DISINFORMAZIONE I risultati delle analisi sulle paste italiane: pieni di Don, Glifosate, Cadmio e Piombo

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Diversi siti internet clickbait riportano un articolo dell’associazione pugliese GranoSalus del 26 febbraio 2017 dal titolo “Lo dicono le analisi: Don, Glifosate e Cadmio presenti negli spaghetti“. Oltre 55 mila condivisioni Facebook per l’articolo del sito amatoriale Informazionebycuriosity.altervista.org (legato alla pagina FB Curiosity), che lo riporta pari pari con il titolo “GranoSalus: i risultati delle analisi su pasta Barilla, Voiello, De Cecco, Divella, Garofalo, La Molisana, Coop e Granoro: sono pieni di Don, Glifosate e Cadmio… E a noi queste porcherie ce le fanno mangiare…!!“.

Di seguito riporto una piccola sintesi dell’analisi fatta e che riporto successivamente (con un extra finale).

 

Sintesi

L’associazione parla di prodotti “contaminati” da DON, Glifosato, Cadmio e Piombo. Dallo stesso articolo si comprende che non vi siano divieti assoluti per quanto riguarda la presenza e l’uso queste sostanze, ma che vi sono limiti di legge previsti da regolamenti europei. Limiti che, tuttavia, non verrebbero superate dalle marche citate (Barilla, Voiello, De Cecco, Divella, Garofalo, La Molisana, Coop e Granoro 100) secondo le analisi pubblicate nell’articolo e i regolamenti europei citati dallo stesso.

Si potrebbe ritenere, di conseguenza, che l’accusa di GranoSalus riguarda per lo più il presunto uso di grani esteri nella pasta italiana che riporta la dicitura “100% Puglia” come riportato da Granoro, marca tra quelle accusate nell’articolo del 26 febbraio. In merito la stessa società pugliese ha risposto a tono tramite la propria pagina Facebook con possibili sviluppi a livello legale (con una denuncia che potrebbe essere fatta anche al sito amatoriale hostato su Altervista) [aggiornamento a fine articolo].

Il problema di questo genere di articoli è che l’utente, leggendo per lo più il titolo, pensa che vi sia un pericolo reale nel consumare le paste citate, creando allarmismo tramite la disinformazione.

 

Analisi

Riporto la prima parte dell’articolo di GranoSalus con alcuni riferimenti (numerati):

Ormai lo dicono le analisi, quelle vere che non mettono le stellette, come fa Altroconsumo, ma attribuiscono dei numeri reali ai contaminanti più pericolosi presenti quotidianamente sulle nostre tavole. In tutte le marche sono presenti Don, Glifosate e Cadmio entro i limiti di legge per gli adulti [1]. Almeno due marche di spaghetti superano i limiti di Don per la tutela della salute dei bambini. Confermata attività di miscelazione tra grani esteri e nazionali. Solo il piombo è risultato assente dalle analisi. Dubbi sul marchio di Puglia: garantisce per davvero il 100% dell’ origine del grano?

Se le marche più blasonate e diffuse nel Paese contengono tracce di questi contaminanti, sia pur entro i limiti di legge [1], vuol dire che ogni italiano ne assume piccole dosi giornaliere attraverso pasta e altri derivati del grano. E non c’è affatto da stare tranquilli specie se si considera l’effetto combinato che queste sostanze potrebbero provocare insieme, anche a bassi dosaggi [2]. Cosa prevede il principio di precauzione? Ci sono prove che l’effetto sinergico di più contaminanti a basse dosi non faccia danni alla salute?

Dal Test GranoSalus, almeno due marche, Divella e La Molisana, superano i limiti che la legge impone per i bambini sul DON. Ma la coopresenza di Don, Glifosate e Cadmio negli spaghetti Barilla, Voiello, De Cecco, Divella, Garofalo, La Molisana, Coop e Granoro 100% Puglia, rivela un’attività di miscelazione tra grani esteri e grani nazionali vietata dai regolamenti comunitari [3].

I grani duri del Sud non dovrebbero presentare queste sostanze pericolose! Il condizionale è d’obbligo, perché se un marchio come Granoro 100% Puglia presenta tracce di questi contaminanti, beh, c’è qualcosa che non funziona nel disciplinare della Regione Puglia che ha concesso in licenza d’uso il marchio alla ditta Granoro e negli stessi controlli della Regione.

La prassi di miscelare grani contaminati con grani privi di contaminazione al fine di ottenere partite mediamente contaminate (sia pur entro i limiti di legge) è vietata dall’ Europa.

In merito ai riferimenti:

  1. l’articolo parla di “limiti di legge”, comprendete quindi che non vi è un divieto assoluto della presenza di tali sostanze, ma il problema sollevato riguarda le quantità.
  2. in situazioni come quelle del Glifosato, già in passato se ne era parlato in merito alla presenza di residui del pesticida in alcune birre tedesche, ma un adulto doveva berne mille litri al giorno per assumerne una quantità ritenuta pericolosa (vedi capitolo successivo di questo articolo). Se si vuole riportare un reale pericolo ai consumatori bisogna fornire dati che dimostrino la pericolosità nell’assumere certe “piccole dosi giornaliere”.
  3. l’articolo fa riferimento al Regolamento CE 1881/2006 che vieta la miscelazione di prodotti alimentari con altri contenenti “tenori massimi” di alcuni contaminanti.

Ecco la tabella elaborata dall’associazione pugliese con i risultati delle analisi condotte:

Tabella elaborata da GranoSalus

Si parla di pasta secca, spaghetti, che secondo quanto riportato dal Regolamento CE 1881/2006 (punto 2.4.5 della tabella di riferimento) il tenore massimo delle micotossine è di 750 µg/kg, cioè 0,75 mg/kg (parliamo di limiti per gli adulti).

Il DON (“Deossinivalenolo“) è una micotossina (non vietata Italia), i 381 ppb (parti per miliardo) della pasta Divella corrispondono a 0.381 mg/kg (1 ppb = 0.001 mg/kg), ben al di sotto dei limiti europei.

Passando al Cadmio, dove il dato più elevato è quello della pasta Divella con 0,044 mg/kg, secondo il Regolamento CE 1881/2006 al punto 3.2.11 della tabella di riferimento il tenore massimo nei cereali come il grano è di 0,20 mg/kg.

Passando al Piombo, sempre secondo il Regolamento CE 1881/2006 al punto 3.1. della tabella di riferimento i limiti non vengono nemmeno sfiorati.

Passando al Glifosato, dal 2016 il governo italiano, tramite un decreto del Ministero della Salute, ha posto delle restrizioni nell’uso del noto diserbante e non un divieto assoluto:

Un decreto del ministero della Salute in vigore da oggi vieta l’uso del glifosato nella fase di pre-raccolta in agricoltura. A volte infatti il diserbante viene spruzzato a pochi giorni dalla mietitura per eliminare le erbacce che ostacolerebbero l’operazione.

Tutti elementi che possono essere riscontrati nelle coltivazioni italiane, dunque, ma ciò che viene contestato da GranoSalus riguarda la loro presenza nei prodotti italiani accusando le società di miscelare il grano con quello proveniente dall’estero (dal Canada):

La legislazione europea dal mese di agosto 2016 vieta l’uso di glifosato in pre-raccolta per il grano duro, ma dal Test GranoSalus emerge la presenza di Glifosate nella pasta, a dimostrazione che il divieto operante in Italia viene bypassato dai pastifici ricorrendo alla miscelazione con grani contaminati extra-Ue, di cui si celebrano solo gli aspetti reologici (tenori proteici, indice di glutine, indice di giallo,etc).

Di solito la pasta realizzata esclusivamente con i grani del Sud è priva di questo erbicida, grazie alle condizioni climatiche seccagne che fanno maturare naturalmente il nostro grano.

La società Granoro, in merito a certe accuse, ha risposto a tono tramite la propria pagina Facebook:

[…]

– Non è escluso che tracce delle sostanze citate possano trovarsi in grani italiani e pugliesi (il glifosato non è attualmente vietato in tutta la UE: vedi Regolamento UE 2016/1056 del 29/06/16, Regolamento UE di esecuzione 2016/1313 del 01/08/16 e relativi atti e decreti ministeriali collegati e conseguenti);

L’articolo di GranoSalus (con altre finalità) costituisce quindi solo una pura e gratuita diffamazione nei nostri confronti. Tuteleremo la nostra immagine, la nostra onorabilità e quella degli operatori della Filiera 100% Puglia nelle sedi opportune e sono in corso di redazione atti di smentita e recisa nostra contestazione. Tranquillizziamo tutti i nostri consumatori: la nostra Pasta Granoro Dedicato 100% Puglia è perfettamente salubre ed a norma; le nostre affermazioni sono veritiere e verificabili in maniera trasparente.

 

EXTRA: Glifosato nella birra

Ricordo bene il tema del Glifosato, di cui avevo parlato in un precedente articolo, così come il tristemente famoso post di Beppe Grillo a proposito delle “pericolosissime birre tedesche” (con tanto di video “Bevi una di queste birre? Buttala!“) che ne contenevano quantitativi estremamente ridicole da poter danneggiare la salute dei consumatori (per ottenere un effetto dannoso un adulto dovrebbe berne intorno ai mille litri al giorno, ma penso che morirebbe prima di esserne “contaminato” non credete?). Ecco quanto riportato dall’EFSA in merito al profilo tossicologico:

Un gruppo di esperti incaricato della revisione paritetica, formato da scienziati EFSA e rappresentanti di organismi di valutazione del rischio degli Stati membri dell’UE, ha stabilito una dose acuta di riferimento (DAR) per il glifosato pari a 0,5 mg per kg di peso corporeo. Si tratta della prima volta che viene applicata alla sostanza una tale soglia di esposizione.

 

AGGIORNAMENTO

Anche La Molisana e la Coop hanno risposto a GranoSalus.

Risposta La Molisana:

Riteniamo che la produzione di alimenti sia prima di tutto una questione etica, per questo consideriamo un nostro dovere, ma anche un diritto, esprimere rispetto alla questione sollevata dall’articolo di GranoSalus. Produttori in difesa del Consumatore del 26 febbraio 2017, una posizione chiara e di denuncia.
Siamo mugnai dal 1910 e abbiamo costruito una solida reputazione nella selezione dei grani duri più pregiati in Italia e all’estero, nella consapevolezza che una pasta eccellente nasce sempre da un mix di grani di qualità superiore, perfettamente salubri, con caratteristiche chimico-fisiche diverse e complementari.
Ci teniamo a sottolineare che siamo fortemente motivati a tutelare produttività e redditività colturale e a recuperare l’agro-biodiversità italiana. Per questo abbiamo siglato contratti di filiera con oltre 600 produttori del Molise e della Puglia, per l’acquisto di 11.000 tonnellate del seme di grano duro Maestà: http://bit.ly/2mpnqTa
La scelta di utilizzare anche grani esteri è, d’altro canto, motivata dalle seguenti ragioni:
1. l’origine italiana del grano duro non è di per sé sinonimo di qualità: il grano raccolto nel 2016, pur abbondante, è risultato per l’80% di medio – bassa qualità, senza l’apporto di grani esteri di pregio sarebbe perfino difficile rispettare le regole della legge di purezza che tutelano la pasta italiana;
2. la produzione nazionale di grano duro è insufficiente a coprire il fabbisogno di consumo: la media del raccolto del grano in Italia negli ultimi anni è di circa 39 milioni di quintali a fronte di una domanda di consumo di circa 55 milioni di quintali;
3. le caratteristiche igienico-sanitarie e quindi di salubrità del grano duro estero sono rigorosamente certificate dagli organismi della Polizia di frontiera presso le Dogane di terra e marittime e dai Corpi di Polizia sul territorio nazionale.
Infine questa scelta, diversamente da quanto si pensa, è per noi anche più onerosa, perché il grano estero di qualità superiore costa oltre il 40% in più rispetto a quello nazionale.
In conclusione, esprimiamo seri e fondati dubbi sull’attendibilità dei dati riportati nell’articolo sopra citato, non essendo ben precisata né la metodica utilizzata né la loro fonte (si parla genericamente di un laboratorio estero senza definirne tipologia, specializzazione e provenienza).
L’articolo di GranoSalus persegue finalità diffamatorie e strumentalmente denigratorie, dal momento che i nostri valori riportati in tabella, come quelli di tutti gli altri colleghi pastai citati, sono di gran lunga sotto i limiti prescritti dalla vigente normativa in materia.
Tuteleremo con forza nelle sedi opportune l’onorabilità della nostra azienda e la fiducia che quotidianamente i consumatori in noi ripongono, consapevoli che le nostre affermazioni sono veritiere e verificabili.
Pasta La Molisana

Risposta Coop:

Sul sito internet dell’Associazione Granosalus è stato pubblicato un report su test analitici, effettuati su alcuni campioni di pasta, per la ricerca di DON (nota micotossina), Cadmio (metallo pesante presente in natura) e Glifosate (noto pesticida).

Tra i campioni analizzati vi è anche un campione di pasta a marchio Coop che ha valori di tali residui molto bassi. Per tutti e tre i parametri è abbondantemente entro i limiti di legge e anche entro i limiti dei requisiti Coop.

Nello specifico:

– Per il DON il valore ritrovato (112 ppb) è molto più basso del limite di legge (750 ppb), decisamente inferiore al limite definito da capitolato Coop (inferiore al 50% del limite di legge) e addirittura inferiore al limite del baby food che è di 200 ppb;

– Per il CADMIO il valore ritrovato 0,027 ppm è molto più basso del limite di legge per i cereali che è pari a 0,10 ppm;

– Per il GLIFOSATE il valore ritrovato 0,013 ppm è molto più basso del valore fissato dal Ministero della Salute a 10 ppm per il frumento e anche più basso del valore della policy Coop (50% del limite sulla materia prima).

Segnaliamo quindi la mancanza da parte di Granosalus di un competente giudizio tecnico-scientifico sui risultati che determina toni allarmistici, dove un allarme invece non c’è, anche allo scopo di ottenere donazioni e fondi economici da parte dei consumatori.

In generale vi ricordiamo che oltre a quanto previsto dalla cogente legislazione, Coop attraverso il capitolato tecnico di produzione prevede per i suoi prodotti standard chimico-fisici e batteriologici più rigorosi e cautelativi rispetto alle normative di legge nonché restrizioni sull’utilizzo degli additivi, e assenza di coloranti nei prodotti alimentari.

Il sistema dei controlli è rappresentato da analisi e ispezioni che vengono sviluppati anche in corso di fornitura, con interventi immediati in caso di irregolarità.

Per quanto riguarda il Glifosato, in un quadro di tossicità non ancora ben definito e in virtù del principio di precauzione, in via cautelativa Coop ha deciso di vietare l’utilizzo del Glifosato per i prodotti a marchio se diverso da quello di diserbante e comunque esclusivamente lontano dalla raccolta. Per tutti i prodotti a marchio, il valore del Glifosato sulle materie prime utilizzate nei prodotti deve essere inferiore al 50% rispetto al corrispondente limite di legge presente per il prodotto agricolo di riferimento.

Riguardo le micotossine, Coop richiede nei suoi prodotti a marchio tenori di micotossine inferiori al 50% dei limiti di legge. Infine le analisi sui metalli pesanti condotte da Coop non hanno ad oggi rilevato alcun tipo di anomalia.

Riguardo l’origine delle materie prime, altro aspetto segnalato come negativo, il prodotto Italiano è da sempre la base della politica d’acquisto Coop per le proprie filiere e per grandi volumi. Per la realizzazione dei prodotti a marchio, Coop si avvale per il 90% di fornitori italiani. Ciò detto, non sempre è possibile utilizzare esclusivamente prodotti e produttori nazionali ed è giusto ricordare che, come sistema Italia, siamo purtroppo deficitari in molti settori, come quello del Latte, del Grano, della Carne, e senza massicce importazioni non saremmo in grado di garantire gli attuali livelli di consumo. Non va dimenticato, inoltre, che l’Italia in molti casi ha eccellenze industriali nella prima trasformazione, ad esempio la pasta, dove di fatto esporta prodotto finito che deriva da materie prime estere, ma in questo giro il valore aggiunto rimane in Italia.

Ulteriore aggiornamento: rispondono anche Voiello e De Cecco.

La risposta di Voiello:

Ciao a tutti, ci teniamo a rassicurarvi che Voiello ha sempre utilizzato materie prime di qualità e il Grano Aureo con cui produciamo la nostra pasta è totalmente sicuro per la salute dei nostri consumatori. Inoltre, la sua origine è al 100% italiana: viene infatti coltivato principalmente in Abruzzo, Molise, Campania e Puglia e macinato nel mulino di Altamura. Gli agricoltori con cui lavoriamo sono selezionati e hanno sottoscritto accordi di coltivazione per produrre grano di alta qualità e sostenibilità. Per maggiori informazioni potete consultare la sezione dedicata del nostro sito: http://www.voiello.it/site/grano-aureo.

La risposta di De Cecco:

Buon pomeriggio Marguerite,
grazie per il tuo post.
Ti informiamo che non esistendo in natura un grano ideale, la nostra Azienda, in virtù, della sua esperienza storica, seleziona un mix di grani duri italiani (Puglia, Abruzzo, Molise e Basilicata) ed esteri (Spagna, Francia, Grecia, America del Nord, Australia) scelti non in base alla varietà, ma in base ai migliori parametri pastificatori, tra cui il contenuto proteico e la qualità del glutine, in quanto solo utilizzando grani di altissima qualità e con le caratteristiche suddette si riesce a ottenere e garantire alla pasta la tenacità e la tenuta in cottura che contraddistinguono da sempre il nostro prodotto.

La scelta di utilizzare anche grano estero è data dal fatto che essendo il grano un prodotto agricolo che risente delle condizioni climatiche, non sempre la qualità e la quantità di glutine sono sufficientemente rispondenti ai nostri standard qualitativi; questa scelta è anche più costosa per noi in quanto paghiamo questo grano anche oltre il 40% in più rispetto al prezzo del grano italiano.
Negli ultimi anni, infatti, la produzione di grano italiano è peggiorata in termini di quantità e qualità delle proteine (la quantità molto vicina al limite minimo di legge), pertanto non ci consentirebbe di mantenere l’eccellenza del nostro prodotto.

Inoltre, questa scelta di utilizzare grano estero è dettata anche dalle quantità insufficienti del grano italiano, infatti, la media del raccolto del grano in Italia degli ultimi anni è di circa 39 milioni di quintali contro la domanda di consumo che tocca i 55 milioni di quintali.

Ti rassicuriamo sul fatto che tutte le materie prime da noi acquistate subiscono controlli scrupolosi e tutte le partite acquistate (100%) vengono sottoposte ad analisi nel nostro laboratorio Controllo Qualità. Inoltre, la De Cecco si impegna da sempre per garantire ai suoi Consumatori prodotti non solo eccellenti ma anche perfettamente salubri, pertanto, i grani da noi utilizzati rispettano sempre dei rigidissimi standard qualitativi e sono tra i più pregiati in commercio.

Nella speranza di averti risposto in maniera esaustiva ti ringraziamo e ti auguriamo buona giornata.
Saluti.

David Puente

Nato a Merida (Venezuela), vive in Italia dall'età di 7 anni. Laureato presso l'Università degli Studi di Udine, opera nel campo della comunicazione e della programmazione web.
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Regolamento in vigore dal 5 settembre 2016 - Aggiornato 26 agosto 2017.