Alle elezioni comunali il M5S si è confermato il primo partito? La comunicazione di una “non” sconfitta

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Ogni volta che in Italia si affrontano le elezioni amministrative, parliamo quindi di politica a livello locale, succede il finimondo. Chi vince gioisce, chi perde cerca di vedere il bicchiere mezzo pieno e cerca di riempirlo d’aria in fondo per aumentare la percezione di “sconfitta vittoriosa“. Insomma, come in una finale di Coppa del Mondo di calcio dove la squadra perdente ha giocato un calcio migliore, ma ha di fatto perso, ma è giusto che la gestione della comunicazione da parte degli sconfitti si muova in tal senso per incoraggiare i propri fan fornendo loro speranza per un futuro migliore. È assolutamente normale ai fini della propaganda.

Beppe Grillo dal Blog delle Stelle pubblica un post dove riporta la sua analisi (notate i grassetti evidenziati):

Il MoVimento 5 Stelle è stata la forza politica più presente a questa tornata elettorale, in 225 comuni. Gli altri partiti si sono camuffati, soprattutto il Pd che si è presentato in circa metà dei comuni rispetto al MoVimento. La maggior parte delle città sono state conquistate da ammucchiate di liste civiche, capitanate da foglie di fico, fatte ad hoc per accaparrarsi voti sul territorio nascondendo il vero volto dei partiti. Senza di loro il Pd di Renzi altro che sindaci: avrebbe faticato a mettere anche solo qualche consigliere comunale! Stiamo assistendo alla lenta scomparsa di un partito che, con nomi diversi, era radicato sul territorio dal dopoguerra.

Il MoVimento 5 Stelle, con coerenza, si è presentato in tutte le città da solo e candidando le nostre persone, senza calcoli elettorali. In molte città, come a Palermo, siamo la prima lista, abbiamo confermato Roberto Castiglion sindaco di Sarego, facciamo gli auguri al neosindaco di Parzanica e ce la giochiamo al ballottaggio in una decina di comuni, tra cui Carrara. Rispetto al 2012 abbiamo triplicato i ballottaggi (furono solo tre all’epoca) e siamo cresciuti in tutte le città in cui ci siamo presentati.

Risultati che sono indice di una crescita lenta, ma inesorabile. Tutte le prime pagine dei giornali sono però dedicati al fallimento del MoVimento 5 Stelle. Tutti gongolano esponendo raffinate analisi sulla morte dei 5 Stelle, sul ritorno del bipolarismo, sulla debacle del MoVimento, sulla fine dei Grillini. L’hanno detto dopo le politiche, dopo le europee, dopo le regionali, dopo il referendum. Fate pure anche ora. Illudetevi che sia così per dormire sonni più tranquilli. Noi continuiamo ad andare avanti per la nostra strada.

Adesso il primo obbiettivo è dare il massimo supporto ai nostri candidati al ballottaggio tra due settimane. A luglio avremo il candidato presidente della regione siciliana, a settembre avremo il candidato premier. Il 5 novembre ci saranno le regionali siciliane e ci mobiliteremo per far sì che quella splendida isola diventi la prima regione a 5 Stelle. Dopo ci saranno le politiche e l’obiettivo è andare al governo. Successi e fallimenti fanno parte della nostra storia. L’importante è non mollare mai.

I nostri successi e i nostri fallimenti sono tra loro inscindibili, proprio come la materia e l’energia. Se vengono separati, l’uomo muore. (Nikola Tesla)

Nella comunicazione in seguito ad una sconfitta è importate far capire i punti positivi, l’ho già detto e lo ripeto, quindi è facile comprendere quanto si parli della vittoria in un piccolo comune come quello di Parzanica, un comune della provincia di Bergamo con neanche 500 abitanti, utile a livello simbolico. Inoltre è bene parlare anche di aver triplicato i ballottaggi, nove contro i tre del 2012:

I nove ballottaggi del M5S

Aveva ragione Matteo Flora:

17° Principio della Propaganda: “Propaganda to the home front must diminish the impact of frustration.”
In caso di sconfitta NON si parla della sconfitta. Ma si segnalano i casi di vittoria, per quanto ininfluenti.
Se vi chiedevate quale sarà la strategia a 5 stelle.

Si punta il dito sulle liste civiche, considerate in qualche modo degli “acchiappavoti” dove si “nascondono i partiti“,  ma coloro che le hanno votate erano consapevoli a quale candidato sindaco fornivano appoggio (vedi fac simile scheda elettoralePDF). Il problema è che Alfonso Bonafede sostiene che le modalità di voto “tarocchi la democrazia” e vorrebbe solo un simbolo per coalizione, denigrando il voto dei cittadini che hanno votato una lista civica o un partito a sostegno del loro candidato Sindaco.

Nella pagina ufficiale del Movimento 5 Stelle riportano persino la scritta “frode“:

Ecco il fac simile scheda elettorale (PDF) dove è chiaro per quale sindaco si vota:

Fac simile scheda amministrative 2017

I cittadini, lista civica o meno, hanno votato i loro sindaci e i loro rappresentanti locali. Definire in qualche modo taroccato il loro voto o addirittura parlare di “frode” è alquanto scorretto nei loro confronti. Però bisogna considerare che loro puntano alla questione “partiti“, vediamo anche questo.

Grillo continua e parla di una “crescita lenta“, mentre la pagina Facebook “W il M5S” pubblica questo post:

M5S PRIMO PARTITO
Bechis svergogna i media sulla grande bufala del flop M5S alle comunali. Assolutamente da vedere e condividere!!
Seguici su W IL M5S

Nel video è presente l’analisi di Bechis, il quale sostiene appunto che il M5S uscirebbe da queste amministrative come “primo partito d’Italia” e avrebbe aumentato dappertutto, seguendo anche lui la linea delle “liste civiche“. Certo è esagerato parlare di “primo partito d’Italia” se non si è votato in tutti i comuni italiani (però dirlo crea importanza), al massimo si potrebbe sostenere che in queste amministrative sarebbero stati i più votati, ma a smentire tutto è l’Istituto Carlo Cattaneo:

Confrontando i risultati delle elezioni amministrative del 2012 e del 2017, il primo dato che emerge è che gli unici due partiti che guadagnano voti sono entrambi del centrodestra, la Lega nord (+2,6 p.p.) e i partiti riuniti sotto l’etichetta della “Destra” (Fratelli d’Italia, Alleanza Nazionale ecc.). Forza Italia ha subito un calo di 2,2 punti percentuali, che però nell’ottica dell’intera coalizione di centrodestra sono compensati dai guadagni elettorali dei partiti più “radicali”. Nel campo del centrosinistra, si nota una riduzione dei consensi, in termini di punti percentuali, sia per la Sinistra (Sel, Sinistra Italiana, Articolo uno, Rivoluzione civile ecc.) che per il Partito democratico. Per la precisione, la Sinistra perde 1 punto percentuale, mentre il Pd scende in media dal 26,3 al 24,5 (-1,8 p.p.). Il calo più significativo nel confronto tra le elezioni amministrative del 2012 e del 2017 è quello subito dai partiti di Centro (Udc, Scelta civica, Alleanza popolare ecc.), i quali perdono circa 7 punti percentuali. Infine, il M5s mostra segni di tenuta elettorale rispetto al 2012, quando il Movimento era ai suoi esordi a livello amministrativo: in media i cinquestelle raccoglievano l’8,1% dei voti nel 2012, mentre oggi si sono fermati in media al 7,8%. A livello amministrativo, quindi, il M5s – nonostante il suo maggiore sforzo di radicamento e diffusione – è rimasto sostanzialmente fermo a cinque anni fa, con un elettorato “congelato” incapace di estendersi nei comuni.

[…]

Il risultato più deludente è, invece, quello del Movimento 5 stelle, un partito che fa fatica a radicarsi e crescere nei comuni italiani. Dopo cinque anni di amministrazione o di opposizione in alcune realtà cittadine, le liste pentestellate sono rimaste elettoralmente immobili e, mediamente, al di sotto della soglia del 10%. Come abbiamo detto sopra, le consultazioni amministrative offrono soltanto una fotografia parziale dello stato di salute dei partiti e dei loro rapporti di forza. Tuttavia, l’esito di questa tornata elettorale mostra che i giochi, in vista delle prossime tornate elettorali, sono ancora aperti e nessuno, almeno per il momento, ha la vittoria in tasca.

Ecco la tabella riassuntiva dell’Istituto Carlo Cattaneo, dove nelle liste del Partito democratico e di Forza Italia sono state incluse le liste in appoggio allo stesso candidato sindaco, mentre non sono state considerate le altre liste civiche presenti nella coalizione di centrosinistra e centrodestra:

Fonte: Istituto Cattaneo. Legenda: * = nelle liste del Partito democratico e di Forza Italia sono incluse, laddove presenti, le liste in appoggio allo stesso candidato sindaco, mentre non sono state considerate le altre liste civiche presenti nella coalizione di centrosinistra e centrodestra. Lista dei comuni inclusi nell’analisi (sulla base dei dati ufficiosi disponibili): Alessandria, Asti, Belluno, Catanzaro, Como, Cuneo, Frosinone, Genova, Gorizia, L’Aquila, La Spezia, Lecce, Lodi, Lucca, Monza, Oristano, Padova, Palermo, Parma, Piacenza, Pistoia, Rieti, Taranto, Trapani, Verona.

Bechis affermava nel video che il M5S ha più voti della Lega, ma il confronto è di 7,8% contro l’11,9%.

Youtrend fornisce altri dati, riportando che il M5S non è affatto il primo partito:

Naturalmente bisogna sottolineare la natura peculiare del voto amministrativo, che risponde a delle dinamiche tutte proprie, molto diverse da quelle di un voto politico nazionale. Si guardi ad esempio al peso delle liste civiche: il 7,2% di cui vengono accreditate è una stima molto riduttiva: la gran parte delle liste civiche si è infatti ripartita nelle due coalizioni principali, e sono state quindi conteggiate in “altri csx” e “altri cdx”.

In ogni caso, limitandoci ai soli partiti nazionali, la lista più votata è quella del Partito Democratico, che ottiene il 13,9%, seguita dalla lista del Movimento 5 stelle (9,0%) e da quelle di Forza Italia e Lega Nord (7 e 5,8 per cento). Le liste afferenti alla sinistra messe insieme fanno registrare un notevole 6,2%, mentre quelle “dichiaratamente” di centro il 4,7%. La più piccola delle liste nazionali – tra quelle solitamente rilevate dai sondaggi – è FDI, al 2,4%.

 

Come ogni volta, in passato per il centrodestra o per il centrosinistra a seconda del “turno di sconfitta“, chi non ottiene quanto desiderato (la vittoria elettorale, quella che conta) cerca di vedere il bicchiere mezzo pieno e fare propaganda “positiva” per parlare di una “non sconfitta“.

David Puente

Nato a Merida (Venezuela), vive in Italia dall'età di 7 anni. Laureato presso l'Università degli Studi di Udine, opera nel campo della comunicazione e della programmazione web.
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