In un’intervista pubblicata il 24 novembre da LiberoQuotidiano, a firma Franco Bechis, viene intervistata quella che dichiara di essere “Beatrice Di Maio”:
Bechis: “Beatrice di Maio, quale è il suo vero nome?”
“Beatrice”: “Tommasa Giovannoni Ottaviani, donna e mamma di due ragazzi. Arredatrice di interni…”
Bechis: “Aggiungo io, Tommasa della Titti. E il nuovo cognome che ha: Brunetta. Titti la moglie di Renato Brunetta…”
Iacoboni, in seguito ai tweet notturni di Bechis che anticipavano lo scoop, risponde così:
Iacoboni: “Titti Giovannone, moglie di Renato Brunetta, spiega a Bechis di essere lei Beatrice di Maio, l’account denunciato dal sottosegretario Lotti”
Guido: “é una battuta, mi auguro”
Iacoboni: “c’è un’intervista di Bechis, ne prendo atto e la registro e segnalo per correttezza”
Che dietro “Beatrice Di Maio” vi fosse lo stesso Movimento 5 Stelle o la Casaleggio Associati risulta difficile da sostenere di fronte alla verosimile testimonianza di Titti Brunetta, l’intervista porterebbe a far cadere la teoria di una struttura orchestrata dall’alto, nonostante rimangano di fatto la falsa identità sostenuta e la denuncia per diffamazione per la quale dovrà rispondere. Tuttavia, c’è un problema che non tengono in considerazione e fanno male!
Una persona molto vicina al M5S e alla Casaleggio Associati mi ha contattato di recente, riportandomi assieme ad un “no comment” lo screen del tweet di Bechis dove mostra la foto di Titti assieme a Renato Brunetta. Mi ha stupito il fatto che tentasse di punzecchiarmi (ho riso) su una questione per la quale non avevo messo ne il dubbio ne la certezza, riportando soltanto questioni tecniche (cos’è un “ghost“, il problema di TwitterAudit, la presunta satira immune dal reato di diffamazione) e la strana reazione del Blog di Grillo, ma essendo lui un conoscitore degli ambienti social mi sorprende ancora di più (visto le sue reazioni online) che non sia preoccupato di un fatto estremamente evidente che potrebbe rivelarsi una brutta spina nel fianco per il Movimento e per qualunque altra forza politica.
Pensate un attimo alla storia raccontata da Titti Brunetta, una persona che ha mentito sulla sua identità (sosteneva essere “una ragazza di 25 anni“) e che è riuscita, in appena un anno, ad attirare verso di se oltre 15 mila follower tra i quali i grillini più sfegatati o verbalmente violenti. Dopo l’articolo di Iacoboni molti di loro hanno modificato il loro nome associandolo al suo per solidarietà e difendendola a spada tratta con hashtag del tipo #IoStoConBea (alcuni educatamente, altri a suon di insulti). “Beatrice” era una influencer sotto falso nome e identità, sappiamo benissimo quanto queste persone siano capaci di spostare a loro volta l’attenzione e le opinioni a favore o contro qualcuno, ma pensate in un futuro altre “Beatrice” gestite da persone con ben altri scopi e che potrebbero rivoltarsi contro lo stesso Movimento (creato dalla Rete, potrebbe sgretolarsi grazie alla Rete). Compreso il problema? Non sottovalutatelo, perché esistono già persone che lo stanno sfruttando. Fossi in loro li “scomunicherei” quanto prima (e in alcuni casi li denuncerei).
Signori, Titti Brunetta ha ammesso di essere “Beatrice Di Maio”, un account molto seguito, operando di nascosto dal marito. Fossi nelle società di comunicazione e social non me la lascerei scappare, visto quanto è riuscita a fare nel giro di appena un anno e con un target specifico (votanti M5S). Sono curioso di sapere cosa riuscirebbe a fare.
A proposito di curiosità, vi lascio con questi due passi:
“È forse all’attenzione della polizia postale, sparita dalla rete ieri perché ha sospeso il suo account. L’ ha fatto dopo che le ho mandato un messaggio privato su twitter”
“Signor Presidente del Consiglio, le posso assicurare che Beatrice di Maio non è lo strumento di una macchina del fango, ma una ragazza in carne ed ossa, di 25 anni. Una brunetta romana oggi spaventata“
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