Riflessioni sul video dei dipendenti di Banca Intesa e Katia Ghirardi – “Io ci sto”

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Non è mio solito commentare certe cose, non ne trovo il motivo perché ho altro a cui pensare. Tuttavia non ho potuto farne a meno, cercando di capire che diamine sia successo.

Il video “Io ci sto”

Il video “Io ci sto” è diventato virale, anche grazie a pagine Facebook come “Commenti memorabili“, e da giorni non si parla d’altro. L’unica cosa che mi era parso curioso era il calo delle azioni di Banca Intesa, una coincidenza che ritengo ironicamente “meravigliosa” (ripeto: mi riferisco alla coincidenza).

Una coincidenza “meravigliosa”

La mia prima reazione al video è stata dire “Sto male“. Certo, mi aveva lasciato spiazzato, nonostante online ci siano una marea di video con persone che ballano e cantano in maniera goffa e ridicola. Non nego di aver inizialmente riso e di aver considerato il tutto una gaffe.

Poi mi son rivisto il video. Di nuovo. Una quarta volta e una quinta, fino a quando non ho capito cosa mi sfuggiva: questi son davvero simpatici!

Avete presente quando andate in banca? Allora, io ritengo di essere fortunato perché nella banca della mia filiale mi trovo bene, i dipendenti sono disponibili e cordiali, ma parlare con i direttori (più di uno negli ultimi anni) era tutt’altra cosa. Uno era talmente serio che la sfinge stava ridendo a crepapelle. L’altro non mi piaceva come si poneva con il cliente, distaccato. L’ultimo è stato molto cortese e rassicurante, un buon passo in avanti.

Insomma, ognuno di noi vorrebbe andare in banca sapendo di trovarsi davanti delle persone perlomeno a modo e simpatiche, in questo caso Katia Ghirardi (la direttrice della filiale di Intesa San Paolo di Castiglione) con questo video mi ha fatto capire che andare presso la sua filiale, quella da lei gestita, potrebbe piacermi. Se non fosse per la distanza da dove abito, sarei andato da loro per ringraziarli del video e complimentarmi perché sono stati genuini e sinceri nel realizzarlo. Purtroppo, e capirete dopo, forse sbaglierei nel farlo.

Dopo la diffusione di un secondo video, “Bankarius karma” (lo adoro!), iniziavo a pensare ad una campagna di marketing aziendale.

La risposta al dubbio la fornisce Selvaggia Lucarelli dal suo profilo Facebook pubblicando la locandina del contest aziendale, interno e non pubblico, organizzato da Banca Intesa:

Il contest aziendale, interno e non pubblico, per la realizzazione dei video

Fate un lavoro di squadra, coinvolgete i vostri colleghi, mettete in moto le energie di tutti” sa tanto di team building, non è una cattiva idea! Essendo appunto un contest interno, in un certo senso “privato” e utilizzabile tra le quattro mura dell’azienda, i dipendenti avranno partecipato valutando il fatto che sarebbero rimasti “in casa” e non ad un vasto pubblico mondiale come quello della Rete internet e dei social in particolare.

Uno dei tweet dove prendono in giro Katia. L’account dell’autore è ad oggi scomparso.

Purtroppo in Rete ci sono delle grandi brutte bestie e scatta inevitabilmente il solito bulletto di turno che meriterebbe di essere filmato mentre canta sotto la doccia facendo cadere tutti i Santi del Paradiso dalla disperazione. Katia è stata derisa, i dipendenti usati come nuovi “meme” per prenderla in giro e per prendere in giro tutto il loro buon intento. Questo dispiace, e molto.

Se pensate che il cyberbullismo sia solo una cosa tra “giovani” e “giovanissimi” vi sbagliate di grosso. È un problema da non sottovalutare e a riguardo avevo scritto un articolo dove cerco di spiegarlo. Dobbiamo stare molto attenti a cosa facciamo, cosa condividiamo e come lo commentiamo perché ci vuole poco a “trasformare una pallina di neve in una valanga“.

I miei complimenti a Ceres che hanno risposto alla grande a tutti i bulletti:

L’ottimo post di Ceres che sostiene Katia e i dipendenti

 

David Puente

Nato a Merida (Venezuela), vive in Italia dall'età di 7 anni. Laureato presso l'Università degli Studi di Udine, opera nel campo della comunicazione e della programmazione web.
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