del comitato per il Sì e non del Governo. A questo punto anche il comitato per il No potrebbe fare liberamente lo stesso stampando e inviando con le stesse modalità, basta pagare.

 

David Puente

Nato a Merida (Venezuela), vive in Italia dall'età di 7 anni. Laureato presso l'Università degli Studi di Udine, opera nel campo della comunicazione e della programmazione web.
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