DISINFORMAZIONE Medico italiano ha scoperto la cura per la Sclerosi Multipla

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Il 21 gennaio 2017 il sito News-italys.com pubblica un articolo dal titolo “Medico italiano ha scoperto la cura per la Sclerosi Multipla“, superando le 90 mila condivisioni Facebook:

Paolo Zamboni, chirurgo vascolare di Ferrara, ha scoperto che la Sclerosi Multipla è dovuta anche ad un accumulo di ferro nel cervello indotto dal restringimento anomalo delle vene. Attraverso un operazione chirurgica le vene sono riaperte e in alcuni casi scompare completamente la malattia

Il Prof. Paolo Zamboni cominciò ad interessarsi alla Sclerosi Multipla dopo che sua moglie negli anni ’90 ne fu colpita e da quel momento iniziò una grande ricerca che lo portò a riconoscere che le cose non stavano proprio come la medicina ufficiale insegnava. Scoprì infatti che solo i malati di sclerosi multipla hanno un accumulo di ferro nei vasi sanguigni cerebrali che causa necrosi, infiammazione, disturbi immunitari e cominciò ad indagarne la causa. Analizzando il circolo venoso dei pazienti vide che tutti avevano un restringimento importante (60-80%) delle vene del collo (insufficienza venosa cronica cerebrospinale chiamata CCSVI) che crea un ristagno venoso nel cervello. Attraverso un’angioplastica simile a quella che si fa per riaprire le coronarie ostruite risolve le condizioni dei pazienti eliminando gli ostacoli al deflusso del sangue “sporco” dal cervello.

[…]

Sul sito della Fondazione Veronesi in un articolo del 2013 leggiamo che lo scetticismo della classe medica è dovuto al fatto che si stanno aspettando i risultati di uno studio iniziato nel 2012 i cui risultati non sono ancora stati resi noti. E’ incredibile come una terapia che potrebbe essere risolutiva per milioni di persone possa essere fatta attendere tutto questo tempo.

Sebbene i media e il mondo scientifico vogliano far apparire questa terapia come non attendibile, sono tantissimi i casi di guarigione avvenuti grazie al metodo Zamboni chiamato anche Brave Dreams (tradotto “Sogni Coraggiosi” in un società dove devi essere davvero coraggioso per andare contro il sistema).

Mi fermo qua con il riportare l’articolo, assai lungo. Tuttavia una cosa è certa, non si può affermare con tanta sicurezza che si sia trovata una cura se poi i risultati dello studio “non sono ancora stati resi noti“.

Riporto un ulteriore spezzone dell’articolo che può aiutare a comprendere la situazione:

Nicoletta è presidente onorario dell’Associazione Ccsvi nella sclerosi multipla onlus per raccogliere fondi per finanziare il metodo Zamboni.

L’associazione esiste ed è nata il 9 aprile 2010, ha un sito internet e una pagina Facebook, ma cosa leggiamo al suo interno?

L’Associazione “CCSVI nella Sclerosi Multipla – ONLUS” è un’organizzazione non lucrativa di utilità sociale che intende incoraggiare, coordinare e sostenere la ricerca rivolta alla prevenzione, diagnosi e cura della Sclerosi Multipla con particolare riferimento alle sue connessioni con l’Insufficienza Venosa Cronica Cerebro – Spinale (CCSVI).
La CCSVI è una condizione vascolare scoperta e descritta dal professor Paolo Zamboni dell’Università di Ferrara e dal neurologo dottor Fabrizio Salvi dell’Ospedale Bellaria di Bologna e studiata in tutto il mondo.

A questo punto una domanda molto semplice: acquistereste o guidereste un’auto che non ha ancora superato tutti i test di sicurezza?

Passando ad una questione più tecnica, ecco cosa riportava Medbunker nel 2012:

Lo stesso Zamboni, nel suo studio più recente, sembra evidenziare che, se da un lato i test per valutare i sintomi dei pazienti con sclerosi risultavano migliori in coloro che avevano eseguito la procedura, questo non valeva per tutti. Anche nei suoi esperimenti la “disostruzione” delle vene cerebrali non ha migliorato tutti e per tutti i sintomi.
Sembra evidente inoltre che i miglioramenti non siano prolungati nel tempo.
C’è un altro particolare che fa riflettere e che è emerso da alcune ricerche: i risultati della metodica sembra possano variare cambiando la tecnica di valutazione. Per capirci: alcuni esami mostrano miglioramenti più importanti, altri sembrano mostrare scarsi cambiamenti. Servirebbero quindi studi più precisi e statisticamente attendibili, anche se emerge chiara una prima conclusione: la CCSVI non è la causa esclusiva della sclerosi multipla (e questo smentisce Zamboni che ipotizzava la presenza del problema venoso nel 100% degli individui con sclerosi), elemento che emerge anche in studi su cavie e che altri avevano sospettato.
Tanto era dibattuto l’argomento (sospetti complottistici a parte) che si era mossa anche l’AISM (Associazione italiana sclerosi multipla) con uno studio molto ampio che serviva a fare chiarezza.

Qual è quindi la conclusione alla quale siamo giunti con gli studi?
Ciò che è emerso finora è che la “disostruzione” delle vene cerebrali non è la cura esclusiva per tutti i casi di sclerosi. Non tutti i pazienti con sclerosi mostrano ostruzione venosa e chi mostra miglioramenti misurabili (molto variabili da un individuo all’altro e da uno strumento all’altro) non sembra beneficiarne per lungo tempo. Vi è un’alta incidenza di “restenosi” (cioè una ricomparsa del “restringimento” delle vene). Sono stati riportati infine, alcuni effetti collaterali anche gravi.
Si è aggiunto come detto un altro dato, arrivato proprio pochi giorni fa.
Lo studio dell’AISM è giunto alla fine e le conclusioni sono piuttosto chiare (e si tratta di uno studio in doppio cieco, è importante, ed effettuato in centri diversi): la CCSVI non è causa della sclerosi multipla. I risultati sono emersi su 1767 pazienti, la malattia vascolare si riscontra anche nei soggetti sani (in questi nel 2% dei casi, in quelli con sclerosi nel 3%, quindi in percentuali praticamente sovrapponibili) e non vi sono elementi che facciano pensare ad un nesso tra le due cose. Il prossimo passo sarà quello di stabilire se la cura della CCSVI può essere utile a chi soffre di sclerosi.

Fondamentalmente questa non è una bella notizia ma sia l’ennesima lezione per l’informazione (trasmissioni televisive comprese) che ha lucrato e fatto spettacolo su un argomento così delicato e che coinvolge così tante persone.
Centinaia di persone con questo problema si sono recate all’estero in strutture non ufficiali per inseguire una speranza, hanno speso una marea di denaro, hanno rischiato, si sono illuse ed hanno insultato e denigrato i ricercatori che continuano a lavorare per loro perchè spinti al sospetto ed alla rabbia da varie parti (tutte con un interesse personale che non aveva nulla a che fare con quello dei pazienti).
I carnefici sono sempre gli stessi (quelli che cercano scoop ed i disinformatori), le vittime anche (chi ha un problema di salute).
Quando impareremo a parlare solo al momento opportuno?

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Nota- Mi rivolgo ad alcuni lettori: parlate di studi e ricerche ancora da pubblicare, ma come un disegno di legge esso non diventa legge finché non viene approvato. Il giorno che verrà pubblicato uno studio ben fatto che dimostrerà quanto sostenuto da Zamboni, incontestabile e accettato dalla comunità scientifica, si potrà parlare di qualcosa di concreto. Inoltre, a chi tra i commenti in pagina scrive “Zamboni NON ha mai parlato di cura per la SM” invito a rivolgere tale intervento al sito che ha pubblicato l’articolo dal titolo “Medico italiano ha scoperto la cura per la Sclerosi Multipla“: News-italys.com.

David Puente

Nato a Merida (Venezuela), vive in Italia dall'età di 7 anni. Laureato presso l'Università degli Studi di Udine, opera nel campo della comunicazione e della programmazione web.
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