Un recente articolo del New York Times riporta una critica a Beppe Grillo sul tema dei vaccini. Per il comico/politico/garante del Movimento 5 Stelle si tratta di una fake news, una balla contro di lui e il suo partito.
Valutazione
Analisi
Il New York Times pubblica un articolo critico nei confronti del Movimento 5 Stelle e di Beppe Grillo sul tema vaccini. Intitolato “Populism, Politics and Measles“, ecco quanto viene riportato:
In Italy, the populist Five Star Movement (M5S) led by the comedian Beppe Grillo has campaigned actively on an anti-vaccination platform, likewise repeating the false ties between vaccinations and autism.
Grillo pubblica un articolo di risposta dal titolo “Un vaccino obbligatorio contro le cazzate dei giornali“:
Oggi il New York Times ha pubblicato un articolo in cui afferma che “In Italia il movimento Cinque Stelle (M5S) guidato da Beppe Grillo ha portato avanti una campagna attiva su una piattaforma anti vaccini ripetendo i falsi legami tra vaccinazioni e autismo.” A sostegno di questa balla non c’è nulla, neppure un link, un riferimento, una dichiarazione. Nulla. Non c’è perché è una balla.
Non esiste nessuna campagna del MoVimento 5 Stelle contro i vaccini[1], né una piattaforma Anti vaccini[2], né sono mai stati ripetuti falsi legami tra vaccinazioni e autismo[3]. Il danno più grande che posso aver fatto per il diffondersi delle malattie infettive è stato contagiare qualche bambino da piccolo, ma non essendoci più i miei non posso verificare, forse possono farlo i segugi del New York Times.
Si prega il direttore del giornale di dire quali sono le fonti su cui si basa questa fake news e di chiedere subito scusa per questa bufala internazionale. Bisogna rendere subito obbligatorio un vaccino contro le cazzate dei giornalisti.
Per parlare delle teorie definite “antivacciniste” collegate al M5S ci vorrebbe un articolo molto più lungo di quello pubblicato sul New York Times, ma Grillo (e soprattutto chi gli gestisce il Blog) non ricorda ai propri elettori quanto hanno dichiarato i suoi “portavoce” durante questi anni partendo dai tre punti evidenziati nella risposta alla testata americana. Cercherò di essere breve, ma sarà difficile.
[1] “Non esiste nessuna campagna del MoVimento 5 Stelle contro i vaccini”
L’europarlamentare Pedicini del M5S pubblicò un video nel 2015 dove presentava un cartello molto chiaro:
Testo cartellone: “Vaccini si? Vaccini no? Vaccini meno e meglio”
Dichiarazione Pedicini: “Tra vaccinare tutti e non vaccinare nessuno c’è una via di mezzo molto più appropriata, cioè vaccinare di meno e vaccinare meglio”
Lo riporta a voce anche a fine video:
Durante la manifestazione “antivax” di fronte a Montecitorio era intervenuto anche Davide Barillari, consigliere regionale del Lazio per il M5S:
Insomma, Barillari parla di una riforma dove non ci debba essere l’obbligo vaccinale, proprio quello che vogliono gli antivax con la loro comunicazione in atto da anni in Italia e che hanno contribuito il calo delle vaccinazioni.
Paola Taverna (di cui parlerò anche dopo) in un articolo del 3 maggio 2017 sul “Blog delle Stelle” dal titolo “Il calo delle vaccinazioni è un fallimento del governo Renzi” dichiara in video quanto segue:
Il Movimento 5 Stelle vuole la massima copertura vaccinale, senza “se” e senza “ma”.
Un po’ in contraddizione con i suoi colleghi, ma questo è il “post-articolo” a quello del New York Times che cerca da una parte di mettere il piede nella scarpa a favore dei vaccini (cercando di tenerlo anche nella scarpa degli “antivax“) e dall’altra attaccare Matteo Renzi.
[2] “…né una piattaforma Anti vaccini…”
Il New York Times dice che Beppe Grillo “has campaigned actively on an anti-vaccination platform“. Cosa significa? Lasciate perdere la definizione di “piattaforma” in termini informatici, ma in quanto “Party platform” usato in ambito politico: “linea di partito“.
Risulta evidente che se i suoi esponenti diffondono il dubbio sui vaccini, parlando ancora e ancora delle case farmaceutiche che vogliono lucrare sui vaccini, e spalleggiano i noti “antivax” fornendo loro una sorta di legittimazione, cosa si doveva aspettare Grillo? Una New York Cheesecake come dolcetto?
Vogliamo parlare dei contenuti diffusi dai siti amici come “La Fucina” (molto amici, se non di più) riportando interviste che sostengono che il Pappiloma Virus sia una truffa?
[3] “…né sono mai stati ripetuti falsi legami tra vaccinazioni e autismo”
Davanti alle telecamere di Piazzapulita, nel lontano 2015, Paola Taverna dichiarò:
C’è una sentenza che sostiene che il vaccino può causare l’autismo, ci sono tante persone che portano avanti questa teoria. Possiamo verificare?
Ecco il video:
Quando Paola Taverna dice “possiamo verificare” stavo per cadere dalla sedia. Loro, quelli dell’informazione e della Rete, non sono stati capaci in alcun modo di verificare se ciò che viene negato dalle evidenze scientifiche da anni è una “cagata pazzesca“?
Non solo. Lo stesso Blog di Beppe Grillo troviamo l’articolo intitolato “L’epidemia dell’autismo” dell’otto aprile 2007 che inizia così:
Un bambino su 150 soffre di autismo. Venti anni fa solo uno su 2.000. Gli scienziati attribuiscono la crescita all’inquinamento ambientale, alimentare e da vaccini e farmaci.
Andiamo avanti citando la Proposta di legge C. 2077, presentata il 12 febbraio 2014 presso la Camera dei Deputati, dove c’è scritto nero su bianco quanto segue:
Recenti studi hanno però messo in luce collegamenti tra le vaccinazioni e alcune malattie specifiche quali la leucemia, intossicazioni, infiammazioni, immunodepressioni, mutazioni genetiche trasmissibili, malattie tumorali, autismo e allergie.
Tanto per chiarire, la Proposta di legge si intitola “Norme sull’informazione e sull’eventuale diniego dell’uso dei vaccini per il personale della pubblica amministrazione” (PDF) e porta la firma dei deputati Corda, Paolo Bernini (si, quello dei microchip e condannato di recente a risarcire un collaboratore licenziato senza giusta causa), Massimo Artini, Angelo Tofalo, Matteo Dall’Osso, Giulia Di Vita e altri ancora.
Conclusioni
La comunicazione in atto fa parte del gioco della ricerca del consenso e l’ultimo post a firma Paola Taverna fa leva proprio su questo: ora è colpa di Renzi, non dei movimenti antivaccinisti che ora loro incontrano nelle piazze. Questi gruppi, citati nell’articolo del Corriere della Sera del 6 novembre 2015, hanno contribuito fortemente al calo vaccinale:
Rimini è la capitale dei mancati vaccini. I dati dicono che la media locale è del 9 per cento inferiore al 95% nazionale delle quattro vaccinazioni obbligatorie, difterite, tetano, polio ed epatite B. Con le coperture antimorbillo e antimeningococco va ancora peggio, 77% rispetto al 92 per cento italiano. Comprendendo la vicina Riccione le famiglie che rifiutano il vaccino obbligatorio nel primo anno di vita del neonato sono 291 su un totale regionale di 570 obiettori totali segnalati dalle aziende sanitarie che è già tra i più alti del nostro Paese. E questa sala piena di giovani coppie c’entra molto con le statistiche elencate qui sopra. «Negli ultimi cinque anni Comilva è passata da una adesione marginale a numeri più significativi» spiega Massimo Farneti, responsabile pediatria dell’Ausl Romagna. In assenza di dati ufficiali, che a richiesta non vengono forniti, tocca accontentarsi della pagina Facebook riminese, che può contare su quasi 12.000 «mi piace». «Qui sono ben radicati, hanno la loro unica sede, cavalcano i social network e la presenza di alcuni pediatri che a differenza dei loro colleghi dell’Emilia Romagna non sono favorevoli alle vaccinazioni, organizzano incontri in zona con cadenza settimanale, fanno proselitismo e purtroppo fanno anche danni». Il nome del medico viene evocato in Sala Flaminia come esempio di oscurantismo ufficiale quando viene fissata l’agenda dei prossimi appuntamenti. Sabato tutto esaurito, inutile prenotare. C’è ancora qualche posto per l’incontro del 12 novembre organizzato a Cesena dal Movimento 5 Stelle «allo scopo di mantenere l’equilibrio informativo».
Il M5S vuole tenere un piede in due scarpe, quella pro e quella contro i vaccini. Sostengono che l’obbligatorietà vaccinale non sia la strada giusta, ma che lo sia la corretta informazione riguardo il tema. Il problema è che la corretta informazione già presente non convince gli “antivax” che portano avanti le loro battaglie, dare loro una sorta di legittimazione è un errore gravissimo che può alimentare sotto la casacca istituzionale il calo vaccinale.
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