Ho ricevuto alcune segnalazioni riguardo una puntata di “La Vita in Diretta” in cui si sarebbe parlato dei numeri truffaldini circolanti via Whatsapp attraverso le classiche catene di Sant’Antonio:
Utente: “lo ritenevo gia un programma di bassa lega…adesso lo e’ ancor di piu”
Utente: “siii…ormai sembra che la poliziotta sia vera…il “contenuto” invece un Po meno”
Ecco come ne ha parlato in un articolo del 15 gennaio del sito Optimaitalia.com:
Le truffe telefoniche sono sempre dietro l’angolo, in particolare oggi riprenderemo il discorso relativo alle chiamate da 02, prefisso risaputamente italiano (ve ne avevamo già parlato qui mesi fa). Complice anche uno speciale servizio proposto da ‘La Vita in Diretta‘ di RAI 1, l’allarma è effettivamente scattato, creando tra gli utenti anche un po’ di confusione. Alcuni siti hanno finito col trarre le persone in inganno, meglio fare chiarezza sulla questione.
La trasmissione ha creato qualche problema? Piuttosto l’immagine diffusa online, priva della descrizione del suo reale contenuto. Bastava visitare il sito del programma e visionare la puntata del 13 gennaio 2017 dove al minuto 1:46:00 è intervenuta Lisa Di Berardino, vice questore aggiunto della Polizia di Stato, la quale ha spiegato correttamente la truffa: non si avvia rispondendo alla telefonata, ma richiamando al numero!
Attraverso la pagina Facebook della Polizia Postale, “Una vita da social“, arriva un ulteriore precisazione a riguardo:
FACCIAMO UN PÒ DI CHIAREZZA SULLE TRUFFE TELEFONICHE CON NUMERI A VALORE AGGIUNTO. I numeri in questione utilizzano prefissi italiani. Rispondere NON fa scattare l’addebito – a differenza di quanto segnalato su alcuni siti.
L’utente comincia a pagare SE richiama il numero.
Cosa che si è tentati di fare perché il numero sembra “normale”.
Nella circostanza però la comunicazione cade subito. In particolare le vittime più colpite sono gli anziani che ricevono incessantemente queste chiamate sulle utenze fisse e mobili e, pensando di aver perso una chiamata importante, richiamano questi numeri. Un’altra importante cosa da fare, è contattare il proprio gestore telefonico e chiedere la rimozione dei servizi a pagamento non richiesti ed apporre il blocco futuro.
I numeri possono essere bloccati inserendoli nella funzione blacklist del proprio telefono (se ne è dotato). Purtroppo il prefisso non corrisponde alla zona geografica di riferimento ma sono chiamate che provengono per lo più dall’estero.
Nell’immagine sottostante alcuni numeri truffaldini.
Tra i commenti al post troviamo quello di Salvatore, il quale riporta bene il problema legato all’uso scorretto delle foto diffuse online:
Salvatore: Purtroppo questa immagine della poliziotta affiancata ai messaggi truffaldini è stata già strumentalizzata per l’ennesima catena di S. Antonio che afferma il contrario.? Però è solo grazie a voi che diffondete la corretta informazione, che queste catene possono essere smontate e rispedite al mittente! 🙂
Insomma, da una foto si era giunti alla conclusione che durante il programma Rai le informazioni fornite da Lisa Di Berardino fossero scorrette, quando invece lo erano.
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