Premessa: Sono d’accordo con la pena di morte? Sinceramente la trovo piuttosto una liberazione più per il condannato che per le famiglie delle vittime (pur comprendendo la loro rabbia e desiderio di “vendetta”).
Il 26 agosto 2017 a pagina 11 nell’edizione cartacea di LiberoQuotidiano troviamo un articolo a firma Renato Farina dal titolo “È di destra: lo usano come cavia umana“:
Quando il politicamente corretto diventa razzismo
È di destra: lo usano come cavia umana
La Florida giustizia un bianco, in cella per l’omicidio di un nero e di un ispanico. Su di lui testato un nuovo veleno
A chi si riferisce l’Renato Farina? L’ex giornalista (si era dimesso dall’albo dei gironalisti nel 2007) parla del caso Mark Asay, un suprematista bianco colpevole di due omicidi a sfondo razziale (Robert Lee Booker, di 34 anni, e Robert McDowell, 26 anni). Stiamo parlando di un assassino, condannato a morte nello stato della Florida nel lontano 1988 (ha vissuto fino all’agosto 2017 in prigione).
L’occhiello e il sottotitolo dell’articolo fanno intendere al lettore che “era bianco” e dunque è “razzismo contro i bianchi“, ma risulta assurdo quando Mark Asay è il primo uomo bianco ad essere giustiziato nello stato della Florida per aver ucciso delle persone “non bianche“, mentre dal 1976 (anno della reintroduzione della pena capitale nello Stato americano) sono stati condannati a morte 20 uomini di colore per aver ucciso persone “bianche“:
Asay was the first white man to be executed in Florida for killing a black man. At least 20 black men have been executed for killing white victims since the state reinstated the death penalty in 1976, according to data from the Death Penalty Information Center. A total of 92 Florida inmates had been executed previously in that time period.
È stato testato su di lui un “nuovo veleno” per ucciderlo? Non si trattava propriamente di un “veleno“, bensì di un farmaco in sostituzione del Midazolam. Insomma, un anestetico sostituito con altro chiamato Etomidato e che non è affatto nuovo (Anesthesiology, vol.88, n.2, 1998, pagg.317-326, citato su Adnkronos).
Volevano usarlo come cavia perché era bianco? No, non riguarda il colore della sua pelle. Perché cambiare l’anestetico? Volevano testarlo? Semplicemente le case farmaceutiche si rifiutavano di fornire il midazolam perché contrarie all’utilizzo del loro prodotto per le esecuzioni capitali:
Though approved by the Florida supreme court, etomidate has been criticized by some as being unproven in an execution. Etomidate replaced midazolam, which became harder to acquire after many drug companies began refusing to provide it for executions.
La Janssen Pharmaceuticals NV della Johnson & Johnson, una delle aziende che produce dell’Etomidato, si è dichiarata apertamente contraria all’uso dei propri farmaci per le pene capitali, come riporta il portavoce Greg Panico al The Washington Post:
“Janssen discovers and develops medical innovations to save and enhance lives. We do not support the use of our medicines for indications that have not been approved by regulatory authorities,” Greg Panico, a spokesman for Janssen said in an email. “We do not condone the use of our medicines in lethal injections for capital punishment.”
Insomma, un articolo che tramite occhiello, titolo e sottotitolo invia un chiaro messaggio ai suoi lettori, puntando sul fatto che fosse di “destra” (c’è da vantarsi nell’essere paragonati con un delinquente?) e trattato diversamente perché “bianco” (“Quando il politicamente corretto diventa razzismo“).
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