Il presunto caso di lebbra a Rimini e la propaganda xenofoba

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Secondo un articolo diffuso da un noto sito xenofobo, a Rimini un immigrato sarebbe stato ricoverato per lebbra e curato a spese dei contribuenti.


Valutazione

DISINFORMAZIONE


Analisi

Ho trattato spesso in passato i contenuti del sito Voxnews.info, gestito dal proprietario xenofobo appartenente al forum Stormfront, vandalo digitale e fiancheggiatore di delinquenti condannati in via definitiva. Lo denunciai personalmente (l’unica firma fu la mia) per i reati perseguiti dalla Legge Mancino e per tutti i reati che potevano emergere dalle indagini grazie alla documentazione che consegnai alle autorità competenti. Non fui l’unico a denunciarlo, altre persone diffamate dal sito si sono rivolte alla Giustizia italiana. Parliamo di un sito subdolo, che elabora ad arte le notizie diffuse dai media a fini propagandistici e di lucro personale (il sito contiene banner pubblicitari di Google Adsense e Amazon).

Un esempio recente riguarda un articolo del 3 maggio 2017 dal titolo “Nigeriano con lebbra a Rimini” (il quale ha superato le 8 mila condivisioni Facebook), di cui vi riporto il testo con alcune parte evidenziate utili all’analisi:

L’INTEGRAZIONE AVANZA[1] – Ricoverato per lebbra[2]. In Italia. Si tratta di un nigeriano di 29 anni che frequenta la parrocchia. Gioite.
L’immigrato appena arrivato dalla Nigeria e amico del prete[3] è stato ricoverato domenica scorsa per lesioni sulla pelle che hanno insospettito i medici. Da qui la decisione di ricoverarlo nel reparto Malattie infettive dell’ospedale di Rimini dove è iniziata una serie di accertamenti al fine di stabilire l’origine delle lesioni.

La quasi certezza dei medici è che si tratti di lebbra, della quale potete vedere gli effetti nella foto in alto, tanto che il paziente verrà trasferito oggi a Genova, presso il centro di riferimento nazionale per quanto riguarda questo tipo di malattia. Tutto a spese dei contribuenti[1]. Il nigeriano infetto in questi giorni è sempre rimasto nel reparto infettivi.

Il gestore del sito si è inventato di recente un fantomatico servizio di “fact checking” allo scopo di fornire ai propri lettori una presunta veridicità dei contenuti e garantire la propaganda xenofoba. In questo caso, il servizio fornisce all’interno testo un link all’articolo de Il Resto Del Carlino dal titolo “Rimini, giovane ricoverato con lesioni sulla pelle. “E’ sospetta lebbra”“, il quale basterebbe ad una persona con un minimo di capacità di comprensione del testo di cosa si sta parlando. Ad oggi, 8 maggio 2017, non si hanno certezze che si trattasse di lebbra, si parla soltanto di “sospetti” che devono essere verificati dalle autorità sanitarie, ma scrivere “sospetto” non fa lo stesso effetto di un sicuro “ricoverato per lebbra“.

Ecco l’articolo de Il Resto Del Carlino, così che possiate notare le differenze:

Rimini, 3 maggio 2017 – Ricoverato per un sospetto caso di[2] lebbra. Si tratta di un ragazzo di 29 anni, di origine nigeriana, che vive da quattro anni a Rimini, ha un lavoro[1], una casa che divide con un amico ed è molto conosciuto in parrocchia[3] dove si reca spessissimo per dare una mano[1]. Il giovane è stato ricoverato domenica scorsa per alcune lesioni sulla pelle che hanno insospettito i medici. Da qui la decisione di ricoverarlo nel reparto Malattie infettive dell’ospedale di Rimini dove è iniziata una serie di accertamenti al fine di stabilire l’origine delle lesioni.

Ancora non sono disponibili gli esiti della coltura ma il sospetto che si tratti di lebbra, negli specialisti è forte, tanto che il paziente verrà trasferito oggi a Genova, presso il centro di riferimento nazionale per quanto riguarda questo tipo di malattia. Il ragazzo in questi giorni è sempre rimasto nel reparto infettivi anche se il contagio per lebbra (qualora fosse appurato che di tale malattia si tratta) è difficilissimo e viene debellata in poco tempo dopo l’inizio del trattamento medico[4].

Come dicevo, il metodo subdolo del gestore del sito consiste nell’elaborare le notizie diffuse dai media in modo da renderlo appetibile al suo target di riferimento online. Vediamo i punti segnati nei due testi:

  1. L’articolo di Voxnews inizia con un “L’integrazione avanza“, con il chiaro intento di inculcare nella mente del lettore che l’integrazione porta soltanto danni (è la politica del sito e del suo movimento). L’autore evita in tutti i modi di informare il lettore riguardo all’immigrato, il quale ha un lavoro ed è molto conosciuto nella parrocchia locale dove si reca spesso per dare una mano. Vietato dirle, anche perché informare il lettore sul fatto che questa persona ha un lavoro e paga le tasse attraverso di esso farebbe vacillare la forzatura “Tutto a spese dei contribuenti“.
  2. Come detto in precedenza, si tratta di un sospetto caso di lebbra, tutt’oggi non verificato dalle autorità.
  3. Il riferimento “amico del prete” non è casuale solo per il fatto che l’uomo frequentasse la parrocchia, è diabolico. Infatti, il sito ha più volte diffuso l’idea che i preti siano dei collaboratori dell’immigrazione per interessi molteplici, tra i quali il denaro e il sesso, e che andrebbero fermati (in un articolo si rivolge così ad un prete: “Ci sono altri modi per fermare quella che l’amante dei giovani maschi africani chiama ‘missione’. Forse riferito a posizioni particolari. Non dovrebbe sottovalutare un popolo incazzato.“).
  4. L’autore evita in tutti i modi di informare il lettore che è difficile essere contagiati per lebbra e viene debellata in poco tempo, non siamo più nel medioevo.

Le ultime notizie riguardo il caso vengono riportate dal sito Buongiornorimini.it che a sua volta riprende dal Corriere il 4 maggio 2017:

Lebbra, trenta persone sotto osservazione. Da ieri il 29enne, originario del Niger, è ricoverato all’ospedale San Martino di Genova. Si attendono i risultati delle analisi. Il ragazzo vive a Coriano, tutte le persone con cui è stato a contatto dal suo ritorno dall’ultimo viaggio in Africa sono sotto controllo medico (Corriere).

Dovremmo attendere il reale esito delle indagini cliniche dell’uomo ricoverato a Genova. Anche se fosse un reale caso di lebbra l’uomo non merita in alcun modo tale trattamento dal delinquente che gestisce Voxnews e che di fatto lo ha posto con forza nella condizione di essere diffamato dai suoi seguaci, che a loro volta diffondono la notizia distorta e propagandistica. Come dicevo, quel sito non è nuovo ad alterare i fatti a piacimento e a diffamare, ricordiamo la vigliaccheria dell’autore stesso che si nasconde dietro ad un pretestuoso anonimato online.

A proposito di propaganda, ecco il messaggio rivolto ai lettori intitolato “Guerriglia culturale: diffondi Voxnews“:

Molti di voi ci chiedono via mail come possono aiutare Vox nell’opera di risveglio sociale sull’invasione in atto. Che non è solo fisica, ma anche morale ed etica. Diffondendo il messaggio!

Prendete i nostri articoli e disseminateli ovunque: forum online, sezione commenti dei maggiori giornali nazionali e locali e social network. Se siete su Facebook, non limitatevi a condividere i nostri articoli sul vostro profilo, ma iscrivetevi ai gruppi più grandi, e lì inserite le nostre notizie. In modo che si diffondano anche a chi non può essere raggiunto dalle nostre pagine: in questo modo, sarete anche voi Vox. La nostra non è una semplice opera di informazione, è guerriglia culturale: ogni giorno siamo sulla trincea dell’informazione per dare voce a chi non ha voce, per sconfiggere, soli, la censura dei media di distrazione di massa.

Quindi diventate anche voi ‘guerriglieri culturali‘ e disseminate a raffica le notizie di Vox. La chiave della rivoluzione politica è, sempre, la conoscenza. E la conoscenza deriva dalla capacità di diffondere l’informazione. Non esiste svolta politica, che prima non sia preceduta da un risveglio culturale di una popolazione informata in modo consapevole.

E non temete. I nostri articoli sono a prova di bomba, grazie al servizio di Fact Checking, un modo quasi maniacale di verificare le notizie. Essenziale nell’epoca della disinformazione globale.

Parole come “guerriglia culturale” e una presunta “trincea dell’informazione per dare voce a chi non ha voce” per “sconfiggere la censura dei media“, ma come vi ho detto si tratta di un sito che rielabora ciò che dicono già i media. L’intento non è quello di risvegliare le coscienze e diffondere l’informazione, ma alterare le coscienze alterando l’informazione a proprio piacimento. “I nostri articoli sono a prova di bomba“, sostiene il “manifesto“, peccato che basta un articolo come questo che state leggendo per comprendere quanto non sia vero.

 

AGGIORNAMENTO 25 maggio 2017

In seguito agli esami presso l’ospedale San Martino di Genova, è stato confermato il caso di lebbra. Come di consueto il gestore del sito Voxnews altera le informazioni commentando in questo modo:

Ps. Con questo archiviamo l’ennesima figuraccia – ormai è abituato – di uno dei cicisbei di Boldrini:

Molti di voi ci chiedono perché non denunciamo questi personaggi. La risposta è che non abbiamo tempo per cose da bambini, noi vinciamo con la forza delle idee e sulla veridicità delle notizie, le denunce le lasciamo a loro, i perdenti.

L’autore deve far pensare ai propri lettori di aver ragione a tutti i costi, ma la denuncia di disinformazione nei confronti del suo operato non riguardava solamente il fatto che l’uomo avesse contratto la malattia o meno (lui la dava per certa), ma il modo in cui è stata raccontata la sua storia alterando a suo piacimento i testi diffusi dagli organi di stampa locali (i 4 punti elencati nel mio articolo sono evidenti, ma li evita perché non gli conviene). Pensa di avermi fatto un torto salvando l’articolo su Archive.is, invece lo ringrazio perché chiunque potrà leggere ciò che ho scritto prima dell’aggiornamento:

Dovremmo attendere il reale esito delle indagini cliniche dell’uomo ricoverato a Genova. Anche se fosse un reale caso di lebbra l’uomo non merita in alcun modo tale trattamento dal delinquente che gestisce Voxnews e che di fatto lo ha posto con forza nella condizione di essere diffamato dai suoi seguaci, che a loro volta diffondono la notizia distorta e propagandistica. Come dicevo, quel sito non è nuovo ad alterare i fatti a piacimento e a diffamare, ricordiamo la vigliaccheria dell’autore stesso che si nasconde dietro ad un pretestuoso anonimato online.

Vi prende per il culo, come al solito, soprattutto sull’ultimo punto della sua patetica difesa: non mi denuncia perché, oltre a non aver commesso alcun reato al contrario suo, non vuole mostrare la sua identità al pubblico essendo un viscido vigliacco.

David Puente

Nato a Merida (Venezuela), vive in Italia dall'età di 7 anni. Laureato presso l'Università degli Studi di Udine, opera nel campo della comunicazione e della programmazione web.
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