Circola da qualche ora lo screenshot pubblicato dell’utente “Parcesepulto” riportante un presunto tweet di Laura Boldrini:
Apprendo con costernazione che il Presidente del Senato Pietro Curvy ha lasciato il PD
Si tratta palesemente di un falso tweet, di per se un’uscita del genere non è propria della Presidente della Camera. La giornalista Antonella Rampino pubblica poi un tweet di denuncia nei confronti dell’autore:
Questi falsi tweet di @lauraboldrini che vengono messi in circolazione non sono meno gravi delle minacce e delle offese (anche a Grasso)
In seguito l’account “Parcesepulto” è stato oscurato dallo stesso proprietario o sospeso da Twitter, ma punterei per lo più per la prima opzione forse per timore di un intervento legale nei suoi confronti.
È bene avere presente le diverse pubblicazioni dell’utente in questione, il quale si diverte a prendere in giro un po’ tutti, come in questo falso tweet di Luigi Di Maio:
Oggi ho avuto un interessante incontro con presidente della SAREIE, Società italiana degli autori ed editori
Attenzione però, questo su Marco Rizzo rivolto al ministro Fedeli e dove vuole far notare che in età giovanile faceva sesso è vero:
Per quanto riguarda i falsi tweet di Laura Boldrini e Luigi Di Maio non c’è dubbio che si trattino di fake, si potrebbe parlare in qualche modo di “satira“, ma il problema che riscontro è che di fatto la Presidente della Camera è talmente presa di mira da bufale e falsità anche crudeli nei suoi confronti che qualche utente (già incapace di comprendere il vero dal falso) troverebbe modo di denigrarla ulteriormente a causa dell’opera di Parcesepulto.
Sinceramente non me la sento di dare una colpa alla giornalista che ha segnalato o all’autore del tweet, piuttosto dovremmo pensare a chi ha creato e alimentato la diffusione di fake news alterando la percezione della realtà di molti.
AGGIORNAMENTO ore 17:31 (e oltre)
Alle 14:02 la giornalista Antonella Rampino condivide il mio tweet contenente l’articolo che state leggendo sostenendo quanto segue (c’è anche la mia risposta):
Antonella Rampino: “Questo post pone molto correttamente il punto: è satira falsificare un account tw? Era esattamente il punto che ponevo anch’io: non è satira”
David Puente: “Io ho sollevato un punto ben preciso, stia attenta.“
Nel mio articolo ho ben specificato che bisognava osservare i contenuti pubblicati dall’account Twitter per capirne la natura ironica sostenendo, inoltre, che “si potrebbe parlare in qualche modo di “satira”” (lo evidenzio anche nel testo precedente, perché in molti lo hanno saltato del tutto):
Si è arrivati ad un livello in cui la Presidente della Camera è stata talmente bombardata da falsità e barbarie che qualunque cosa potrebbe essere vista come un attacco. Certamente qualche utente, incapace di comprendere il vero dal falso, potrebbe usare quell’immagine fasulla per attaccare la Boldrini, così come capita con qualche pubblicazione di Lercio nei confronti di qualcuno. Purtroppo si, c’è gente che crede a Lercio senza rendersi conto di che cos’è, ma non per questo andrebbe censurato (e ho già spiegato più volte che la censura è inutile e dannosa). Parcesepulto non sarà Lercio, ma andavano visti con attenzione i suoi contenuti prima di iniziare una crociata.
Purtroppo tutto questo clima nasce da un fatto evidente, da bufalari senza scrupoli desiderosi di denaro e spesso con chiare posizioni politiche. Questi hanno alterato parecchio la percezione della realtà, scatenando da una parte gente che ci crede e dall’altra gente che per qualunque cosa urla “bufala” o “fake news” anche se magari risulta vera. Poi ci sono quelle persone che se la prendono con tutto il loro cuore anche contro gente come Ermes Maiolica nonostante lui non sia una persona paragonabile a quelle indegne che circolano in Rete.
Per il suo tweet contro Parcesepulto non volevo darle una colpa, considerando che lei si sia lasciata prendere dalle accuse nei confronti dell’utente in questione senza controllare i suoi contenuti nel tempo su Twitter, contenuti non paragonabili con bufale del genere “il cuggino della Boldrini pagato 45 mila milioni per contare le pecore al Senato” o “vuole distruggere i monumenti fascisti“.
Preciso, per certi utenti in particolare, che non ho trattato il resto della storia legata al suo intervento nei confronti di Parcesepulto, preferendo trattare nel mio articolo un problema specifico senza deviare troppo.
Mentre scrivevo questa spiegazione la giornalista scrive il seguente tweet rispondendo ad un altro utente:
Tinomotta: “Esatto, il tweet è innocuo, ma non l’uso che altri ne fanno. Su questo bisogna porre attenzione”
Antonella Rampino: “Il tw non è innocuo. E parcesepulto non indicava l’account come satirico (e se lo è chiuso da solo per questo). Cose che Puente non nota.“
A quel punto son intervenuto proponendo un parere su un contenuto in particolare:
David Puente: “Cosa ne dice di questo?”
Antonella Rampino: “Guardi ho aspettato sua risposta ma adesso ho poco tempo. E dal giochetto che propone non vedo sortire discussione proficua. Buona serata.”
David Puente: “Però ha avuto tempo di scrivere tutto questo lungo tweet. Per Parcesepulto quanto tempo c’è voluto per decidere di criticarlo?“
Tanto per precisare, lo screen proviene da Lercio. C’è da dire però che il tempo lo trova per scrivere il seguente tweet:
Antonella Rampino: “I giocherelli degli esperti di fake sui social. Augurando che non gli capiti mai di dover distinguere il vero dal falso nella vita reale.”
David Puente: “Vedo che quando vuole il tempo lo trova. Pazienza. Saluti.“
Per lei comunque è “time out“, quasi fossimo a Masterchef con tempi limite per preparare un piatto e servirlo e spiegarne il contenuto:
Antonella Rampino: “Due ore dopo ancora non rispond e non dice qual è il punto preciso. Time out. #smartpeople”
David Puente: “Non sapevo che ci fossero dei limiti di tempo come a Masterchef per formulare una spiegazione adeguata“
Va bene essere “smart“, ma sono soltanto uno e non trino siccome stavo rispondendo ad altre persone sull’argomento. Amen.
Riporto il post di Charlotte Matteini sul caso (lei ha trattato l’argomento su un punto, io su un altro):
Spesso in passato ho parlato della pericolosità di censurare la satira, sottolineando che il creare una sorta di black list composta da una serie di argomenti ritenuti socialmente indissacrabili ci avrebbe solamente portato a non aver più nulla su cui fare satira, date le diverse sensibilità esistenti. Ed ecco qui la plastica dimostrazione di quanto questa volontà censoria è pericolosa:
Ieri Parcesepulto pubblica questo tweet satirico, scherzando sul cognome di Pietro Grasso. Oggi la giornalista Antonella Rampino lo vede, lo scambia per un fake news, sostenendo che siccome lo screen riproduce l’account di Laura Boldrini il tweet è da querela e non può affatto essere considerato satira. In ultimo, invoca il blocco degli account, che al momento sono scomparsi da FB e Twitter.
Non so voi, ma a me questa linea di pensiero fa paura. Un conto sono gli insulti e le offese, un altro conto le battute e la satira. Sembra quasi non si possa più scherzare su nulla che dietro l’angolo c’è qualcuno pronto a tapparti la bocca e chiuderti l’Internet perché secondo lui “ci sono cose su cui non si può fare ironia”.
AGGIORNAMENTO ore 19:11
Tornando alla questione tempo, ecco uno scambio di tweet che mi lascia senza parole:
Antonella Rampino: “Le ho chiesto due ore fa quale fosse il punto. Lei non ha risposto e continua a non rispondere. Non è in grado.”
David Puente: “Ero occupato a rispondere ad altre persone (https://twitter.com/DavidPuente/status/924677616359104513 …) e nel frattempo le preparavo questo. Mi dispiace per le sue reazioni.”
Antonella Rampino: “Risponda ora.”
David Puente: “No va beh… sul serio?”
Antonella Rampino: “Risponda ora.“
In pratica non aveva compreso il mio “nel frattempo le preparavo questo“:
David Puente: “Guardi bene il tweet precedente per cortesia.”
Antonella Rampino: “Il post? Letto e tw quel che pensavo. Quel che scrive non risponde a domanda: cosa secondo lei non ho capito? Vuole dirmelo domani?”
David Puente: “Quello che le ho inviato in questi tweet non è il contenuto che aveva condiviso prima (le avevo detto “nel frattempo le preparavo questo”)“
Per precisare, l’immagine presente nel mio screen non era neppure presente nell’articolo originale.
Aggiornamento ore 20:02
Ancora a quest’ora, dopo i tweet sopra citato, non ci arriva:
Io attendo ancora di sapere quale sia il “punto ben preciso” che nella mia web-ignoranza non ho capito. Aspetto. Anche domani, per carità.
HO LETTO TUTTO signorina. Io sono veloce. Stia bene. Ne ho abbastanza. Se vuole mi risponderà il suo guru David (sono 4 ore ormai…).
E concludo così:
David Puente: “Sta correndo troppo (lo ammette pure lei https://twitter.com/laramps/status/924702955319758849 …). La risposta l’ha avuta, ma ha saltato la fermata del tram (legga bene)”
Antonella Rampino: “Capito. Il solito giocherello. Indovinelli, risposte mai. E molta molta molta molta maleducazione. Mi saluti tutto il suo giro #smartpeople”
David Puente: “No, son fin troppo educato certe volte, inclusa questa. La risposta l’ha avuta poco fa ma lei la sta ignorando per colpa della sua fretta.“
Se non capisce ancora ci pensate voi per cortesia? Non perdo altro tempo.
AGGIORNAMENTO 20:21
Ora afferma che avrei “corretto il post“.
Antonella Rampino: “La risposta non c’è. Lei ha trascorso il tempo a correggere suo post. Che è anodino: lei ha paura delle reazioni del web. Pessima esperienza”
David Puente: “Quello che lei afferma è falso, non ho corretto il mio post ma ho aggiunto quella risposta a lei che è giornalista.“
Questo non lo tollero, ma a quanto pare mi aspetta il ban e “piangerò in un angolo del mio ufficio” per l’imminente avvenimento:
Antonella Rampino: “Corretto il tiro nell’aggiunta finale.”
David Puente: “È una risposta a lei, si svegli.”
Antonella Rampino: “Attenta, si svegli…e lei si ritiene una persona educata? Non risponde e non dice di leggere aggiunta al post. Maleducato e poco serio #ban”
David Puente: “Invitare all’attenzione non è maleducazione. Il “si svegli” è dovuto visto che ha saltato la risposta che c’era diversi tweet fa.“
Infatti:
A questo punto rettifico la parte finale dell’articolo originale: considerata ritrattata questa mia frase “non me la sento di dare una colpa alla giornalista“.
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