BUFALA Agnese Renzi “Matteo perdonami ma al referendum voterò NO”

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Non poteva mancare l’ennesima bufala diffusa dal sito TG24.live di Ermes Maiolica, questa volta dal titolo “Agnese Renzi “Matteo perdonami ma al referendum voterò NO”“:

Le sconvolgenti dichiarazioni della first lady italiana arrivano alla vigilia dell’appuntamento elettorale più caldo degli ultimi anni che ha diviso i due schieramenti in una campagna referendaria all’ultimo colpo e diventano subito roventi. Da degna rappresentante degli umori della scuola italiana, Agnese Landini durante una nostra intervista svela le sue intenzioni di voto con un colpo di mano all’establishment del PD, svelando punto per punto le sue motivazioni:Voto No perché è falso che “si vuole la ‘paralisi’ contro il cambiamento della Carta ferma da 70 anni”. La Costituzione dal ’48 a oggi è stata modificata 35 volte e chi dice No non è che non voglia cambiarla, solo non vuole cambiarla in peggio, come fa questa riforma che ne stravolge più di un terzo (47 articoli su 139). Il cambiamento non è un valore positivo in sé: se è in peggio, meglio lasciare tutto com’è o – almeno – scegliersi costituenti migliori.Voto No perché è falso che la riforma “semplificherà e taglierà i tempi” col superamento del Bicameralismo paritario.

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È scritta male, in modo tutt’altro che semplice: trasforma le 9 parole dell’art. 70 in uno sproloquio in cui non si capiscono le funzioni del nuovo Senato; prevede fino a 10 modi diversi per approvare le leggi, complicazioni delle competenze di Stato e Regioni e conseguenti inevitabili ricorsi alla Consulta. Tempi più veloci?
Quando si è voluta la Legge Fornero sono bastati 20 giorni, per il Lodo Alfano meno di un mese.
Voto No perché è falso che “risparmieremo 500 milioni di euro l’anno”. La Ragioneria Generale ha calcolato un taglio massimo di 50 milioni, che si sarebbero potuti ottenere con una sforbiciatina del 10% delle indennità dei parlamentari, senza creare un “mostro istituzionale”.
Per risparmiare si poteva accogliere la proposta M5S di dimezzamento degli stipendi, che avrebbe garantito quasi il doppio (87 milioni), o abolire direttamente il Senato.
Voto No perché è falso che “i cittadini saranno più rappresentati e conteranno di più”. Vero il contrario: leggi di iniziativa popolare e referendum saranno più difficili (per un quorum inferiore ci vorranno più firme); i senatori non verranno più scelti da noi, ma da consigli regionali e Capo dello Stato (e una volta a Palazzo Madama i rappresentanti delle Regioni, spesso al centro di scandali, godranno dell’immunità); con Italicum e capilista bloccati alla Camera avremo un bel Parlamento di nominati, in cui il governo farà il bello e cattivo tempo (il ballottaggio e l’abnorme premio di maggioranza garantiranno a chi ha preso solo il 25% al primo turno il 54% dei deputati).
Voto No perché questo è anche un referendum su Renzi: se perde deve lasciare, come diceva lui stesso prima di rimangiarsi tutto temendo la malaparata. È stato “messo lì” (Marchionne dixit) col mandato di fare le riforme, senza essere eletto da nessuno; le ha fatte con la Boschi e Verdini a colpi di maggioranza; imperversa in tv e manda lettere a sua firma, a conferma che è lui il protagonista della campagna elettorale; ha piegato la politica economica del paese, con i bonus in manovra, per vincere.
Il voto è anche su di lui e il governo: se perde deve fare come Cameron dopo la Brexit.
Voto No, infine, perché col Sì vedo Jp Morgan, Confindustria, Marchionne, agenzie di rating, troika Ue, ambasciata Usa: lobby e poteri forti che oggi evocano l’Apocalisse, quando sono corresponsabili delle condizioni in cui versiamo. Il vero cambiamento è dire No a tutto questo. Finalmente.

Il testo delle presunte dichiarazioni di Agnese Landini vengono prese pari pari da un articolo de Il Fatto Quotidiano di Luisella Costamagna dal titolo “Referendum, sei buone ragioni per cui voterò No“.

Ricordo ancora una volta il sito, TG24.live, quello da cui venne pubblicata la bufala di Umberto Eco sui votanti del NO. Diciamo che sta volta Ermes ha cercato di bilanciare le due bufale.

David Puente

Nato a Merida (Venezuela), vive in Italia dall'età di 7 anni. Laureato presso l'Università degli Studi di Udine, opera nel campo della comunicazione e della programmazione web.
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