Circola da diversi giorni una foto di due ragazze in posa con un cellulare. Che problema c’è? Le accusano, senza alcuna prova, di essere due criminali che avrebbero già “colpito” nel comune lombardo di Fenegrò.
Come riporta Varese News, che ha contattato le forze dell’ordine in merito alla diffusione della foto, non vi è alcun riscontro:
Nella foto che gira non si riesce a vedere l’autore della segnalazione ma le case di sfondo sembrano essere quelle di una via di Limido Comasco. Cosa ci sia di vero non si sa ma abbiamo chiesto alla polizia locale di Limido Comasco e di Fenegrò, entrambi in provincia di Como, e in entrambi i casi non abbiamo avuto riscontri di segnalazioni di furti. L’agente in servizio a Limido Comasco conferma però di non conoscere le ragazze fotografate, stanno comunque pattugliando il territorio.
La competenza in fatto di furti non è però della polizia locale bensì dei carabinieri. Contattata la compagnia di Cantù, che ha giurisdizione su quell’area, il capitano Gabriele Lo Conte conferma che nelle caserme non sono giunte notizie di furti legate a questa vicenda: «la prima segnalazione su questa foto è arrivata mercoledì scorso e ci siamo subito attivati – spiega il capitano Lo Conte -. Abbiamo fatto una serie di pattugliamenti nei paesi segnalati ma non abbiamo trovato nessuno. Inoltre non ci risultano denunce di furti in abitazione legate a questa vicenda».
La pubblicazione più remota nel tempo che ho riscontrato è quella di Daniela, datata 3 aprile 2017 e che attualmente ha superato le 50 mila condivisioni Facebook:
Attenzione a queste ragazze. Fotografano con cellulare x preparare intrusione. .stiamo facendo girare la foto x aiutare . hanno già colpito a fenegro e sono state avvistate ad Appiano gentile e limido. Non sono italiane. Fate girare tra i vostri contatti
Sorge naturalmente il dubbio. Come è entrata in possesso della foto? È stata scattata da lei o da qualcun altro? Come è sicura che abbiano “colpito” a Fenegrò, se persino le forze dell’ordine non ne sono a conoscenza?
Daniela non è l’unica, c’è anche “Angy” che pubblica la foto il 5 aprile 2017 ottenendo oltre 3 mila condivisioni. Il problema è evidente se leggiamo i commenti degli utenti:
Immaginate soltanto che siano minorenni, immaginate che qualche personaggio le riconosca e compia qualche gesto insensato. Non scherziamo, perché con questo tipo di condivisioni si possono rivelare pericolose come quelle dei due dipendenti Enel spacciati per “finti” e di etnia zingara.
Sapete benissimo quanto possa rovinare la vita di una persona un’attività come questa, basata solo sul sentito dire. Chi aveva fotografato le due ragazze, se era consapevole di chi erano, doveva chiamare immediatamente le forze dell’ordine e non condividere stupidamente su Whatsapp o Facebook! Un cittadino serio e consapevole avrebbe fatto così, ma grazie a questa mancanza gli agenti sono stati costretti a pattugliare inutilmente facendo perdere loro del tempo prezioso. Non venitemi a dire che far pattugliare le volanti è stato comunque utile per la sicurezza della popolazione locale, perché prima o poi potremmo trovarci nella favola di “Al lupo al lupo”, inoltre rimane il danno che potrebbe essere causato alle due ragazze che, fino a prova contraria, risultano innocenti.
AGGIORNAMENTO
Visitando il gruppo Facebook “Sei di Limido se…” ho trovato due discussioni che parlano delle due ragazze, entrambe datati 6 aprile. Sostengono che hanno suonato ai campanelli delle abitazioni, ma poi nei commenti si parla di ragazzi che si presentano per conto di Eni o per qualche offerta per il mercato dell’energia:
C’è chi addirittura scatta una foto a prova che la ragazza ritratta sia quella della foto che circola:
Seguendo la discussione ci si evidenzia sempre di più che siano dei rappresentanti per Eni o per altre società di energia:
Curioso che mentre 12:29 l’utente Alessandro faccia riferimento tramite la foto di aver trovato la ragazza con i capelli lunghi a Limido, mentre Michael pubblica la famosa foto alle 12:45 sostenendo che abbiano suonato in via dei Tigli nei pressi di Misinto, a circa 17 minuti d’auto da una località all’altra (Alessandro, nei commenti successivi, aveva raccontato che aveva parlato con un ragazzo e che lei era andata via, ma in così poco tempo poteva raggiungere un’altra zona così distante?).
Insomma, come dice una delle commentatrici, c’è un po’ troppa paranoia. Spero che nessun rappresentante dell’Eni o di altra società venga preso a calci.
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