Circola via Whatsapp il seguente messaggio:
La Rai per il prossimo Festival di Sanremo pagherà per sole cinque serate al conduttore Carlo Conti ben 650.000 euro oltre ad altri emolumenti per la conduzione di altri programmi sulla Rai. Sempre per Sanremo la Rai pagherà per soli 15 di apparizione ben 50.000 euro ciascuno a Mika, a Ricky Martin e Tiziano Ferro. A Maurizio Crozza per le cinque serate ben 100.000 euro. Tutto questo a fronte di un buco di 400 milioni di euro nel bilancio aziendale della Rai. Ma c è di più nelle cinque serate del Festival di Sanremo, Conti ci chiederà di offrire 2 euro col telefono fisso o cellulare per le zone terremotate. Vi dico solo questo che ben 26 milioni di euro che gli italiani avevano già offerto con il telefono sono ancora bloccati a Roma. La richiesta per pulire la strada dell hotel Rigopiano in Abruzzo come ben sapete era partita già dalle sette del mattino e gli fu risposto che non potevano liberare la strada dalla neve perché l unica turbina in tutta la provincia di Pescara in pieno inverno era rotta. La provincia di Pescara non aveva 25000 euro per ripararla a causa dei tagli dei fondi dal governo. Sapete tutti come è purtroppo andata Rigopiano. Ora care amiche ed amici la spegniamo la tv o per lo meno non guardiamo Sanremo per tutte le 5 serate? Facciamo crollare l’audience. Diamo un segnale boicottiamo il Festival di Sanremo. Fate girare il messaggio. Penso è il minimo che si possa fare, anche per le vittime di Rigopiano. Forse se cerano quei 25000 euro si sarebbero salvati salvati. Ciao a tutti.
Lo riporta il primo febbraio anche il sito Videoandria.com come inviato alla redazione da parte di un cittadino andriese, ma dubito sia l’autore originale (piuttosto uno dei tanti che lo hanno condiviso).
Le somme non sono una novità, già il 19 gennaio 2017 il quotidiano La Stampa (con un ulteriore aggiornamento pochi giorni dopo) citava quella di Carlo Conti e degli altri personaggi che parteciperanno al Festival, tuttavia l’autore originale della catena di Sant’Antonio punta a far crollare l’audience di uno dei programmi che garantiscono entrate, e non perdite, nell’intera gestione della nostra televisione pubblica:
Quel giorno, La Stampa aveva scavato nei conti di Conti (Carlo) e in quelli del Festival di Sanremo (7-11 febbraio). Scoprendo che il conduttore/direttore artistico riceverà un compenso più alto di quello dell’anno scorso (650 mila euro contro 550), che la manifestazione costa alla Rai circa 16 milioni di euro e ne incassa 23, 22 di ricavi pubblicitari e 1 con il resto, cioè – soprattutto – la vendita dei biglietti d’ingresso al Teatro Ariston per le cinque serate.
I numeri, ripresi da numerosi siti web e da alcuni quotidiani in chiave polemica, avevano fatto molto discutere nei giorni scorsi, perlopiù a vuoto: la Rai (e dunque lo Stato, e dunque chi di noi paga il Canone Tv) dovrebbe considerare il Festival una fonte di ricavi e non una spesa.
Insomma, l’autore della catena di Sant’Antonio contesta un buco nel bilancio Rai e invita a peggiorarlo.
Già nel mese di gennaio 2017 il conduttore Carlo Conti (in un intervista rilasciata a Oggi) annunciò di voler donare parte del suo compenso alle zone terremotate:
“È più bello aiutare gli altri senza farlo sapere, senza sbandierarlo per farsi belli. Avevo già programmato di destinare una somma importante alle popolazioni colpite dal terremoto e volevo tenerlo per me, ma purtroppo queste polemiche assurde mi costringono a renderlo pubblico”.
Starà a lui mantenere la parola data, ma invitare a boicottare il Festival di Sanremo in questo modo è soltanto un danno.
Nota: l’articolo riportava inizialmente il titolo errato “La dannoso”, poi corretto. Inizialmente il titolo doveva essere “La dannosa catena di Sant’Antonio…”, ma risultando lungo ho tagliato il titolo lasciando quel “La” di troppo. Ho scritto e pubblicato alle 2:42 del mattino, un errore che può capitare in certi orari.