La cyber propaganda su Twitter: conoscere i “ghost” e i “fake”

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L’articolo di oggi a firma Iacoboni su La Stampa, dal titolo “Ecco la cyber propaganda pro M5S.La procura indaga sull’account chiave“, ha suscitato parecchie polemiche via Twitter tra molti degli account citati. Una volta letti i vari interventi ho constatato che si ignora il significato di “ghost” e non si conoscono le metodologie di come vengono considerati da certi siti i profili “fake” su Twitter. Andiamo per ordine.

 

Che cos’è un Ghost Tweeter

Iacoboni nel suo articolo parla di “ghost”:

L’account di Beatrice ha di volta in volta vari ghost. «Ghost», nell’analisi matematica sui dati della parte pubblica di twitter, non significa ghostwriter, cioè persone che scrivono per lei; significa account «matematicamente indistinguibili» da lei secondo alcuni parametri come interazioni, contenuti, e meta dati di riferimento (il tempo in cui un certo account fa determinate cose). A luglio i «ghost» così intesi erano quelli di un ex candidato governatore M5S e di @BVito5s, Rottamiamo Renxit, account dedicato alla distruzione del premier. In seguito, @Teladoiolanius (contenuti di destra, anti-immigrati e pro Trump), @Kilgore (bastonatura di avversari, politici o giornalisti) e @AndCappe (account vicinissimo a @Marpicoll, a sua volta ghost di @marionecomix, account delle vignette grilline di satira pesante a senso unico), o di recente @_sentifrux (Sentinella), @carlucci_cc (Claudia) e @setdamper. Numerosi altri account chiave sono sempre matematicamente vicinissimi, sempre ricorrenti, prevalentemente anonimizzati, profondamente interconnessi tra loro. Svolgono ruoli precisi: chi è anti-immigrati, chi anti-Renzi, chi pro-Putin, chi pro-Trump, chi dedito alla bastonatura. La condivisione esatta dell’andamento dei metadati, e la spartizione palese dei ruoli, non si configurano, algoritmicamente, come casuali. C’è una centrale che gestisce materialmente questi account? La Procura si trova ora a indagare anche su questo.

Che cos’è il Ghost Tweeter? Possiamo riassumerlo riportando la definizione presente su Urbandictionary:

1.The act of helping a friend fine tune their twitter updates. Either to make them funnier or more concise.
2. Knowingly coming up with tweets for a friend or colleague.
3. Tweeting for a company or entity under the guise of being them.
4. Tweeting as a celebrity without their knowledge.
“Wow, Jane’s last tweet was hilarious. she must have a funny ghost tweeter.”
or
“That’s not really Ashton Kutcher on twitter. That is a ghost tweeter.”

Marione non ha affatto compreso il testo di Iacoboni, arrivando a pensare che sia stato addirittura considerato un “algoritmo”. Ecco, infatti, il suo tweet di risposta all’articolo de La Stampa:

marione-iacoboni-ghost-risposta-algoritmo

Dedicato ai COGLIONI che credono io sia un algoritmo…non vi passa più!!!!?

Il caro Marione non ha compreso questa frase: “a sua volta ghost di @marionecomix“. Non significa che sia stato etichettato come “algoritmo”, ma che un altro account si comporti come “ghost” diffondendo i suoi tweet (vedi punto 1 della definizione di Urbandictionary precedentemente riportata).

Tranquillo Marione, nessuno ti ha definito “algoritmo” (almeno adesso posso associare un volto). Nel frattempo l’educazione tornerà di moda (si spera).

 

Gli account “fake” e il tool di Twitteraudit.com

Arriva poi l’interessante tweet di Luisella Costamagna che pubblica lo screen del risultato fornito dal servizio di TwitterAudit sui presunti “fake” che seguirebbero l’account di Iacoboni:

luisella-costamagna-twitteraudit-iacoboni-fake

Ecco @jacopo_iacoboni Perché tu lo sappia. Buon lavoro

Secondo il risultato ottenuto da Luisella con TwitterAudit, l’account di Iacoboni sarebbe seguito da oltre 3 mila “fake”. Un numero maggiore rispetto a quello che si ottiene cercando quelli di “Beatrice Di Maio” come sostiene la stessa Luisella in un altro suo tweet:

luisella-beatrice-di-maio-fake-iacoboni

@BeatricedimaDi (con meno follower fake di @jacopo_iacoboni), @marionecomix e gli altri cosa rispondono? @LaStampa

C’è un problema, ossia il metodo utilizzato da TwitterAudit per conteggiare i presunti “fake”. C’è scritto nello stesso sito, basta leggere:

twitteraudit-sistema

About TwitterAudit

Each audit takes a random sample of 5000 Twitter followers for a user and calculates a score for each follower. This score is based on number of tweets, date of the last tweet, and ratio of followers to friends. We use these scores to determine whether any given user is real or fake. Of course, this scoring method is not perfect but it is a good way to tell if someone with lots of followers is likely to have increased their follower count by inorganic, fraudulent, or dishonest means.

TwitterAudit is not affiliated with Twitter in any way.

Il metodo di ricerca è ben chiaro. Il sistema preleva un campione di 5000 follower dell’account e li analizza. Perché solo 5 mila se i follower sono di gran lunga superiori? Perché è il limite posto dalle API di Twitter. Di questi follower il sistema analizza il numero e le date degli ultimi interventi, quindi se un utente non risulta attivo da molto tempo potrebbe facilmente essere identificato come fake. Esistono numerosi account che vengono creati con il chiaro intento di seguire gli aggiornamenti altrui, come quelli relativi a siti di notizie e personaggi famosi, alcuni soltanto per creare applicazioni. Pensate che fino a qualche mese fa non usavo Twitter come adesso, potevo benissimo essere considerato un “fake” secondo i criteri di TwitterAudit.

Insomma, quello di TwitterAudit non è affatto un sistema affidabile, infatti nel finale del “disclaimer” troviamo questa importantissima precisazione: TwitterAudit non si ritiene affiliato a Twitter in alcun modo.

Cosa dovremmo pensare, quindi, dei seguenti account Twitter?

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Non mi affiderei a servizi come TwitterAudit per queste cose, son giocattoli.

David Puente

Nato a Merida (Venezuela), vive in Italia dall'età di 7 anni. Laureato presso l'Università degli Studi di Udine, opera nel campo della comunicazione e della programmazione web.
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