Pochi giorni fa vi parlai dell’orrenda bufala che sfruttava la vicenda di Nonna Peppina e che riguardava anche la Presidente della Camera Laura Boldrini. Che il web sia popolato anche da persone con evidenti problemi sociali, capaci di calpestare la dignità di un’anziana signora, non è affatto una novità. Di recente è stato tirato in ballo un gruppo Facebook chiamato “Giente honesta” (di cui avevo accennato in un altro articolo), un gruppo chiuso come “Club Luigi Di Maio” per intenderci. Il motivo è presto detto: tra i commenti dei post sul gruppo erano comparsi insulti e auguri di morte nei confronti della signora.
Gli admin della pagina, in seguito alle notizie riportate da Il Giornale e altri siti, sono intervenuti così:
Cris Fo: Segnalate pic razziste e fate i moralisti su ogni cosa poi mi tocca leggere insulti e minacce nei confronti di una donna anziana. Siete proprio squallidi. Ban immediato.
Luigi Di Battista: Persone che si spetterebbe di non incontrare… Toni volgari ed irrispettosi
Chi si vuole iscrivere al gruppo dovrebbe accettare determinate condizioni (riportate qui sotto)
Giente Honesta è un gruppo satirico, dove si combatte il gentismo di qualsiasi tipo senza sfociare in volgarità o cattiveria gratuita. Accetti?
È bene che gli admin di quel gruppo caccino coloro che hanno scritto tali commenti nei confronti della signora Peppina, così anche per gli episodi futuri (inutile avere moderatori se non tengono d’occhio le discussioni). Qualcuno lo vedo ancora dentro, attenderò che spariscano dall’elenco degli iscritti (è un’ottima occasione per la famosa “pulizia kontatti“). A proposito di satira, nei loro interventi non ne vedo neanche un po’ (già mi immagino che qualche iscritto contesterà la mia affermazione, ma non sarebbe la prima volta e non mi interessa). Potrebbero anche essere persone che pensano di essere simpatiche esprimendosi con certi toni, ma evidentemente hanno bisogno di molte attenzioni se arrivano a tanto.
Poi però bisogna passare ad un altro aspetto della vicenda. Secondo quanto è stato riportato in alcune testate giornalistiche, la signora poteva stare benissimo nella sua abitazione di legno anche se abusiva. A raccontarlo è Repubblica in un articolo dell’undici ottobre 2017 dal titolo “Nonna Peppina rinuncia alla sanatoria. La sua casa non rientra tra i casi di proroga“:
Da tre giorni Giuseppa Fattori vive e dorme in un container di dieci metri quadrati allestito vicino alle case lasciate: quella colpita e poi quella in legno, fatta realizzare dalle figlie. Il bagno (chimico) è all’esterno, difficoltà nella difficoltà. Lei, però, resta nel container plastico: non vuole allontanarsi dai luoghi dove è arrivata sposa.
“Sono delle bestie”, ha detto l’anziana. Ce l’ha con tutti: dal Comune di Fiastra alla Protezione civile. Ma la sua nuova casa era insanabile. Meglio, “improrogabile”, viste le disposizioni in arrivo dal governo. È stata realizzata dopo i terremoti. Con un volume superiore all’edificio precedente. Violando vincoli paesaggistici. “Quel paesaggio era il nostro giardino”, risponde l’anziana, “avrei voluto farlo diventare il punto di riferimento dei terremotati di Fiastra”. Le figlie dicono di aver speso 80mila euro per il nuovo alloggio in legno, ma nella provincia di Macerata a quelle cifre non si può arrivare.
La famiglia di Peppina, fuori dalla proroga collettiva, non ha accettato neppure la trattativa ad personam: il Comune, con il supporto del governo, avrebbe lasciato l’anziana nella casa in legno fino alla fine dei suoi giorni purché, dopo la dipartita della capofamiglia, fosse stato chiaro che il bene abusivo sarebbe stato smontato. Agli eredi – a cui lo Stato risistemerà comunque la prima abitazione danneggiata – sarebbe andato un bene di pari valore. Niente, i Fattori vogliono la casa recuperata e la casetta autocostruita. La Regione Marche si è proposta di sostenerli nel ricorso al Tar: non hanno accettato. Procedono per conto proprio e annunciano un libro sulla storia di Nonna Peppina: “Sarà un bestseller”. Il sindaco di Fiastra, Claudio Castelletti: “Stanno aspettando una deroga ai piani paesaggistici per far rientrare Nonna Peppina”. La commissaria alla Ricostruzione replica che non sarà possibile: c’è un doppio problema di vincoli non rispettati e di volumi eccedenti.
Insomma, il Comune e il Governo erano disposti a venire incontro alle esigenze dell’anziana signora garantendole di rimanere nell’abitazione in legno fino alla fine dei suoi giorni. Non solo, gli eredi avrebbero avuto anche un beneficio in tutta questa storia (quando mai capita un’offerta del genere???). Invece no, non hanno accettato! Anzi, si parla addirittura di un libro da vendere sulla sua storia della nonna e che “Sarà un bestseller“. Potrebbero aggiungere anche i commenti del gruppo “Giente Honesta”, magari vendono di più, aggiungendo pure una foto della signora di fronte al container di dieci metri quadrati dove ora soggiorna e la prefazione scritta da qualche politico che ha cavalcato l’onda dell’indignazione popolare (non dimenticate i selfie).
Che schifo.
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