Il caso di Giuliano Fildigrano raccontato sui social

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Il 23 ottobre 2017 Lele Mora pubblica un lungo post Facebook in merito ad un episodio raccontato da Giuliano Fildigrano:

Ecco l’ITALIA di oggi….
Fermiamo questa follia!
Io metterò tutto me stesso per far cambiare l’ITALIA che Amo, tra pochi giorni la presentazione del Movimento Politico LIBERTÀ E ONESTÀ che aiuterà i nostri italiani a ritrovare il nostro paese libero e onesto. Lele Mora
CONDIVIDETE PER FERMARE QUESTO SCHIFO!
Leggete cosa è accaduto a questo ragazzo:
Lunedì 16/10/2017 ore 22.30 circa….luogo Novara nei pressi della stazione ferroviaria non ricordi Bene quale fosse la via …ero distratto dalla telefonata,stavo parlando di come volevo impostare il videoclip del mio brano ,all’ improvviso arrivano 2 individui exstracomunitari mi vengono incontro e da subito capisco che mirano a portarmi via il cellulare io abbasso il telefono e dico “ragazzi non ho nulla da darvi non ho soldi” e quello più alto dei 2 mi dice ,con un accento chiaramente nord africano ” zio stai Buono ti conviene abbiamo anche IL FERRO ” io spaventato inizio a correre velocissimo e questi 2 mi corrono dietro ed esclamando qualcosa nella loro lingua ne sono sopraggiunti altri 3 forse 4. Mi hanno bloccato e messo contro un muro e hanno iniziato a darmi calci e pugni….uno di loro ha tirato fuori il famoso FERRO mi hanno colpito più volte in testa provocandomi diverse ferite,la mia fortuna è stata che urlando ancune persone si sono affacciate al balcone hanno urlato a questi individui di lasciarmi stare e sono scappati via dopo avermi sferrato ancora qualche colpo….non mi hanno rubato nulla malgrado sentivo le loro mani addosso….non vedevo nulla era buio…vedevo solo i loro piedi…scarpe da ginnastica tante scarpe saranno stati almeno in 6…tenevo la testa bassa per paura di ricevere colpi sul volto…ho provato a coprire il capo con le mani ed ho subito la frattura alla mano sinistra….ho 2 occhi neri e gonfi avrei potuto perdere un occhio….ho subito il distacco del vitreo all’ occhio sinistro ho diversi tagli sulla fronte e in testa… la prognosi è di 30 giorni….ho temuto il peggio mentre aspettavo i soccorsi temevo di morire dissanguato ero una maschera di sangue…la tac in ospedale per fortuna non ha riscontrato traumi al cervello…devo davvero ringraziare le persone che si sono affacciate al balcone e hanno urlato altrimenti mi avrebbero senz’ altro ammazzato e lasciato li…sono indignato più che altro per il comportamento dei carabinieri giunti sul posto insieme al ambulanza .Mi hanno detto vada pure in ospedale e ci attenda li per la denuncia…non sono venuti …mi hanno chiamato al telefono il mattino dicendomi che potevo fare denuncia con calma appena stavo meglio e che avevo 90 giorni di tempo….con CALMA??? e se fossi morto in ospedale in seguito alle botte?? Quale denuncia avrei fatto?? Avrebbero potuto ammazzarmi cazzo altro che calma….chiedo troppo che venga fatto un controllo nella via dove è avvenuta l’aggressione se ci fosse qualche telecamera o se loro avessero perso qualcosa scappando …un indizio che possa risalire ai colpevoli …doveva scapparci il morto affinché si smuovessero? Possibile che un cittadino italiano che paga le tasse regolarmente non ha diritto (al suo paese)di poter andare in giro alle 22 .30 di sera???se fossi stata una donna o in compagnia di una donna? L avrebbero violentata….Chiedo giustizia !!!

Insieme al post anche le seguenti tre foto:

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Tralasciando per ora l’uso politico della vicenda da parte di Lele Mora (infatti pubblicizza il suo movimento chiamato “Libertà e Onestà“) cercherò di ricostruire un po’ la parte social della vicenda.

Il 16 ottobre alle ore 17:14 pubblica un’immagine sul suo profilo Facebook con lo stesso maglione che vediamo in una delle foto sopra riportate:

Una foto risalente a prima dell’accaduto denunciato

A qualcuno era sorto un dubbio visto che nel suo profilo Facebook non ne faceva menzione, tanto che il 17 ottobre parlava di tutt’altro:

CARI AMICI SONO MOLTO CONTENTO PER LE VISUALIZZAZIONI CHE STA’ OTTENENDO L ANTEPRIMA DEL MIO BRANO INEDITO…A BREVE CI SARÀ IL VIDEO CLIP UFFICIALE….SEGUITEMI

A conferma della sua presenza in ospedale e della denuncia per aggressione ci sarebbero questi documenti pubblicati da Giuliano il 25 ottobre per rispondere a coloro che ritenevano che fosse tutto inventato:

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A maggiore conferma pubblica lo screenshot del commento di Sergio, che a quanto si vede dal suo profilo Facebook opera con la Croce Rossa a Novara.

Uno screen pubblicato da Giuliano a sostegno della sua storia

Il 23 ottobre 2017, 4 minuti dopo il post Facebook di Lele Mora, pubblica due foto dove si nota la mano sinistra con delle evidenti medicazioni (non presenti in una foto del 16 pomeriggio), ma ancora nessun riferimento all’accaduto:

BUON LUNEDÌ A TUTTI AMICI MIEI..SONO FELICE PERCHÉ MOLTI DI VOI STANNO CONDIVIDENDO L’ANTEPRIMA DEL MIO BRANO E STANNO CLICCANDO ? A BREVE VI FARÒ ASCOLTARE IL BRANO INTERO E NON SOLO …CI SARÀ ANCHE IL VIDEOCLIP CONTINUATE A SEGUIRMI NUMEROSI !!!

Il 24 ottobre pubblica un’altra foto e finalmente cita l’accaduto, in seguito alla diffusione della storia da parte di Lele Mora:

RINGRAZIO TUTTI GLI AMICI CHE IN QUESTE ORE MI STANNO SCRIVENDO E CHIAMANDO IN SEGUITO A CIÒ CHE MI È ACCADUTO E CHE HANNO APPRESO TRAMITE I SOCIAL…NON HO VOLUTO ESPORMI IN PRIMA PERSONA PER NON FARVI PREOCCUPARE. IL PEGGIO ‘ È PASSATO STO’ DISCRETAMENTE. PURTROPPO PER IL VIDEOCLIP DEL MIO BRANO DOVRETE AVERE PAZIENZA APPENA TORNERÒ OPERATIVO LO REALIZZERO’…UN ABBRACCIO A TUTTI !!! GRAZIE DI CUORE !!!

Particolare curioso la comparsa del “cerotto” sulla fronte, mancante nella foto del 23 ottobre pubblicata sul suo profilo. Potrebbe essere una foto precedente, scattata prima di quelle pubblicate il 23 ottobre, riutilizzata per pubblicare quel post.

Con la pubblicazione dei documenti, riportanti le accuse di aggressione e i danni subiti, si porta in evidenza una credibilità della vicenda portando inoltre il nome degli operatori sanitari che sono intervenuti nel suo caso.

Secondo quanto riportato il 28 ottobre su Lavocedinovara.com la Procura avrebbe aperto un fascicolo basato sulla versione raccontata da Giuliano in seguito alla sua denuncia. La parola finale va lasciata alle forze dell’ordine e alle loro indagini.

David Puente

Nato a Merida (Venezuela), vive in Italia dall'età di 7 anni. Laureato presso l'Università degli Studi di Udine, opera nel campo della comunicazione e della programmazione web.
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