Sono curioso di sapere quanti di voi hanno letto la pagina “Chi sono” presente nel mio blog:
Dopo qualche piccola realizzazione grafica per alcuni siti web friulani, e la realizzazione del mio Blog personale, mi sono trasferito a Milano per lavorare in una delle più rinomate società di strategie della comunicazione online esistente in Italia, la Casaleggio Associati. Un’esperienza senz’altro fruttuosa, che mi ha permesso di migliorare la mia professione e di ampliare le mie conoscenze sul campo. Mi sono occupato principalmente della comunicazione online dell’allora Ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro, gestendo sia il suo Blog che il sito del suo partito, l’Italia dei Valori. In seguito mi sono occupato della realizzazione del nuovo sito di Voglioscendere.it (noto Blog gestito da Marco Travaglio, Peter Gomez e Pino Corrias), poi diventato Cadoinpiedi.it, e del nuovo sito della casa editrice Chiarelettere. Mi sono occupato, inoltre, della realizzazione e della gestione online dei siti web legati alle varie iniziative dei clienti, attraverso dirette streaming e gestione dei social network in diretta da manifestazioni, cortei e feste, tra le quali gli incontri nazionali dell’Italia dei Valori a Vasto(CH), manifestazioni delle Agende Rosse a Roma e, in particolare, la tre giorni organizzata da Beppe Grillo a Cesena dal titolo “Woodstock 5 Stelle”. Tra i progetti che mi hanno portato maggior soddisfazione, oltre agli eventi legati a Beppe Grillo e al suo Blog, è stata la creazione, la gestione del sito e della comunicazione online di Carlo Costantini, allora candidato alla Presidenza della Regione Abruzzo.
Non ho mai nascosto il mio passato, qualche volta trovo divertente come certi individui sparlano di me senza neanche conoscermi diffondendo le più assurde teorie degne dei peggiori complessati mentali. Ogni tanto vale la pena rispolverare un po’ di storia e raccontare perché faccio tutto ciò che leggete in questo blog e tramite i miei profili social. No, non sono pagato dal PD, dai “Poteri forti”, da Laura Boldrini o da qualche multinazionale di chissà quale genere, ma se lo pensate dovreste prendere appuntamento non con uno bravo, cercate il migliore (anche se sono consapevole che la malafede non può essere curata).
Ero iscritto all’Italia dei Valori, l’allora partito di Antonio Di Pietro. Vista la mia età, entrai nel GIV per poi diventarne il Coordinatore del Friuli Venezia Giulia e successivamente del Nord Italia. In quel periodo fui contattato dalla società situata in via Morone per un paio di semplici attività, ma bastarono per iniziare a instaurare un primo rapporto di collaborazione. Lasciai il partito perché stufo di vedere certi giochetti classici della vecchia politica, preferendo un progetto diverso e possibilmente vicino alle mie idee.
Tempo dopo diventai l’Organizer del Meetup di Beppe Grillo di Udine, con il quale organizzai e partecipai al primo Vday portando poi personalmente le firme alla sede della Casaleggio Associati a Milano. Me lo ricordo bene quel giorno, la valigia era pesante e abbastanza grande per portare a casa il frutto del duro lavoro del Meetup che rappresentavo, orgoglioso e soddisfatto. Improvvisamente mi ritrovai nuovamente a Milano, ironia della sorte per occuparmi della comunicazione online del partito di cui facevo inizialmente parte. Del resto la comunicazione dell’Italia dei Valori e di Beppe Grillo era gestita dalla stessa società, non era affatto un segreto.
Di cosa mi occupavo? Della grafica dei siti, dei video, ma soprattutto di ciò che si doveva comunicare. Inizialmente pubblicavo i diversi contenuti sotto la decisione e supervisione dei soci della Casaleggio, per poi diventare autonomo da poter dire di “No” agli stessi parlamentari (e un paio di volte persino al loro Presidente di partito). Non potevo certamente decidere cosa potevano dire in Parlamento, ma potevo decidere cosa pubblicare o meno nel sito. Il mio lavoro consisteva, inoltre, a verificare ciò che loro stessi volevano comunicare per evitare loro di fare pessime figure e perdere consensi. Già, un po’ di fact checking (col cavolo che pubblicavo un comunicato sulle scie chimiche, tanto per intenderci).
L’esperienza a Milano è durata qualche anno, quanto basta per abbracciare e sostenere un’idea che mi piaceva. Gianroberto Casaleggio puntava molto su Antonio Di Pietro, ma c’era bisogno di una base adatta a sostenerlo adeguatamente, una nuova linfa vitale per un progetto politico che riteneva valido. I Meetup potevano di fatto creare una nuova classe dirigente utile allo scopo, persone “comuni” mosse dal desiderio di una politica onesta e trasparente, ma soprattutto “dal basso“. I primi “esperimenti” furono proprio due figure sostenute dai fan di Beppe Grillo, Sonia Alfano e Luigi De Magistris che, in seguito alla loro elezione al Parlamento Europeo, diventarono parte integrante del partito di Antonio Di Pietro.
Dopo l’interruzione dei rapporti tra l’Italia dei Valori e la Casaleggio Associati il progetto politico non venne accantonato del tutto. Ricordo il giorno in cui in ufficio uno dei miei colleghi elaborava il simbolo del Movimento 5 Stelle e si intestardiva per capire come posizionare la “V” diventata ormai simbolo delle battaglie di Beppe Grillo e dei Meetup: gli suggerii di non farla tanto visibile, ma parte integrante del nome, sostituendo quella presente nella scritta “Movimento“. Ricordo ancora la presentazione al Teatro Smeraldo di Milano. Ricordo i sacrifici per l’evento di Cesena, Woodstock 5 Stelle.
Stanco della frenesia milanese, un giorno presentai la mia lettera di licenziamento a Gianroberto, il quale mi disse che se avevo bisogno c’era sempre un posto per me. Tornai alla mia amata Udine, tornai nuovamente a far parte del Meetup riabbracciando i miei vecchi amici. Qualcosa, purtroppo, era cambiato.
C’era un conflitto interno tra gli attivisti del Meetup che logorava la mia idea di politica. Un gruppo era contro l’altro, venivano organizzate riunioni su riunioni per discutere in fin dei conti del nulla perché comunque ogni Meetup pretendeva di avere ragione. Si avvicinavano le elezioni, ormai erano evidenti le correnti all’interno dello stesso Movimento, un po’ come nei vecchi partiti. Ormai era tardi per tornare indietro, così che dopo uno spiacevole episodio decisi di mollare e lasciar perdere l’attivismo politico (e pensare che i media locali mi davano per il papabile candidato sindaco di Udine). Qualche imbecille ha persino osato insinuare che fui cacciato dal Movimento, peccato che dopo le elezioni mi occupai per un periodo di alcuni aspetti della comunicazione del gruppo degli eletti M5S al Consiglio Regionale, fornendo diversi anni più avanti alcune consulenze. Perché l’ho fatto? Perché ritenevo che alcune persone erano valide e avevo fiducia in loro.
Nel frattempo avevo iniziato ufficialmente la mia attività di debunking, o sbufalatore, diventando un punto di riferimento insieme ad altri miei colleghi nella lotta alle fake news. Ricordo quel giorno che chiamai in ufficio alla Casaleggio per avvertirli della foto sbagliata sull’ebola pubblicata nella pagina Facebook di Beppe Grillo. Ricordo le voci di sottofondo di persone arrabbiate per l’errore, ma niente da fare. L’immagine era rimasta (c’è ancora) scatenando le polemiche. Ricordo altri episodi, altre telefonate per chiedere di correggere alcuni contenuti. Poi il silenzio, nessun riscontro e la mia delusione era arrivata al limite. Nonostante tutto smascherai e contrastai diverse bufale contro di loro (oh, leggete almeno questo articolo!!!) e criticato duramente testate giornalistiche e giornalisti che hanno contribuito alla loro diffusione (con patetiche scuse), ma queste cose non contano per certi polarizzati che hanno creato nel corso degli anni: se parli anche solo una volta male, se osi criticare sei un venduto, un traditore, un infiltrato, il male in terra!
Capiamoci, ci sono persone valide all’interno del Movimento 5 Stelle, lo ripeto due volte in questo articolo, ma è l’intero progetto che è andato in vacca e per certe cose non trovo grosse differenze da un altro partito tradizionale. Non solo dalla base, anche dall’alto e da cos’è diventato negli anni attraverso le strategie della Casaleggio. Il falso mito di TzeTze, un sito che sbugiarda se stesso e che sfrutta i media tradizionali alla faccia della “mission“, un sito come La Fucina che pubblica fake news e fornisce visibilità a Di Bella. Per non parlare di quello schifoso clickbait e l’uso delle fotografie decontestualizzate. Come se non bastasse, c’è anche quella lunga e insopportabile pretesa di verità in merito alla classifica della libertà di stampa nonostante i loro atteggiamenti nei confronti dei giornali e dei giornalisti. Ultima, ma non meno importante e che mi preoccupa molto, la questione Rousseau e #Hack5Stelle.
Accidenti, starei qui ore a raccontare la mia estrema delusione su come è andato in vacca tutto e come vedo nel Movimento 5 Stelle l’ennesimo partito italico dove a decidere non è affatto la base modificando le regole del gioco a partita avviata. Non sono la medicina contro la vecchia politica, sembrano piuttosto un prodotto omeopatico.
Continuerò ad operare il mio fact checking a tutto tondo, che sia a favore o contro non mi interessa perché le fake news sono di fatto un problema e un pericolo che riguarda tutti, ma lasciatemi raccontare la mia delusione per un progetto politico che ritengo fallito.
Per chi voterò alle prossime elezioni? Dipende quali: dove ci sarà la preferenza la potrò dare a chi ritengo valido, in caso contrario sarà veramente dura decidere (il lato oscuro che mi porta alla scheda vuota è forte).
Come dicevo, oggi è l’otto settembre ed è l’anniversario del primo Vday. Oggi presentano il libro “Supernova: com’è stato ucciso il Movimento 5 Stelle” dove vengo citato dai due autori.