Katie Hopkins, autrice presso il tristemente noto quotidiano Daily Mail, ne ha combinata un’altra che è costata al tabloid inglese ben 150 mila sterline (178mila euro). Ecco quanto riportato dalla BBC:
Mail Online, which published her claim, also paid £150,000 in libel damages to the Mahmood family.
Hopkins wrongly said the family had links to al-Qaeda in two articles published in December 2015.
Il 15 dicembre 2015 venne negata alla famiglia Mahmood la possibilità di imbarcarsi su un volo da Londra a Los Angeles e la Hopkins, senza alcuna prova e con il solo fatto che si trattasse di una famiglia musulmana, pubblicò due articoli sul Daily Mail sostenendo che avessero dei legami con i terroristi di Al Qaeda e pubblicando addirittura la foto della loro abitazione.
Sul sito del tabloid britannico è stata pubblicata una lettera di scuse nei confronti della famiglia Mahmood, peccato che per certe cose ormai è tardi e qualcuno continuerà a identificarli come “amici dei terroristi”, anche perché gli articoli (cancellati in seguito al caso) vennero ripresi da diversi siti estremisti nei confronti della religione musulmana.
Già in passato la Hopkins aveva diffuso bufale tramite il suo account Twitter, come quella dei presunti cartelli stradali in lingua urdu (il suo tweet è tutt’ora online).
Quello pubblicato dalla vip britannica era un fotomontaggio, infatti l’originale è uno screenshot tratto da Google Street View nelle foto scattate nel luglio del 2015. Ecco lo screen dove potete notare molti elementi in comune (spero abbiate notato il furgone bianco):
Venne elogiata da Donald Trump nel 2015 via Twitter, la stessa prese l’occasione al balzo per far notare una petizione contro di lei perché venga rimossa dal Mail. Forse il tabloid britannico dovrebbe valutare di cacciarla definitivamente, non si sa mai che arrivino altre richieste di risarcimento per le sue bufale.
NOTA: la lettera di scuse del Mail è stata pubblicata in un orario alquanto curioso: “PUBLISHED: 00:00 GMT, 19 December 2016“.
Un “bellissimo” orario, non c’è che dire!
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