Il titolo in prima pagina di oggi, otto novembre 2017, di Libero mi era bastato. Purtroppo mi tocca vedere che la carta stampata si divertiva con i titoli anche il 7 novembre con la prima pagina de Il Fatto Quotidiano che usa due pesi diversi per due esponenti politici:
Vediamo che vengono trattate due notizie che dovrebbero avere un peso simile, due amministratori di punta di due partiti oppositori tra loro (PD e M5S) indagati, ma che la testata giornalistica dove troviamo i vari Travaglio e Peter Gomez vengono usate parole diverse con diverso impatto. Per Zingaretti viene giustamente usata la parola “indagato“, per la Appendino “avvisata” (pressreader). Certo, potremmo pensare che giochino sul “avviso di garanzia“, ma la percezione da parte di un lettore è ben diversa e leggere “avvisata” anziché “indagata“, le parole hanno un loro peso non c’è scusa che regga.
Interessantissimo, invece, l’articolo del giorno dopo sul sito del Fatto dal titolo “Tg1: Appendino è indagata, Zingaretti boh” (pressreader):
Sono entrambi indagati, la sindaca Chiara Appendino e il governatore Nicola Zingaretti. Ma c’è un problema. I principali giornali l’hanno scritto, invece chi si informa attraverso il Tg1 – il notiziario della rete ammiraglia del servizio pubblico, quello che fa gli ascolti più alti – ha conosciuto solo metà della storia: l’indagine sull’Appendino era tra i titoli di apertura, la notizia di Zingaretti non era nemmeno in scaletta.
UN PASSO indietro. Le due inchieste ovviamente sono diverse. La prima cittadina torinese del Movimento Cinque Stelle è indagata insieme ad altri dirigenti di Comune e Questura per i fatti di Piazza San Carlo, la sera della finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid: il caos in piazza che si è scatenato, per ragioni ancora ignote, ha causato la morte di una ragazza e oltre 1500 feriti. Le ipotesi di reato per la sindaca e gli altri (tra cui il questore) sono omicidio, lesioni e disastro colposi. Il governatore del Lazio del PD è indagato per falsa testimonianza insieme ad altri 26 teste del processo Mafia Capitale. I pm vogliono verificare la veridicità delle dichiarazioni rese in aula lo scorso 21 marzo: il sospetto, avanzato dal tribunale di Roma, è che il presidente della Regione possa aver rilasciato una “testimonianza falsa o reticente”.
Indagini diverse dicevamo, ma notizie che tutto sommato dovrebbero avere un peso simile: riguardo due amministratori di primo piano di M5S e Pd (e responsabilità in entrambi i casi tutte da dimostrare).
Verissimo, in entrambi i casi le responsabilità di entrambi sono tutte da dimostrare ed entrambe le notizie dovrebbero avere un peso simile, ma forse l’autore di quest’ultimo pezzo dovrebbe discutere con il responsabile dei titoli in prima pagina del giorno precedente.
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