In questi giorni sto assistendo ad una caccia ossessiva di fake news a tutti i costi sul caso rifiuti a Roma. Già in passato me ne ero occupato, vi riporto qualche esempio con una descrizione tra parentesi per farvi comprendere dove potrebbe andare il “puntatore della parte politica favorita“:
- “Il caso rifiuti a Roma: tutti bravi a diffondere foto sbagliate pur di aver ragione. Informazione spazzatura” (9 agosto 2016, “contro tutti“)
- “DISINFORMAZIONE La foto del mezzo dell’Ama sabotato dalla mafia a Roma” (9 maggio 2017, “contro grillini“)
- “Le immagini sono importanti, bisogna stare attenti quando vengono usate” (20 gennaio 2017, “pro grillini“)
Poi arriva Franco Bechis con un tweet e un video pubblicato il 10 maggio 2017 alle 22:18:
Ho controllato i rifiuti in tutta Roma. L’emergenza se l’è inventata Matteo Renzi. Guardare qui per credere…
Non sono mancate le critiche al tweet, ma andiamo avanti. Il giorno prima un utente rispose al tweet del mio articolo sul mezzo dell’Ama ribaltato citandomi un altro caso ritenuto “fake news” e a favore dei grillini:
L’utente aveva condiviso questo tweet del 9 maggio abbastanza curioso:
Le balle dei piddioti vengono sempre smascherate?? #fakenews
Grandissimo ?@GiangioTheGlide per la pic ? che hai fatto
#coRaggio
Ecco l’immagine condivisa dove si contesta la foto del tweet pubblicato il 9 maggio alle ore 10:34 da parte del senatore Stefano Esposito del PD:
La foto a fianco mostra che, in data 9 maggio 2017 alle ore 12:44 la zone era sgombra dai rifiuti rispetto alla foto pubblicata dal senatore del PD. Fake news? Dando un occhio alle foto noto qualcosa e pubblico un tweet con questa immagine:
Nella foto evidenziavo che c’erano delle corrispondenze tra i rifiuti presenti nei pressi dei cassonetti. Mi ero posto la domanda se il luogo fosse stato ripulito di recente, ma a quando risale la foto del senatore Esposito? Al giorno prima, l’otto maggio intorno alle ore 19:12, quando girò anche un video per testimoniare il fatto:
In seguito al mio tweet con il confronto tra le foto del “prime e dopo” l’utente Rino risponde:
Giangio, l’autore delle foto della zona ripulita, interviene due volte, ma cancella il primo tweet perché aveva capito male. Va bene, se non fosse che per sostenere una presunta fake news da parte del senatore del PD pone un esempio interessante da analizzare:
quindi io potrei pubblicare ora una foto di domenica dell’immondizia in un comune governato dal #Pd e dire che oggi c’è emergenza rifiuti…
Noto che la sindaca Virginia Raggi, il 10 maggio 2017 alle ore 13:18, pubblica un post Facebook dove riporta un intervento straordinario di una task force messa in campo per ripulire roma dai rifiuti:
I rifiuti in strada sono vergognosi. I cittadini hanno ragione. Per questo ci stiamo impegnando senza sosta. Gli impianti Ama sono già al lavoro 24 ore su 24 per una pulizia straordinaria. Abbiamo messo in campo una task force per evitare cassonetti stracolmi e ringrazio i dipendenti dell’Ama che stanno lavorando in questi giorni.
Tornando ancora più indietro, ecco il post del 9 maggio 2017 alle ore 16:51 dove aveva annunciato ancora la “task force” anti rifiuti:
Nessuno scarica barile sui rifiuti. Siamo impegnati per ripulire Roma con una task force straordinaria ed entro questa settimana la città tornerà alla normalità grazie alla apertura “24 ore su 24” degli impianti di Ama e al lavoro dei suoi dipendenti.
In pratica, con questa comunicazione la sindaca di Roma Virginia Raggi ammette che non c’è una situazione di normalità nella capitale in merito ai rifiuti ed è stato necessario avviare una task force straordinaria grazie ai dipendenti di Ama.
A questo punto Bechis potrebbe essere andato in giro per Roma dopo l’intervento della “task force straordinaria” decisa dalla sindaca di Roma. Come diceva l’utente Rino in precedenza, “la zona è stata ripulita, quindi il servizio funziona“. In quel caso un grazie ai dipendenti di Ama per il lavoro svolto.
Tornando all’utente Giangio e al suo ragionamento sulla “foto di domenica” cercai di fargli capire il problema citando il suo tweet cancellato dove non aveva compreso il mio intervento:
Errore di scrittura a parte nel mio tweet (“pubblicata” al posto di “pubblica“, cercavo di farci stare tutto nello spazio concesso da Twitter e ho dovuto cancellare e riscrivere parti della frase iniziale), il concetto dovrebbe essere chiaro. Immaginate due bambini a scuola, dove uno dei due sporca la stanza dei giochi e l’altro fotografa con il cellulare il danno. Durante la sera la donna delle pulizie pulisce tutto, ma il giorno dopo la prima cosa che fa il bambino “testimone” fa vedere la foto alla maestra per dire che il suo compagno di classe si era comportato male, ma questo per difendersi fa vedere alla docente che la stanza è pulita. Il senatore del PD aveva realizzato un video e scattato una foto della zona l’otto maggio, il 9 maggio mattina pubblica la foto per contestare ulteriormente, ma probabilmente non è tornato in zona per controllare visto che aveva già documentato la situazione. È una situazione estremamente diversa da quella del mezzo dell’Ama ribaltato, tentare un paragone sui due casi per ritenerli entrambi fake news è fuori luogo.
Nonostante tutto, Giangio non comprende l’esempio. Rispondendogli più volte che comprendo la sua mancanza di comprensione, mi mostra un’immagine relativa al servizio di Porta a Porta del giorno prima:
Siccome insisteva, gli risposi che pur condividendo la denuncia alle fake news (mi pare ovvio, e sul caso foto rifiuti a Roma l’ho ben dimostrato con gli articoli citati a inizio di questo) comprendo che lui voglia comprendere quando gli conviene (già, è stato bravo ad analizzare gli elementi in comune nelle due foto del suo tweet, cosa che non aveva fatto con la foto del senatore e la sua). A quel punto mi invitava a condividere il suo tweet con l’immagine da lui realizzata, ma di norma io prima di condividere verifico e gli chiedo di smentire l’accusa di fake news riguardo al caso contestato il giorno prima (per la precisione, quella delle sue foto alla zona ripulita).
Il risultato successivo alla mia risposta è stato questo:
Va bene, meglio perderli che trovarli. Siccome controllo prima di condividere, cosa difficile da comprendere evidentemente, noto che quella foto riportata a Porta a Porta compare per pochissimi secondi a fronte di un servizio molto più lungo e con immagini video più attuali, inoltre è stata riportata mentre la voce fuori campo citava il fatto che fossero foto che circolavano online (come tante citate anche nei miei articoli e “debunkate”). Riportarla è stato un errore da parte di Porta a Porta, certamente, e non lo metto in dubbio affatto. Peccato che certa gente, chiunque esse siano nel loro anonimato da nickname, si comporti così.
In merito ai rifiuti a Roma si son scatenati un po’ tutti, da una parte e dall’altra (e ribadisco, ho scritto già qualcosa citandolo a inizio di questo articolo, è triste doverlo ricordare a certa gente cocciuta), ma qua si sta esagerando grazie anche alla coincidenza della task force straordinaria che, ripeto, merita l’applauso per essere finalmente intervenuta e si spera che tutto venga risolto anche per il futuro, soprattutto perché mi sono rotto le scatole di queste polemiche alla ricerca forzata della fake news altrui per convenienza. Bisognerebbe una task force indipendente per verificare tutte le foto che i cittadini romani pubblicano.
Forse hanno ragione certi utenti a riguardo, dovrei lasciare perdere certe persone con cui si perde solo tempo. Forse.
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