Il 30 novembre 2016 nel blog Pietrobarnabe.com venne pubblicato un articolo dal titolo “20 milioni di musulmani insieme contro l’Isis, perché nessuno ne ha parlato?” ottenendo oltre 99 mila condivisioni Facebook:
Il tradizionale pellegrinaggio sciita a Karbala, nel sud dell’Iraq, è diventato una manifestazione di protesta contro l’Isis, che il giorno prima aveva seminato una strage in una cittadina nei pressi di Karbala. La marcia è diventata forse la più grande della storia: si calcola che abbiano partecipato dai 17 ai 20 milioni di musulmani (secondo il quotidiano britannico The Independent). Ora, 20 milioni di musulmani tutti insieme contro l’Isis è una notizia o no? Eppure, sui giornali italiani non l’abbiamo vista, perché contraddice l’assunto ideologico “musulmani uguale terroristi”. L’articolo e il video dal britannico The Independent.
Il titolo è fuorviante, così come nei siti di testate giornalistiche britanniche come l’Indipendent (“Millions of Muslims take part in mass pilgrimage of Arbaeen – in spite of Isis“) e quelle italiane come Leggo (“Iraq, venti milioni di musulmani in marcia per 550 km contro l’Isis“) e Il Mattino (“Iraq, venti milioni di musulmani in marcia per 550 km contro l’Isis“).
È vero che ci siano stati milioni di musulmani che hanno partecipato al tradizionale pellegrinaggio a Karbala per la festività di Arbaeen, ma non era affatto e non è neppure diventata una “manifestazione di protesta” contro l’Isis, così come non è vero che i media non ne hanno parlato anche se in maniera sbagliata (tanto per intenderci, l’articolo su Pietrobarnabe.com risale al 30 novembre 2016, quelli di Leggo e Il Mattino al 27 novembre 2016).
In merito all’Isis, la pretesa che si fosse trasformato il tutto da un evento religioso a politico (contro l’Isis, appunto) è stata spiegata da un articolo del 22 novembre 2016 di Linkiesta.it:
Una mobilitazione enorme che, oltre che religiosa, è anche politica: come fa notare il giornale Al-Monitor, la cerimonia ha assunto un valore maggiore da quando è sorto l’Isis. Marciare in Iraq in direzione di Kerbela è un atto di devozione ma anche una manifestazione di presenza, una sorta di sfida allo Stato Islamico: “Soprattutto dopo la caduta di Mosul nelle mani del Daesh di qualche anno fa, con conseguenti massacri di soldati e civili sciiti”. In più è anche una riaffermazione della predominanza sciita sulla regione, con uno sguardo ai vicini sunniti, e una certificazione dell’importanza dell’Iran, la cui presenza in termini di pellegrini è aumentata in modo esponenziale, nel mondo sciita.
Insomma, un fenomeno annuale e regolarmente riportato dai media, svoltosi anche nel 2016 con o senza l’Isis.