Oltre ai titoli anche le foto sono importanti. Il problema del giornalismo 2.0 e il clickbait

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Ricordate quando l’allora direttore de L’Unità Erasmo D’Angelis rispose in merito alla bufala su Virginia Raggi protagonista del video “Meno male che Silvio c’è”? Ricordiamocelo:

unita-bufala-giustificata-raggi

Non avete pensato ad una rettifica quando la Raggi vi ha smentito?
«No, perché non è un’operazione politica, ma è giornalismo 2.0».

Vuol dire che non si fanno più verifiche?
«Voglio dire che la comunicazione social punta molto sulla quantità e sulla velocità. Sono sicuro che anche il Corriere.it avrebbe caricato il video».

Ma lei non crede che potevate controllare?
«La somiglianza è oggettiva e i social pieni di “smanettoni” che segnalano foto e video. Questo è accaduto».

Ha richiamato il responsabile del suo sito?
«No, perché ha fatto bene a pubblicare quel video».

Ha fatto bene a pubblicare una «bufala»?
«Il web ha modificato profondamente il giornalismo, sui siti e sui social gira di tutto».

Ribadisco quanto avevo detto all’epoca: la bufala non va giustificata, questo non è giornalismo!

Il quotidiano del Partito Democratico (che detiene il 19,05% delle quote), attualmente diretto da Sergio Staino, pubblica il 4 gennaio un articolo dal titolo “Federconsumatori attacca Raggi: “Le strade sono ridotte ad un colabrodo”” con un’immagine diffusa nel 2014 dall’utente Twitter @ElvisMario200:

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Attualmente l’immagine sul sito è cambiata, ma sono riuscito a salvare la versione scorretta su Archive, mentre rimane quella caricata su Twitter. La foto attuale è stata pubblicata il 23 novembre 2016 da Il Tempo in un articolo in cui si raccontava di una voragine creatasi in via Numanzia a Roma:

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Risulta più che ovvio che l’uso dell’immagine in questo contesto sia sbagliato, stiamo parlando di due anni fa e durante la giunta Marino. Nell’articolo non c’era neanche un riferimento a “foto di repertorio” che andrebbe messa come minimo. Chissà quanti utenti hanno fatto vedere la foto della buca del 2014 per accusare la Raggi.

È importante usare sempre foto attinenti al caso specifico, ma come capita con i titoli esistono anche i casi di immagini utili al clickbait. Molti ne hanno fatto e ne fanno uso, come accadde quando Beppe Grillo usò la foto di una vittima del terrorismo in Rhodesia negli anni ’70 per parlare di Ebola, come accadde quando Gianfranco Fini usò in un tweet una foto del 2012 durante la giunta Alemanno per contestare il problema rifiuti in cui si è ritrovata Virginia Raggi durante il suo mandato, seguito poi da Vittorio Zucconi che usò una foto scattata a Napoli.

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Per cortesia, usate foto attinenti o almeno evidenziate in qualche modo che siano foto di repertorio anche nei social (inserite una scritta come fanno su Gettyimages).

Rimane vero il comunicato di Federconsumatori che troviamo nel loro sito nella sezione Lazio:

federconsumatori-lazio

04/01/2017 Servizi pubblica amministrazione Emergenza buche a ROMA: inaccettabile la condizione in cui versano le strade della Capitale, con il più alto tasso di incidenti mortali d’Italia. Urgono provvedimenti immediati, specialmente nelle periferie.

David Puente

Nato a Merida (Venezuela), vive in Italia dall'età di 7 anni. Laureato presso l'Università degli Studi di Udine, opera nel campo della comunicazione e della programmazione web.
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