Attentato a Barcellona: ecco che i complottisti sparlano di Bruno Gulotta e della sua famiglia

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Tommaso Minniti, in arte Tommix, non si è fatto attendere troppo. A distanza di pochi giorni dalla strage ecco che pubblica il 22 agosto 2017 un nuovo video, dal titolo “Attentato a Barcellona. L’altra verità“, che colpisce pubblicamente le famiglie e gli amici delle 15 vittime e di tutte le persone coinvolte, in particolare una. Non è solo, non poteva mancare la collaborazione del suo amico Rosario Marcianò.

Tommaso Minniti, in arte Tommix, e Rosario Marcianò

Veniamo alla descrizione del video:

Published on Aug 22, 2017
Barcellona: Altra corsa, altro FAKE.
Guardiamo, come sempre, alla faccia invisibile della luna, per non aver niente a che fare con chi ce la indica con il dito. Ecco le ipotesi che nessuno osa fare sull’ennesimo attentato all’occidentale: una sfilata di finzioni che solo un popolo dormiente può confondere con la Storia della propria contemporaneità.
Protagonisti i manichini, di plastica o umani, tra cui noi, popolo mainstream.

Il video inizia con un provocatorio “C’è da ridere“, per poi sostenere che “dal numero di manichini presenti nella Rambla dovremmo intitolare questo report ‘Attentato all’OVS’ più che a Barcellona“. Ancora una volta, attraverso dei video diffusi online ripresi dagli smartphone dei presenti, questo personaggio e i suoi amici sostengono la teoria dei manichini negli attentati. Non contento, definisce l’accaduto “sfilata di moda fake primavera estate 2017“, “commedia splatter” e “Teatrino Stabile di Stato“, sostenendo che “evidentemente tutto è falso“. Insomma, nessuno si sarebbe fatto male, nessuno avrebbe sofferto, nessuno sarebbe morto perché “è stata tutta una messinscena ad opera di attori pagati da qualcuno“.

Continuiamo con i contenuti del video:

Direte voi “e dove assoldano tutte queste comparse per inscenare un tale caos? C’è un agenzia di collocamento? Prima di tutto non c’è nessun vero caos, poi… esatto, ecco il sito ed ecco l’organizzazione che arruola, addestra e smista CRISIS ACTORS, figuranti per crisi. Esseri umani falliti, compromessi e quindi pronti a tutti, pur di lavorare a libro paga di questo Teatrino Stabile di Stato.

Per diamine! È arrivato a sostenere che la CrisisCast Limited fornisca attori per questi attentati terroristici, una società di cui i colleghi di Butac avevano parlato nel 2016:

L’agenzia di attori ad esempio esiste dal 2013 e da allora ha partecipato a svariati eventi internazionali sulla sicurezza. Si occupano di simulazioni, non hanno migliaia di comparse sul loro libro paga, ma solo un gruppo di esperti che mette in scena situazioni d’emergenza. Il succo di quanto fanno è abbastanza semplice, una rappresentazione del peggior scenario possibile per vedere quanto siano preparate le squadre di pronto intervento. […] Le compagnie che si occupano di simulazioni del genere sono spesso ospiti a convegni sulla sicurezza, non fanno segreto della loro esistenza, come dimostra il sito Crisis Cast. Facciamoci insieme una domanda, fosse davvero un falso attentato e fosse normale che se ne facciano, visti i soldi in gioco non vi pare che un governo ombra che gestisse un complotto del genere potrebbe investire qualche migliaio di euro per rendere siti come Crisis Cast segreti, tenendo questi soggetti  solo sul libro paga delle agenzie governative? Ed evitando che se ne parli.

Il peggio deve ancora venire. Appena citato il sito CrisisCast e la storia dei figuranti definiti “esseri umani falliti” Tommix si collega subito a Bruno Gulotta, insinuando nella testa dello spettatore che anche quest’ultimo sia un figurante:

La situazione si fa più delicata allorquando si dichiarano vittime con nome e cognome e se ne intervistano genitori che non sono capaci di tradire la minima emozione.

Questo successe per la Solesin supposta vittima a Parigi, la cui notizia della morte deve aver dato una certa sonnolenza a suo papà.

Può esistere un genitore che saputa la morte della figlia vada a riposare?

Ecco che inizia a riportare le teorie complottistiche su Bruno Gulotta, dopo essere tornato a parlare di Valeria Solesin e aver calpestato i genitori delle vittime:

In questo caso una delle vittime italiane a Barcellona è Bruno Gulotta. Le cose sono due: se è una vittima vera, che la terra gli sia lieve, se è un contraffattore ci auguriamo che gli sia lieve al più presto. State pensando “è assurdo!”, lo so. Ebbene, nel millennio che corre, mettetevelo bene in testa, il virtuale sta prendendo il sopravvento sul carnale. Per ognuno di noi le vite altrui sono raffigurazione sotto forma di post scritto, video girato o immagine scattata, più spesso di quanto non siano sentore di una stretta di mano, di un odore piacevole, o di uno sguardo complice. Nello scacchiere di questo immaginario in pixel, creare e muovere identità a piacimento sembra cosa ben fattibile.

Nello specifico della vittima, silenziando quanto delle sue sorti dice il mainstream, siamo al cospetto di un collaboratore presso un’azienda decisamente dedita al trollaggio in rete. Il Gulotta viene definito un giovane assetato di conoscenza, eppure lavorava per un sito internet protagonista di atti di disinformazione su temi cruciali, come la geoingegneria. Io non potrei prestarmi neppure un minuto a servire simili datori di lavoro, soprattutto se fossi assetato di conoscenza, a meno di non accettare la linea editoriale e la propaganda disinformativa che questa comporta. E nella stessa linea di collaborazione potrei prestarmi per esempio a cambiare identità e a farmi una vacanza chissà dove, pagato a vita. Solo in questo potrei spiegarmi l’intervista ad un padre che non denuncia il minimo sentimento di pietà verso la sorte del figlio. Per chi conosce la programmazione neurolinguistica, questo volto non ha nulla a che spartire con la storia che racconta.

La sua narrazione è mnemonica, mai emozionale, lo sguardo sfugge spesso a cercar conferme altrove e i tagli fanno supporre qualche possibile incertezza eliminata.

In pratica accusa Tom’s Hardware (dove lavorava Bruno) di essere un’azienda che compie atti di disinformazione, denigrando i datori di lavoro di Gulotta. Augura la morte a quest’ultimo se mai fosse un contraffattore, facendolo passare per un collaborazionista e accusando il padre di non aver provato espressioni diverse da quelle che presenta nel video che circola online. A proposito, ecco cosa dice Rosario Marcianò:

Un padre disperato? No. Un pessimo attore.

Non potevano mancare nel video i riferimenti ai massoni e all’antigiudaismo:

Per Stato non intendiamo certo quell’accozzaglia di beoti che si cingono a costruire una qualsivoglia volontà parlamentare, bensì la rete dei legami occulti volti a realizzare una geopolitica di matrice massonico giudaica, in stretto legame con l’internazionale gesuita […]

Tutto il resto del video è veramente stomachevole, dove si pretende che tutto sia un fake, che a terra vi siano manichini e non esseri umani, che le riprese fatte non siano professionali e sfuocate, per poi giungere alla solita storia del mezzo che dovrebbe sembrare una delle auto di Carmageddon o dei peggiori film splatter.

Chissà se Tommix andrà a verificare di persona se Bruno Gulotta è morto, magari presentandosi al funerale. Dubito che lo faccia, ma ci spero.

David Puente

Nato a Merida (Venezuela), vive in Italia dall'età di 7 anni. Laureato presso l'Università degli Studi di Udine, opera nel campo della comunicazione e della programmazione web.
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