Poco fa mi hanno girato un audio che circola nelle chat di Whatsapp dove un uomo spiega che ci sarebbe una bimba (nessun nome, età, luogo, niente di niente) sarebbe cieca e che qualcuno avrebbe intenzione di sborsare i soldi per un’operazione:
Ragazzi buonasera a tutti. Allora, questa bimba è cieca… eeeehhhh… e il proprietario di Whastapp, non so come cazzo si chiama, l’ha presa in carico per fare l’operazione a spese sue. Costa sui 200 mila euro. Non chiede soldi a nessuno, chiede solo che si gira questo messaggio perché su ogni messaggio mandato lui sborsa 50 centesimi. Non dovete dare ne soldi ne niente, solo mandarlo a amici e conoscenti, ecco. Va bene? Grazie!
Come accadeva con Facebook, circolano da anni Catene di Sant’Antonio bufale come questa dove Zuckerberg donerebbe 50 centesimi a bambini bisognosi se condividete e cliccate mi piace su qualche pagina di sciacalli. In questo caso siamo su Whatsapp, dove non c’è un effettivo ritorno in termini di visibilità come avviene su Facebook, ma la diffusione virale funziona così come per le immagini strappalacrime!
Pensate anche a questo: come accidenti potrebbe Whatsapp conteggiare quante volte è stato condiviso il contenuto specifico (il messaggio audio) senza rimetterci tempo e denaro?
Fate un favore all’umanità: se ricevete questo messaggio audio cestinatelo, avvisate chi ve lo ha inviato della bufala affinché non lo condivida ulteriormente anche perché tale operazione è una perdita sia di tempo che di denaro di chi gestisce Whatsapp, il cui proprietario potrebbe benissimo spendere direttamente i 200 mila euro (se mai esistesse una bimba cieca da operare).