[Nota per i polarizzati: la prima pagina di Libero su Virginia Raggi non mi è piaciuta affatto, così come tanti altri episodi simili mostrati dallo stesso Quotidiano. Bisogna, tuttavia, invitare certe persone a riflettere su un problema evidente]
Libero Quotidiano non è un sito “satirico” (non è LiberoGiornale, che non lo è nonostante si professi tale, ma lo ricordo perché persone che si reputano “autorevoli” li confondevano nel citarli). Vediamo la prima pagina del 10 febbraio:
La vita agrodolce della Raggi
Patata bollente
La sindaca di Roma nell’occhio del ciclone per le sue vicende comunali e personali
La sua storia ricorda l’epopea di Berlusconi con le Olgettine, che finì malissimo
Guardiamo la home page di Libero del 11 febbraio alle ore 2:14 di notte:
L’effetto Raggi sui Cinque stelle Grillo, il sondaggio bollente / Cifre Altro che patata, ora Beppe trema
LA PATATA S’INCENDIA Ora arriva la vendetta Raggi, cosa vuol fare ora Libero, la gogna di Grillo
“SCUSE PER LA PATATA?” Lezione a Raggi e Boldrini: Vittorio Feltri le zittisce così Editoriale-bomba, M5S in tilt
Di Maio a bomba sulla patata, Feltri lo asfalta: “Volevo parlargli, ma per mandarlo a…”
Altro che patata, Travaglio arriva col cetriolo: la frase che affonda Raggi (e tutta la banda)
Patata bollente, occhio a Mentana: cosa ha tirato fuori sulla Carfagna / Guarda
Sgarbi definitivo sulla “patata bollente”: la frase che nessuno ha il coraggio di ripetere
Patata bollente, l’affare s’ingrossa: ora spunta pure la Boldrini / Guarda
“Patata bollente” e Grillo sbrocca: guerra a Libero-Feltri-Senaldi / Foto Feltri, il suo “editoriale-terremoto”
Feltri e la Raggi “patata bollente”: l’editoriale che ha fatto infuriare Grillo Secondo voi ha ragione? / Sondaggio
Leggendo l’editoriale di Feltri noto una sua richiesta alla “par condicio“:
Ci risiamo con le patate bollenti. Alcuni anni orsono fu la volta di Ruby Rubacuori, spacciata addirittura per nipote di Mubarak, che sollevò uno scandalo la cui eco ancora non si è spenta, dato che Berlusconi, assolto per averla trombata (scopare non è reato, per fortuna, altrimenti saremmo tutti in galera, tranne me poiché non ricordo come si faccia) è di nuovo sotto processo perché alimenta un certo numero di ragazze eleganti e diffamate dai media in quanto l’avrebbero data via. Adesso, per la legge del trapasso, tocca a Virginia Raggi assumere il ruolo increscioso di tubero incandescente.
[…]
Ciascuno ha il diritto di coricarsi con chi gli garba. Si dà però il caso che Silvio pagava di tasca i propri vizietti, mentre Virginia detta Giulietta ha attinto ai soldi pubblici per triplicare lo stipendio a Romeo. Mi pare una aggravante, ma non calchiamo la mano. Invoco soltanto la par condicio per chiunque sia trascinato dalla passione. Non pretendo molto.
Effettivamente in passato titoli simili furono usati per il caso Berlusconi-Ruby dal medesimo Quotidiano:
Certo, il Quotidiano non è uno stinco di santo ed è evidente un ripetuto uso dei riferimenti sessuali (o pubblicazioni facilmente interpretabili), non sono affatto una novità, senza contare la tendenza al clickbait che ricorderebbe TzeTze (il presunto portale che “promuovere l’informazione indipendente“, il quale riprende gli articoli utili dallo stesso Quotidiano). Non posso neanche scordare il caso Diletta Leotta e tante altre situazioni (cercate “libero quotidiano patonza” su Google).
In passato lo stesso Quotidiano pubblicò contenuti su Virginia Raggi che potevano essere facilmente mal interpretabili, come il sondaggio del 6 ottobre 2016 dove veniva messa a confronto con la nota attrice porno Cicciolina:
A voi è più simpatica Cicciolina o Virginia Raggi?
L’editoriale di Feltri, per assurdo, si è trasformato in una trollata nei confronti di Beppe Grillo e del Movimento 5 Stelle.
Il politico “comico” genovese, dal Blog delle Stelle, pubblica un post cortissimo e diretto dal titolo “L’informazione italiana #Libero“:
Direttori di Libero Quotidiano:
Direttore Responsabile: Pietro Senaldi – scrivigli su Twitter
Direttore Editoriale: Vittorio Feltri – scrivigli su Twitter
Libero Quotidiano nel 2016 ha perso il 16,3% dei suoi lettori rispetto al 2015. Il 2017 è appena iniziato.
Bisogna ricordare quando Grillo condivideva situazioni “particolari” citando le avversarie politiche e scatenando i suoi fan:
Cosa succederebbe se ti trovassi la Boldrini in macchina?
Guardate un po’: http://goo.gl/veFQKA
Belìn, è fantastico!
Il link presente nel post rimanda ad una pagina contenente un bel errore 404, ma è ben riportato in diversi archivi digitali. Ecco cosa riportava all’epoca Il Giornale:
Tanto che, se a chiederlo è proprio il comico genovese condividendo il video di un attivista che chiacchiera col cartonato del presidente della Camera appoggiato sul sedile del passeggero, il risultato non può che essere dei peggiori. “La porterei nella prima discarica dell’umido” è uno degli insulti più gettonati. Ma ben presto c’è chi si affretta ad agurarle violenze fisiche e sessuali.
[…]
Lo sketch, un’ironica presa in giro del presidente della Camera, viene usato da Grillo per lanciare una domanda (“Cosa succederebbe se ti trovassi la Boldrini in macchina?””) che non fa altro che scatenare un violentissimo dibattito. Nel giro di una notte, infatti, la bacheca viene riempita di quasi cinquecento commenti. I primi soprattutto danno prova della violenza degli ultrà grillini. “Rischierei una multa – scrive Emilio – non sono attrezzato per i rifiuti speciali”. “La sacricherei subito sulla statale – fa eco Marco – magari fa un po’ di cassa extra”. Da inorridire? Non ancora. Perché sono certamente i più soft. Enzo, per esempio, scrive tutta la sua furia: “La metto a pecora e poi la fotto in c….”. E ancora: “La metto a novanta e poi le metto in c… la sua campanella”, “La porto in un campo rom e la faccio t… con il capo villaggio”, “Impossibile, non vado a p…”.
In quel periodo ci fu anche un tweet dell’allora responsabile della comunicazione del Movimento 5 Stelle Claudio Messora (Byoblu):
Ennesimo capitolo della querelle M5s vs Laura Boldrini. Dopo le parole del presidente della Camera:”I commentatori sul blog di Grillo sono potenziali stupratori” è il responsabile comunicazione grillina Claudio Messora ad aggiungere acqua sul fuoco. Basta un tweet: “Cara Laura, volevo tranquillizzarti.. Anche se noi del blog di Grillo fossimo tutti potenziali stupratori, … tu non corri nessun rischio!”. Travolto da commenti e critiche l’autore rimuove il messaggio dal proprio profilo. Basterà per placare le polemiche?
Bisogna ricordare il retweet di Grillo del 2016 con l’intervento pubblicato da un utente all’hashtag “#boschidovesei” che diceva:
#boschidovesei in tangenziale con la pina
L’account di Claudia Garelli, attualmente, è “protetto“:
Della serie “la Rete non perdona“.
Risulta abbastanza evidente che finché sono gli avversari politici ad essere trattati in un certo modo va bene (“Vecchia puttana“, cit.), mentre quando si viene toccati personalmente no (normale). Da questo punto di vista Libero ha colpito in pieno, sbagliando comunque.
Sarebbe ora che tutti la smettessero di fare questo giochi (schifosi).
C’è da dire, inoltre, che il giornalismo italiano scade in molti doppi sensi e “articoli sessualmente clickbait” legati alle donne. Una pagina Facebook chiamata “Giornalisti che non riescono a scopare” riporta molti esempi.
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