Il recente post di Beppe Grillo, dal titolo “Una giuria popolare per le balle dei media“, risulta essere molto interessante:
E alle balle propinate ogni giorno da tv e giornali chi ci pensa? Il quotidiano La Stampa ha diffuso un articolo sulla fantomatica propaganda M5S capitanata da Beatrice Di Maio, notizia ripresa da tutti i giornali e i tg, poi si è scoperto che era tutto falso. La Stampa non ha chiesto neppure scusa e nessuna sanzione è stata applicata nei suoi confronti, nè degli altri giornali e telegiornali che hanno ripreso la bufala senza fare opportune verifiche.
Poi fresca di oggi la bufala in prima pagina del Giornale di Berlusconi: “AFFARI A 5 STELLE. Grillo vuole una banca“. Una falsità totale che stravolge un fatto vero, ossia che Davide Casaleggio ha accettato di incontrare l’AD di una banca online che ha ricevuto vari premi per l’innovazione tecnologica utilizzando il web per scambiare esperienze e idee sula Rete e sulle sue possibilità, così come incontra decine di aziende innovative. Capite come lavorano i media?
I giornali e i tg sono i primi fabbricatori di notizie false nel Paese con lo scopo di far mantenere il potere a chi lo detiene. Sono le loro notizie che devono essere controllate.
Sono anni che contesto gli articoli di testate giornalistiche e dei “siti di informazione” contenenti bufale e di disinformazione, lo stesso vale per programmi televisivi e TG. La domanda è: Grillo come pensa di criticare questi mezzi di comunicazione se sono la fonte dei contenuti pubblicati sui siti pro M5S come TzeTze, La Fucina e La Cosa, di proprietà della Casaleggio Associati che gli gestisce il blog? È facile presupporre che vengano facilmente pubblicate notizie convenienti e non contrarie alla linea editoriale di quei siti. Inoltre portano visite, i banner vengono visualizzati e tutto va bene (finché l’utente non usa Adblock). Un altro discorso è l’uso scorretto delle immagini e del noto clickbait, ma conosciamo già questa storia.
La Cosa, ad esempio, riprende servizi favorevoli dei TG. Era Grillo quello che sosteneva che non si dovevano guardare per poi veder condivisioni con titoli come “il video che nessun TG vi mostrerà” usando i servizi di RepubblicaTV?
Il post di Grillo critica sia La Stampa che Il Giornale, però su TzeTze vengono riportati lavori di queste due testate e su argomenti evidentemente selezionati:
Che senso ha visitare un sito come TzeTze (e seguire la pagina Facebook) che preleva le notizie da testate come La Stampa e Il Giornale con le notizie a favore del M5S (e utili a generare visite) se posso leggere sugli stessi anche quelli a loro sfavore? Gli utenti devono quindi sentire un’unica campana? È una loro libertà, certo, ma da parte mia preferirei disattivare Adblock nei siti contenenti i contenuti originali:
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Eppure TzeTze si presenta come un aggregatore di siti rigorosamente solo on line (“che non hanno una derivazione cartacea o televisiva“) per promuovere l’informazione indipendente in Rete svincolandosi dai mainstream media:
TzeTze pubblica in tempo reale le notizie scelte dagli utenti.
È un palinsesto dinamico originato dagli utenti, aggiornato ogni mezz’ora, che seleziona da siti rigorosamente solo on line, che non hanno quindi una derivazione cartacea o televisiva, le informazioni in base alla loro popolarità e attualità.L’inserimento del simbolo della mosca (bottone tzetze) a margine della notizia pubblicata nel proprio sito o blog consente di farla votare ed essere visibile nel portale tzetze.
L’obiettivo di TzeTze è di promuovere l’informazione indipendente in Rete svincolandosi dai mainstream media e di pubblicare le notizie in funzione dell’importanza attribuita loro dagli utenti.
Insomma, un evoluzione da aggregatore “indipendente” dai media tradizionali a “dipendente”.
Grillo conclude il suo post con una proposta che ritengo del tutto insensata:
Propongo non un tribunale governativo, ma una giuria popolare che determini la veridicità delle notizie pubblicate dai media. Cittadini scelti a sorte a cui vengono sottoposti gli articoli dei giornali e i servizi dei telegiornali. Se una notizia viene dichiarata falsa il direttore della testata, a capo chino, deve fare pubbliche scuse e riportare la versione corretta dandole la massima evidenza in apertura del telegiornale o in prima pagina se cartaceo. Così forse abbandoneremo il 77° posto nella classifica mondiale per la libertà di stampa.
Una giuria popolare? Immaginate se fosse composta da persone polarizzate ed ignoranti in materia (immaginate su temi delicati come i vaccini) chiamate a verificare una notizia a loro sgradita. Una proposta assurda, soprattutto in un’epoca in cui il problema è proprio la credulità della gente di fronte alle fake news diffuse dai media e dalla Rete, persone che credono ancora a Virginia Raggi protagonista del video di Forza Italia o a certe false notizie a favore del M5S. C’è gente che crede ancora al Senatore Cirenga, vogliamo affidarci veramente ad una giuria scelta a caso?
Se questa giuria dovesse sentenziare una comunicazione del Movimento dichiarandolo scorretto/fasullo/ingannevole come si comporterà? Farà una lista dei giurati come quella che ha fatto con i giornalisti italiani? Dirà che son pagati da qualcuno come ha fatto con Franco Battaglia? Sono domande curiose.
Nel frattempo Enrico Mentana ha deciso di procedere per vie legali contro Beppe Grillo:
In attesa della giuria popolare chiedo a Grillo di trovarsi intanto un avvocato. Fabbricatori di notizie false è un’offesa non sanabile a tutti i lavoratori del tg che dirigo, e a me che ne ho la responsabilità di legge. Ne risponderà in sede penale e civile
Grillo e i suoi dovrebbero capire che continuando in questo modo non contribuiranno affatto a migliorare la posizione dell’Italia nella famosa e tanto citata “classifica sulla libertà di stampa” (il perché è spiegato qua).
Concludo con questo video, adatto per l’occasione e per distendere i nervi dei lettori, di Jarabe De Palo dal titolo “Dipende” (volevo metterne un altro, ma era troppo).
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